Recensione Mission to Mars

Brian De Palma ci racconta in Mission to Mars la prima missione umana su Marte in una space opera poetica e visionaria di grande fascino che vede per protagonisti Gary Sinise, Tim Robbins e Connie Nielsen

Recensione Mission to Mars
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Che la valenza critica dei Razzie Awards (come quella, seppur con le dovute proporzioni, degli Oscar del nuovo millennio) sia spesso ben più che opinabile è fuor di dubbio. Resta comunque quasi impossibile da credere che nel 2000 Brian De Palma abbia ricevuto una candidatura quale peggior regista. Certo si sa che anche i più grandi possono sbagliare un film, ma la pellicola per il quale il cineasta era stato messo in lista per vincere il deprecabile premio, Mission to Mars, è tutto fuorché un titolo poco riuscito. Va detto però che Oltreoceano anche la stessa critica ha accolto negativamente questa visionaria space-opera che ci racconta il destino dell'ipotetica prima spedizione umana sul Pianeta Rosso. Spedizione umana formata da azzeccate scelte di casting: a contornare il protagonista principale Gary Sinise troviamo infatti un roster di tutto rispetto comprendente Tim Robbins, Connie Nielsen, Don Cheadle e Jerry O'Connell.

Destinazione Marte

Nell'anno 2020 ha atto la prima missione spaziale umana su Marte. Dopo l'atterraggio la squadra scopre una strana formazione cristallina nei pressi di una montagna; mentre vengono studiati i dati, prende forma un gigantesco tornado di sabbia che trascina con sé gli astronauti. Luke Graham, l'unico sopravvissuto, riesce ad inviare un messaggio di aiuto alla World Space Station, che decide di organizzare una missione di salvataggio. Il nuovo team, composto dal Comandante Woody Blake, sua moglie Terri Fisher, Phil Ohlmyer e il vedovo Jim McConnell, si imbarca sulla Navicella Marte 2 per recuperare il compagno disperso e scoprire cosa sia successo veramente sul Pianeta Rosso.

The ecstasy of Mars

Sci-fi di ambientazione pseudo-realistica che si incanala in coordinate più prettamente fantastiche, Mission to Mars è una di quelle opere da comprendere più per il senso del messaggio che per la storia realmente raccontata, in ogni modo intrisa di fascino e misticismo. De Palma ammanta il viaggio spaziale di una poetica fresca ed originale, muovendosi con scioltezza sia nella lunga prima parte ambientata a bordo della navicella (memorabili le scene in assenza di gravità, in primis quella del ballo) che all'atterraggio vero e proprio su Marte. E poco importa che l'esplorazione del pianeta sia a conti fatti un semplice surplus, relegato ad una manciata di sequenze, giacché è più il percorso umano ad assumere valore: tra tragiche perdite e lutti mai sorpassati, le caratterizzazioni del gruppo di protagonisti rivelano interessanti sfumature che vanno a rendere più logico anche lo spiazzante (ma profondamente emozionale) epilogo. Merito di un cast assolutamente in parte, nessuno escluso, capace di infondere reazioni credibili anche nelle scelte più difficili e improbabili e di aumentare non poco l'intesa empatica con lo spettatore. Tecnicamente il film si poggia una regia abilissima nel rendere appaganti sequenze che, in mano ad altri, avrebbero potuto sfiorare il kitsch, e che gigioneggia divertita nell'uso di effetti speciali che oscillano tra lo spettacolare e l'essenziale, trovando nell'avvolgente colonna sonora del maestro Ennio Morricone un vero e proprio valore aggi nel connubio audio-visivo del racconto.

Mission to Mars Brian De Palma non smentisce la sua natura di cineasta eclettico ed originale realizzando con Mission to Mars uno dei più riusciti (e sottovalutati) film di fantascienza dell'allora neonato millennio. Un'opera gestita su più livelli, lontana dalla vacuità comune a molti blockbuster a tema e intrisa di una poetica a tratti estasiante che prova, nello splendido finale, a ridefinire le origini dell'intera esistenza. Tra dosi di intensa suspense drammatica, sia all'interno-esterno della navicella che sul suolo marziano, e scene cult ispirate e toccanti, la visione rapisce per la sua carica visionaria mai fine a se stessa.

8

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