Recensione Main dans la main

Valérie Donzelli dirige una briosa e coreografica commedia romantica

Recensione Main dans la main
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Helene Marchal (Valérie Lemercier) è ricca, borghese, dirige la prestigiosa scuola di ballo del Teatro dell'Opera di Parigi, e vive nella capitale francese con la sua vecchia amica Costance; Joachim Fox (Jérémie Elkaïm) lavora in una ditta che produce specchi, ha una smodata passione per lo skate e vive con la sorella e il di lei marito, in periferia. Helene e Joachim hanno quindici anni di differenza e apparentemente nulla 'da spartire', eppure, in seguito a un incontro fortuito e a un quasi accidentale bacio, i loro corpi inizieranno a muoversi in sincronia, impossibilitati ad allontanarsi l'uno dall'altro anche solo per qualche istante. Questo strano evento costringerà Helen e Joachim a vivere da quel momento una vita in simbiosi che costringerà Joachim a incunearsi come presenza fissa nella routine di Marchal. Una situazione dapprima quasi naturale che diverrà a lungo andare insostenibile, ma che solleverà (nel corso del lungo stato di co-esistenza) molti quesiti sul motivo di questa attrazione chimica e l'impossibilità che si trasformi in altro. Dopo aver vissuto come fratelli siamesi, ognuno tornerà infine alla propria vita, ma l'esperienza vissuta insieme non potrà che procurare profondi cambiamenti nelle esistenze di entrambi...

Tra sincronismo fisico e 'diacronia affettiva'

Dopo il debutto con La reines des pommes e l'applaudita opera seconda La guerra è dichiarata (film che opponeva al dolore della malattia la forza della vita) Valérie Donzelli torna dietro la macchina da presa confermando il brio e il talento inventivo che la contraddistinguono sin dagli esordi, soprattutto nella capacità di dare vita a storie e personaggi attraversati da uno ‘scintillio umano' molto riconoscibile e a dir poco contagioso. Accolto alla prima proiezione pubblica del Festival di Roma con una lunga scia di applausi, Mains dans la mains (Hand in hand) è una sorta di film coreografico che utilizza la fusione dei movimenti da cui sono affetti (i sintomi sono paragonabili a quelli di una vera e propria malattia) i due protagonisti, per far luce sulle idiosincrasie della vita e sulla rarità delle ‘simbiosi relazionali'. Il sincronismo dei movimenti di Helen e Joachim assume infatti qui il valore di una diacronia affettiva, ovvero un potenziale affettivo incapace di realizzarsi per la reale mancanza di predisposizione nei due soggetti in gioco. Ragazzo semplice con la passione per lo skateboard lui, ricca direttrice della scuola di ballo del Teatro dell'Opera di Parigi lei, Joachim Fox ed Helene Marchal sembrano uniti da un tic da vicinanza compulsiva dei corpi, mentre le loro anime sono (ancora) distanti anni luce. Colori, musiche (ancora una volta, come nel film precedente, splendido il tappeto di sonorità scelte) e un'ironia finemente mimica (propria della slapstick comedy) fioccano in questa commedia romantica di personaggi vintage ma dal gusto moderno, capace di divertire e coinvolgere con la medesima facilità. Il romanticismo assoluto nascosto dietro all'idea di due esistenze che s'incrociano realmente proprio quando le loro strade sembrano dividersi, vale da solo a garantire a Valérie Donzelli quel bollino di autentica originalità che poche commedie contemporanee potrebbero rivendicare. Desiderio, nostalgia, amore fraterno e amicale, tutto confluisce in questo centrifugato di emozioni declinate in forme d'amore danzante, e che oppone allo stile surreale una inconsueta capacità di far trapelare elementi sinceri sulle asperità dei rapporti umani. Ancora un punto a favore per la bella e brava Valérie Donzelli che al suo terzo film conferma di essere una delle registe contemporanee più originali e interessanti del panorama internazionale.

Main dans la main Accolto calorosamente al Festival di Roma, il terzo film dell’oramai lanciatissima Valérie Donzelli Mains dans les mains è una sofisticata commedia romantica dall’imprinting davvero originale. Un film che combina un raffinato umorismo gestuale alla semplicità di una storia di coppia che avrà bisogno di tempo per definirsi. L’ottima prova dei protagonisti Valérie Lemercier e Jérémie Elkaïm, unita al brio leggero e trascinante della storia, fanno di questo film un prodotto policromatico particolarmente fruibile. Forse non il classico film da festival, ma di sicuro un film che brilla per originalità.

7

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