Recensione Mia madre fa l'attrice

Con Mia madre fa l'attrice Mario Balsamo realizza un ritratto sfaccettato di sua madre Silvana Stefanini e di un rapporto madre-figlio da sempre travagliato e complesso. Un documentario sui generis, a un tempo esilarante e commovente.

Recensione Mia madre fa l'attrice
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Quando l'età avanza e la vita non ha più la prospettiva d'infinito che aveva prima, si resta a fare i conti con il proprio passato, i propri affetti, l'origine di tutto. Ed è allora che entrano in ballo i genitori, i rapporti conflittuali, il loro amore incompreso o il nostro affetto poco dimostrato. Inserendosi in un filone che sembra essere molto ‘in voga' di recente al cinema, ovvero quello di film di registi intenti e rielaborare il loro rapporto con la genitrice tramite il ricordo, la narrazione e il mezzo cinematografico (il Mia madre di Nanni Moretti in primis), con Mia madre fa l'attrice Mario Balsamo (vincitore del Premio della Giuria al TFF30 con Noi non siamo come James Bond) realizza il suo personale film/ritratto sulla madre Silvana Stefanini (attrice di una manciata di film negli anni '50 tra cui La barriera della legge di Piero Costa). Un film (quest'ultimo) che tra l'altro alla Stefanini non ha neanche mai convinto del tutto e che lei non ha nemmeno mai visto. Ed è proprio cercando di rintracciare l'introvabile titolo e dunque ripercorrere quella fase così determinante della vita della madre che Mario Balsamo cerca di ‘fare pace', ritrovare la sintonia, fare come si suol dire i conti con una madre ritenuta da sempre ‘troppo ingombrante' e assai suscettibile, forse incapace di empatizzare a sufficienza con il proprio unico genito. I ricordi dei litigi e delle discussioni lasciano ora il passo al tempo dell'osservazione e della comprensione, a una testimonianza forse più oggettiva/comprensiva che mai di quella figura di donna con un carattere forte e difficile da smussare, addolcire. Eppure, basterà ritrovare un po' di tempo insieme e di complicità, ripercorrere alcune ‘vie' del tempo andato per scoprire due persone estremamente vicine, forse così vicine da soffrire proprio dell'estrema vicinanza. "Ci si ama più da morti che da vivi" è d'altro canto una delle amare verità rilanciate dal film di Balsamo. Attraverso un piccolo viaggio on the road (e a bordo di una leggendaria Lancia Fulvia 818) e nella densità dei ricordi, Mario Balsamo e sua madre riscopriranno insieme il piacere di un affetto condiviso e la eccezionalità di un legame (quello madre-figlio) che niente e nessuno sa capire o spiegare mai del tutto.

Son tutte belle le mamme del mondo

Il film di Mario Balsamo su e con sua madre poteva essere una biografia qualunque, canonica, con tanti dettagli e ricostruzioni atti a riferire il percorso cronologico di un'esistenza. Ma non è così. Perché grazie a un'ironia graffiante, talvolta quasi grottesca, Balsamo rielabora la figura di una madre spigolosa eppure incredibilmente acuta, simpatica, capace di avere sempre la risposta pronta e di fronteggiare ogni situazione con la stessa verve, caparbietà, pur dall'alto dei suoi ottanta e passa anni. Come quella scalinata ripercorsa più e più volte pur di rifare la scena di un suo film del passato. L'idea di un film in cui ripercorrere quella breve esperienza d'attrice della madre è portata avanti con un mix di sentimenti ed estemporaneità narrative che rendono la pellicola reale, tangibile, realmente in grado di parlare allo spettatore di un rapporto come tanti, universale, profondo e sincero e in qualche modo insostenibile. Una biografia (e autobiografia) ego-centrata e con due protagonisti assoluti che giocano a fare madre e figlio e provano a conoscersi (meglio) per la prima volta in vita loro. All'inseguimento di un film fatto e mai visionato, nel tentativo di riproporre le scene di quel film del passato, o ancora nell'idea di ritrovare una via comune a un rapporto da sempre conflittuale. Tra realtà e finzione, ragione e sentimento, Mia madre fa l'attrice riesce a mescolare la comicità naturale della vita alla sua (altrettanto naturale) drammaticità, in un susseguirsi di scene tratte da quel fantastico film che sa essere l'esistenza umana.

Mia madre fa l'attrice Una vera, piacevole sorpresa l’opera seconda di Mario Balsamo (già vincitore del Premio della Giuria al TFF30 con Noi non siamo come James Bond) Mia madre fa l’attrice, il ritratto caustico ma assai toccante di un rapporto conflittuale e profondo, contraddistinto da numerose influenze artistiche (lei che ha fatto l’attrice lui che fa il regista) e da una lunga serie di segreti, omissioni, confessioni che confluiranno naturalmente all’interno di quest’opera dalla doppia anima: esilarante e commovente.

7

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