Recensione Nati con la camicia

Riscopriamo insieme Bud e Terence nel cult "americano" di E.B. Clucher, nel quale vengono scambiati per due improbabili agenti della CIA impegnati in una missione per salvare il mondo.

Recensione Nati con la camicia
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Si può forse annoverare come la più riuscita tra le produzioni americane dell'ormai storico duo formato da Terence Hill e Bud Spencer, qui giunti al tredicesimo (dei sedici) film girato in coppia. Nati con la camicia, uscito nel 1983, segna anche il ritorno alla regia del grande Enzo Barboni (firmatosi con il canonico pseudonimo E.B. Clucher), che aveva già diretto i due protagonisti nel dittico di Trinità e I due superpiedi quasi piatti. In quest'occasione la commedia si tinge di toni spionistici, facendo in più occasioni il verso in chiave parodica alle pellicole dell'agente 007: Bud e Terence interpretano infatti rispettivamente Doug, un ex galeotto appena uscito di prigione, e Rosco, un vagabondo che percorre gli States sui roller-blade. Entrati in contatto per puro caso in un bar di camionisti, in seguito ad una rissa all'interno del locale i due scappano insieme su un camion rubato. Ricercati erroneamente dalla polizia, che pensa siano componenti di una banda specializzata in furti di automezzi, Doug e Rosco vengono anche scambiati in aereoporto per due agenti della CIA e viene loro consegnata una valigetta contenente un milione di dollari. Loro malgrado Rosco e Doug sono costretti a impersonare il nuovo ruolo, trovandosi alla prese con il losco piano del malvagio K1, che ha intenzione di conquistare il mondo grazie ad un'arma devastante.

Due agenti quasi speciali

Ricchissimo di gag divertenti e ispirate, Nati con la camicia inizia seguendo tutti gli stilemi del buddy-movie trasformandosi però ben presto in un geniale calderone di situazioni che omaggiano, oltre ai film di James Bond, anche le produzioni passate della coppia (su tutte Trinità) riproponenbo battute e citazioni che i fan del duo coglieranno al primo sguardo. Vivendo su una narrazione instancabile, priva di tempi morti e dotata di un efficace slancio ritmico, la visione sfrutta in maniera memorabile la sintonia della coppia che, a dispetto dell'età già "avanzata" (Bud aveva 53 anni, Terence 43) si dimostra in forma eccellente sia nella componente fisica (risse e scazzottate vivono di una simpatica frenesia raramente così esplosiva) che in quella comica, con una miriade di battute ad hoc che giocano con solida freschezza sulle infinite vie del doppio senso. Dalle scene in cui il personaggio di Rosco utilizza a proprio favore l'abilità di ventriloquo, all'improbabile look texano sfoggiato all'arrivo nell'hotel, alle due sequenze clou ambientate nei bagni pubblici, i momenti di divertimento si susseguono in serie, con un'ottima cura anche per i "cattivi": dai killer cinesi alla bad woman Faith Minton sino al villain interpretato da Buffy Dee (palesemente ricalcato sul Blofeld di 007), le scelte di casting si rivelano quanto mai azzeccate. E che dire delle fantomatiche invenzioni dello scienziato della CIA? Carta igienica super-resistente, spray erotizzante e la Lincoln Continental d'oro corazzata e corna-munita dotata di svariati amenicoli per seminare gli inseguitori.

Nati con la camicia Le risate come sempre sono assicurate, qui inoltre elevate da trovate e guizzi di sceneggiatura che Enzo Barboni mette in scena con un'efficace dose del ritmo e una regia coinvolgente in grado di far risaltare immediatamente la vis comica di gag e scazzottate. In Nati con la camicia inoltre Bud e Terence mostrano una forma e una sintonia invidiabile che ha reso il titolo uno dei più amati della storica coppia.

8

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