Recensione Maga Martina e il Libro Magico del Draghetto

La nuova magica saga per il pubblico più giovane

Recensione Maga Martina e il Libro Magico del Draghetto
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Maghi, streghette, fatine e folletti hanno da sempre riempito le favole per bambini, ma sembra che negli ultimi anni si siano trasformati anche nei protagonisti indiscussi di una buona fetta del prodotto cinematografico. Senza dover scomodare il prescelto Harry Potter o il potente Gandalf il grigio, basta dare uno sguardo veloce agli attuali cartelloni cinematografici per scoprire che la magia è ovunque. Ma, nonostante il fantasy sia diventato un genere apprezzato dal pubblico di tutte le età, gli spettatori prediletti per questo genere di storie restano i bambini, ed è per loro che la Disney ha realizzato Maga Matina e il libro magico del draghetto, il primo prodotto tedesco distribuito su scala internazionale dalla major californiana.

Improvvisamente magica

Teodolinda (Pilar Barden) è la strega buona della foresta, custode del libro magico... ma il perfido mago Geronimo (Ingo Naujoks) le dà il tormento per impadronirsi del volume e creare la Macchina per il Dominio del Mondo. La strega, ormai vecchia e allo strenuo di pazienza e forze, è così costretta a mandare Ettore, il suo fidato draghetto impacciato, alla ricerca della sua erede a cui consegnare il libro. E così la magia arriva inaspettatamente nella vita di Martina (Alina Freund), stravolgendo le giornate di una bambina normale tutta scuola, amici e famiglia. Ma i malvagi non si abbattono mai e Geronimo, accompagnato dal suo fedele e canino assistente Serafino, è già sulle sue tracce e trama per portare a termine il suo malefico piano. Con l'aiuto dei suoi più (o meno) fidati amici e gli imprevedibili incantesimi custoditi nel libro magico, Martina cercherà di salvare il mondo dal futuro grigio e triste che sembra disegnansi all'orizzonte.

Una maga "normale"

Hogwarts è ormai diventato un posto oscuro, pieno di pericoli, e capace di terrorizzare quanto di affascinare. Dove far nascondere allora le fervide immaginazioni dei più piccoli? La risposa, come sempre, si trova nelle nostre librerie dove, soprattutto se siete tedeschi, troverete probabilmente molti dei volumi della saga di Maga Martina (o Hexe Lilli in originale). I popolari libri per bambini scritti da Knister, il cui vero nome è Ludger Jochmann, hanno venduto più di dieci milioni di copie in tutto il mondo e hanno all'attivo già una serie animata di notevole successo, capace di incollare davanti allo schermo oltre mezzo milione di spettatori per ogni puntata. Come spesso accade, in Italia Maga Martina non è altrettanto famosa ed il suo destino è strettamente legato alla fortuna che il film riscuoterà al botteghino (in Spagna e Germania ha già avuto ottime performance). Il paragone con gli altri giovani maghetti del grande schermo è scontato, ma Martina in realtà è diversa da tutti loro: "Maga Martina non nasce strega. È una normalissima bambina che un giorno trova un libro magico sotto al letto. Questo potrebbe accadere anche a te. Anche tu potresti trovare un libro magico sotto al tuo letto e fare delle cose fantastiche", dice Stefan Ruzowitzky, sceneggiatore e regista del film (e premio Oscar per miglior film straniero nel 2008 con Il falsario), alla sua prima esperienza con una produzione per ragazzi. Identificarsi con la protagonista della storia è quindi molto più facile per i bambini che, pur essendo nati "babbani", possono ancora sperare nell'esistenza della magia, pura, elementare ed inaspettata. Ma se da un lato tale semplicità può essere considerata un pregio, trasportata sul grande schermo diviene un limite che non riesce a catalizzare il fascino di una larga fascia di pubblico.

Parola d'ordine: semplicità

Scritti per bambini dai sei agli undici anni, i libri di Martina si trasformano in una pellicola estremamente infantile, piena di buoni propositi e battute basilari. Personaggio portante di tutta la struttura narrativa diviene Ettore, in italiano doppiato da Tonino Accolla, il draghetto compagno di avventure di Martina e Teodolinda. Unico personaggio completamente digitale, poggia la sua forza su una facile sbadataggine, un carattere aperto ed uno spiccato accento popolare che accompagna le sue battutine di facile presa. Subito adorabile, si capisce perché sia stato creato da zero rispetto a quanto scritto nei libri, nei quali la giovane protagonista affronta ogni avventura insieme ad un nuovo compagno, così da creare un certo legame affettivo per eventuali futuri altri capitoli della saga. Ma i pregi di Ettore sono contemporaneamente delle pecche semplicistiche che enfatizzano la dualità non sviluppata di tutta la pellicola. Come la maggior parte delle produzioni Disney, Maga Martina e il libro del draghetto nasconde, sotto il primario strato di intrattenimento, messaggi volti ad educare il giovane pubblico al quale è rivolto: l'importanza della famiglia, il non giudicare gli altri dalle apparenze, credere sempre in se stessi...insieme ad una sottile e velata critica alla società dei mass-media, ai quei mezzi di comunicazione che tanto riescono a manipolare la gente e creare un mondo monocromatico, grigio e triste (proprio il desiderio per perfido Geronimo!), dove non c'è più spazio per la fantasia ed il gioco. Martina combatte per riprendersi il libro magico senza mai sacrificare gli affetti e dimenticando presto ogni frivolo egoismo. Tutti obiettivi lodevoli che però, miscelati durante la narrazione, non riescono a venire fuori nel migliore dei modi, creando un puzzle in cui i pezzi non si incastrano alla perfezione. Le buone intenzioni di realizzare un film sano, con cattivi che incutono timore con la simpatia e bontà nascosta in ogni dove, che mostrasse ai bambini un mondo lontano dai quotidiani valori di superficialità e materialismo, sono riconducibili forse al suo paese d'origine, quella Germania così lontana dagli stilemi Hollywoodiani e per questo sempre pronta ad esprimere il suo parere in maniera originale.

Maga Martina e il Libro Magico del Draghetto Maga Martina e il libro del draghetto è un film adatto al pubblico più giovane, quello composto dai bambini ancora capaci di farsi affascinare da una scuola colorata, dai parchi illuminati e dai pupazzetti parlanti. Spettatori diversi, quindi, da quelli che normalmente apprezzano le pellicole più smaliziate ed energiche create per loro dall'industria cinematografica statunitense. Un'avventura ambientata in un mondo simile ad un parco divertimenti (la casa di Geronimo ci ha ricordato molto quella stregata, capace di rigirarsi su se stessa, di un noto draghetto italiano), dove bastano volontà, buoni propositi ed un Nintendo DS per salvare il mondo.

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