Recensione Moonwalkers

Con Moonwalkers Antoine Bardou-Jacquet firma la rivisitazione folle, esilarante, pulp dello storico allunaggio dell'Apollo 11. Dialoghi brillanti e un cast ben assortito capeggiato da Ron Perlman fondano il ritmo di questa dissacrante commedia.

Recensione Moonwalkers
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USA-Londra, 1969. L'agente della Cia Tom Kidman (Ron Perlman), reduce del Vietnam e ancora vittima di una serie di allucinazioni da trauma post-bellico, viene incaricato dal governo americano di svolgere una missione assai delicata. Di lì a breve si svolgerà infatti il lancio dell'Apollo 11 che dovrebbe effettuare il famoso allunaggio, in strategico anticipo sui russi, garantendo ai Monnwalkers statunitensi un primato assoluto. Ma gli organi governativi non sono sicuri che la missione vada a buon fine e hanno così messo a punto un piano B per sventare comunque un fallimento e una figuraccia di proporzioni bibliche davanti al mondo intero. Dovesse andar male la missione, infatti, è stato deliberato che al posto delle immagini reali dovranno andare in onda delle immagini di allunaggio false, possibilmente filmate da Stanley Kubrick in persona, artefice dopo tutto di un'opera "dove non si capisce nulla, eppure straordinaria" (2001: Odissea nello spazio). Compito dell'agente Kidman dovrebbe dunque essere quello di avvicinare l'agente di Kubrick, entrare in contatto con il celebre regista e proporre a quest'ultimo la realizzazione del filmato, ovviamente in cambio di un bel mucchio di quattrini. Partito alla volta di Londra con una valigetta carica di dollari, Kidman eseguirà senza (apparenti) intoppi il suo compito, per poi scoprire poco dopo e con suo grande ‘disappunto' di aver consegnato la valigetta e la ‘segretissima operazione' nelle mani sbagliate. Non l'agente di Kubrick ma bensì Jonny (Rupert Grint), lo sgangherato manager di una band ancor più sgangherata e ben lontana dall'agognato successo. L'errore, fatale, innescherà una serie di inseguimenti a catena volti soprattutto al recupero della danarosa valigetta, che avranno conseguenze esilaranti e disastrose, per tutti i soggetti coinvolti per scelta o per caso nella missione (originariamente) top secret. Tutti insieme, finiranno poi nell'occhio alternativo di un cineasta dilettante e sperimentale che si crede, però, un grande e ispirato cineasta.

Letteralmente esilarante

Il regista Antoine Bardou-Jacquet presenta nella sezione After Hours del 33° Torino Film Festival Moonwalkers, opera letteralmente esilarante che rilegge in chiave scettica e parodistica la celebre missione di allunaggio americana, sulla quale autenticità da sempre ci si è spesi e interrogati. Moonwalkers si appella alla possibilità del ‘fake' mondiale e mette in piedi una carrellata di situazioni tragicomiche, lisergiche, assieme a un gruppo di protagonisti pazzoidi tutti (in un modo o nell'altro) impelagati nella riuscita di questa impresa. Ron Perlman è un vero spasso nei panni di un corpulento agente della Cia torturato dalla visioni delle torture belliche, e guidato dai suoi modi a dir poco ‘diretti', mentre Ruper Grint (il celebre Ron Weasley Harrypotteriano) sfrutta la sua innata simpatia e quell'aria da imbranato cronico per dare corpo a Jonny, aspirante manager e accumulatore seriale di insuccessi. Intorno a loro, una serie di personaggi improbabili, pazzoidi, e tutti ugualmente degenerati, si muovono freneticamente e in 'ogni direzione', dando vita a una commedia degli equivoci di ritmo e davvero esilarante.

Moonwalkers Presentato nella sezione After Hours del 33° Festival di Torino, Moonwalkers diretto da Antoine Bardou-Jacquet e scritto da Dean Craig è la rivisitazione grottesca e lisergica, splatter ed esilarante della teoria cospirazionista secondo cui l’allunaggio dell’Apollo 11 non sia mai realmente avvenuto. L’idea di base è originale e folle e il film è una continua carrellata di personaggi e situazioni improbabili al limite del visionario, ma la brillante scrittura serve perfettamente il registro comico-grottesco dell’opera e il risultato è un film fuori di testa ed esilarante, che sin dal titolo omaggia il genio di Stanley Kubrick.

7.5

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