Recensione Minotauro

Jonathan English dirige un giovane Tom Hardy in Minotauro, z-movie horror del 2006 che aggiorna con scarsa ispirazione e povertà di mezzi il mito greco di Teseo e il labirinto di Cnosso.

Recensione Minotauro
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"Quello che lui non fiuta, lo sente con le orecchie. Quello che lui non sente, lo avverte. Quello che lui non avverte, lo vede. Quello che lui vede è già morto. Guarda giovane pastore, contempla il tuo dio, il suo nome è Minotauro."

Nell'Età del Bronzo nell'isola di Creta è diffuso il culto del dio Toro. Per dare vita ad un essere perfetto la regina ha un rapporto con la bestia: dal frutto di questa diabolica unione nasce il Minotauro, famelica creatura affamata di carne umana. Ogni tre anni otto giovani di un villaggio che si era ribellato tempo prima vengono rapiti per essere dati in pasto al mostro: in quest'occasione anche il giovane Theo, che non si è mai dato pace per aver perso l'amore della sua vita proprio nella precedente ricorrenza, decide di unirsi volontariamente per poter ottenere la sua vendetta. I ragazzi vengono gettati nel labirinto dove vive il Minotauro e dovranno cercare una possibile via di fuga per ottenere la salvezza: ad aiutarli sarà inaspettatamente Raphaella, la sorella del principe di Creta.

Caccia spietata

Primo film da protagonista per Tom Hardy, Minotauro è uno z-movie delle peggiore specie che riprende e banalizza il mito greco di Teseo e del labirinto, aggiornandolo in una narrazione infarcita dei più banali stereotipi horror. Dopo la prima mezzora introduttiva, dove si vorrebbe infondere un certo background ai personaggi, l'azione ci trascina nei claustrofobici cunicoli nei quali ha luogo la caccia: peccato che le ambientazioni sembrino di cartapesta facendo scemare qualsiasi possibile tensione. La stessa comparsa della creatura è ai limiti dell'imbarazzo, con un modello che sembra uscire dai più anonimi monster-movie degli anni '90 e non basta un copioso uso di emoglobinico splatter a rendere gustose le diverse macabre uccisioni. A complicare ulteriormente le cose ci pensa l'aberrante caratterizzazione dei giovani in fuga, con una sequele di scelte insensate e risvolti forzati atti solo ad allungare il già esiguo minutaggio. A conti fatti l'unica figura vagamente interessante rimane quella del villain interpretato da Tony Todd, indimenticato interprete della trilogia di Candyman, mentre Hardy e il resto del cast (in un cameo è presente anche l'habitué Rutger Hauer) non raggiungono il necessario carisma del quale necessitavano i rispettivi ruoli. Jonathan English, regista anni dopo del discreto action in costume Ironclad (2011), non sa mai che strada prendere e la messa in scena così spartana e anonima sancisce senza se e senza ma l'evidente fallimento dell'operazione.

Minotauro Tanto anonimo quanto improbabile, Minotauro è un b/z-movie a sfondo horror che riprende senza alcun rispetto e ispirazione il mito di Teseo e del Labirinto di Cnosso banalizzandolo oltremisura. Con una bestia talmente mal realizzata da suscitare quasi tenerezza, i novanta minuti di visione scorrono senza alcun sussulto, adagiati in una messa in scena povera e in una narrazione forzata e poco credibile che conduce ben presto allo sbadiglio.

3.5

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