Recensione Madagascar 2

Si può ridere a crepapelle anche nel folto della savana

Recensione Madagascar 2
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Welcome to the jungle

La Dreamworks ci ha abituati oramai da anni alle sue produzioni animate così particolari e adatte al pubblico di ogni età: da ormai un decennio infatti, questa società si impone sul mercato con prodotti di alta qualità, fra cui ricordiamo Z la formica, Shark Tale, e la ormai mitica serie di Shrek.
Non abbiamo fatto in tempo ad “assimilare” il bellissimo Kung Fu Panda che, al ritmo della nuova versione di “I like to move it” (cantata per l’occasione dalla “new entry” Will.I.am), ecco arrivare sugli schermi un nuovo lungometraggio in computer grafica, anch’esso con protagonista degli animali antropomorfi.
Non si tratta tuttavia di una nuova serie, ma di Madagascar 2, seguito del film di animazione di maggior successo del 2005.

Meglio essere i re di New York o i re della savana?

In questa nuova avventura ritroviamo naturalmente tutti gli “eroi” della precedente pellicola: Alex il leone ballerino, Marty la zebra giocherellona, Melman la giraffa ipocondriaca e Gloria, l’ippopotamo sensibile e iperattivo.
Senza dimenticarci naturalmente dei mitici pinguini o dei buffissimi lemuri: Re Julien, Maurice e Mortino, sempre più “involontariamente” comici con il loro modo di fare.
Alla fine del primo film avevamo lasciato i nostri amici ancora in Madagascar, a godersi la loro vita “selvaggia” dopo tutto il periodo passato in cattività: tuttavia, ora, i nostri cominciano a sentire nostalgia di “casa” e vorrebbero trovare un modo per tornare nella loro New York. Un’improvvisata joint venture tra i pinguini e Re Julien permette loro di realizzare il loro sogno, tramite il recupero di fortuna di un vecchio boeing precipitato chissà quanti anni prima. In maniera assai fortunosa e bizzarra il velivolo viene letteralmente “lanciato” nei cieli, ma la crociera non durerà molto: appena sopra il cuore della savana africana, infatti, assisteremo ad un atterraggio che definire di "emergenza" sarebbe riduttivo. L’imprevisto, tuttavia, si dimostrerà inizialmente assai gradito ai protagonisti: Julien ha un intero continente da “conquistare”, Alex ritroverà la sua famiglia di origine, Marty realizzerà il suo sogno di scorrazzare in branco, Gloria troverà l’amore, e addirittura lo stesso Melman guarirà da parte delle sue malattie immaginarie, e sarà investito della carica di dottore della savana! Naturalmente non saranno tutte rose e fiori, e ben presto ognuno si ritroverà a fare i conti con l’altra faccia della medaglia: in particolare Alex scoprirà a sue spese che essere una star dello spettacolo a New York non vuol dire necessariamente riuscire a conquistare il proprio branco, che ha necessità primarie ben diverse...
Anche in questo film i personaggi si guarderanno dentro e affronteranno le loro debolezze, ma in più dovranno fare i conti con cosa vuol dire confrontarsi con i propri simili e avere un’identità distintiva propria, e con quello che gli altri si aspettano da noi.

Risate e buoni sentimenti

Il film riesce a mani basse nel suo intento di divertire un pubblico decisamente variegato: i più piccini troveranno, infatti, buffi e irresistibili tutti i personaggi e le loro mille gag, mentre anche i grandi potranno allietarsi grazie a diverse trovate (alcune decisamente poco politically correct ma allo stesso tempo intelligenti, vedasi le scene dell’aereo, o quelle con per protagonisti i primati o la inarrestabile vecchietta) e alle diverse citazioni sparse qua e là (da quelle più palesi come quelle ispirate al Re Leone della Disney, fino a Il Pianeta delle Scimmie).
Il lavoro di script dietro alla realizzazione della sceneggiatura è innegabile: nessuna battuta è buttata lì per caso, e il marchio distintivo di Etan Cohen è evidente. Non dimentichiamoci, infatti, che i testi sono sempre opera dell'autore di alcuni degli episodi migliori degli irriverenti cult animati American Dad e Beavis & Butthead, o del recente Tropic Thunder (sempre insieme a Ben Stiller): pur essendo, infatti, Madagascar un cartoon rivolto principalmente a target infantile, Cohen non manca mai di inserire caustici riferimenti e insidiose frecciatine riservate agli adulti. Prova ne è la petulante e fastidiosa presenza del gruppetto di turisti newyorkesi, che vengono recepiti dai bimbi semplicemente come degli impedimenti in chiave comica, ma rappresentano qualcosa di più per gli adulti. La super vecchietta che già aveva dato filo da torcere ad Alex nel primo capitolo stavolta gioca fuori casa, ma è più agguerrita che mai. Anche dopo essere stata gabbata, insieme ad altri turisti, dai pinguini, dà prova del suo essere un abitante della Grande Mela: non si perde d'animo, compatta il gruppo, lo fa sopravvivere in condizioni estreme. Ma non mancando però di presuntuosità e di quello stile "faccio come se fossi a casa mia" che Cohen sembra voler additare come arrogante predisposizione del newyorkese medio, capace di trasformare tutto a proprio uso e consumo.
E' impressionante come i personaggi riprendano in maniera straordinaria la mimica degli attori da cui prendono la voce: guardando Alex si ha davvero la sensazione di avere davanti una versione felina di Ben Stiller, complice anche l’ottimo e divertito doppiaggio della versione originale, ricco di star: dai già citati Stiller e Will.I.Am a Chris Rock e David Schwimmer, da Jada Pinkett Smith al geniale Sacha Baron Cohen.
La versione nostrana, che sarà nei cinema dal 19 di Dicembre, vanterà invece le voci del bravissimo duetto comico Ale & Franz per le parti di Alex e Marty, e la direzione di Max Alto (voce, tra gli altri, di Aladdin per la Disney).
Se la sceneggiatura non delude e riesce a intrattenere in maniera serrata per tutti i 95 minuti del film, allo stesso modo anche la realizzazione tecnica è di prim’ordine: gli scenari africani sono resi ottimamente, cosa molto più difficile di quanto non sembri, mentre gli animali, pur restando fedeli alla loro natura bestiale, vantano alcune tra le migliori movenze di ballo viste in un cartone animato. Semplicemente irresistibili infatti le coreografie di Alex, del nuovo personaggio Moto Moto (l’ippopotamo latin lover), o dei buffissimi e imprevedibili lemuri.




La conferenza Stampa

Noi di everyeye non potevamo certo mancare alla presentazione per la stampa del film, dove abbiamo ritrovato un Ben Stiller in ottima forma e reduce dal successo di Tropic Thunder. Insieme a lui, il gioviale Chris Rock e il guru di Dreamworks, Jeffrey Katzenberg, uno degli uomini più importanti al mondo per quanto riguarda il mondo del cinema d'animazione e non solo. A rappresentare la compagine di attori/doppiatori che danno la voce ai personaggi di Madagascar 2 nella versione italiana era invece presente il celebre e talentuoso duo Ale e Franz, voci rispettivamente di Alex e Marty. Certi della qualità del prodotto presentato e a tratti irriverenti nelle risposte alle domande rivolte loro, i protagonisti della conferenza, fra una battuta e l'altra, non si sono fatte sfuggire alcune interessanti dichiarazioni.
Katzenberg per primo ha rivelato che non temeva assolutamente un eventuale buco nell'acqua, come spesso accade con i seguiti. Dopotutto proveniva dal successo di Shrek 2, a tutt'oggi un blockbuster ineguagliato, e ha affermato che non vedeva la realizzazione di questo seguito come una sfida, quanto come una possibilità a fare sempre meglio, grazie anche all'evoluzione della tecnologia e al team di autori ed attori, sempre più affiatato e ricco di esperienza. Tanto che, come da intenzioni iniziali, si sta già lavorando al terzo capitolo delle avventure di Alex & co., probabilmente di ritorno (e questa volta sul serio) a New York. Scherzando, Katzenberg ha detto che stanno pensando alla possibilità di far finire i personaggi in un vortice spazio-temporale per catapultarli nel Colosseo, ai tempi dell'Antica Roma.
Chris Rock, con la sua solita verve, ha dimostrato di aver apprezzato molto il lavoro di squadra fatto per portare a termine la lavorazione, e il fatto di poter lavorare liberamente sulla caratterizzazione dei personaggi, sia a livello di parlato che a livello psicologico.
Stessa libertà che ha avvertito Stiller. Sono state poste domande su come abbiano contribuito all'aspetto, anche fisico, dei personaggi, e sulle tecniche adottate per renderli così simili alle controparti "reali". Domande a cui è stato risposto da Katzenberg in maniera per lui quasi ovvia: "Semplicemente, ottimi animatori, e ottimi attori!"

Ale & Franz

Ale e Franz, dal canto loro, hanno risposto in maniera molto sincera e simpatica alle domande poste. Interessante la loro confessione riguardo al fatto che è un'esperienza formativa per loro quella di calare le loro dinamiche di coppia in un'altra coppia, tra l'altro solo disegnata, e con testi che non sono loro. Ma, dice Ale, in loro aiuto sono venuti gli stessi testi, "scritti così bene da non farci fare alcuna fatica, è bastato usare bene i tempi e la voce". "E poi eravamo già allenati! Sono due anni che i figli dei miei amici non fanno che ripetermi che faccio la zebra, mi ci è voluto un attimo a calarmi di nuovo nella parte!" aggiunge Franz. Stiller, che fino a quel momento ha scherzato e preso non troppo sul serio molte domande, assume una posa compita per complimentarsi con i due comici italiani, affermando che "Non è facile essere reattivi ed unici come loro, portando il proprio bagaglio espressivo su due personaggi animati pur restando nei limiti dei paletti della versione originale". Katzemberg incalza, ricordando che le opere Dreamworks non sono semplicemente tradotte per i mercati stranieri ma "adattate" nel senso migliore del termine, così come le parti vengono a tutti gli effetti interpretate dagli attori, e non solo sterilmente doppiate.

Madagascar 2 Realizzare un sequel è spesso molto più difficile che realizzare un’opera prima: questo perché si rischia di riciclare idee già viste e non essere convincenti e incisivi. Madagascar 2 invece non solo non perde un colpo, ma migliora la tecnica del primo episodio e ne amplia le tematiche, dimostrando di essere una scommessa vincente per i produttori e, soprattutto, un ottimo film di Natale per tutta la famiglia.

8

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