Recensione Ma Ma - Tutto andrà bene

Lo spagnolo Julio Medem dirige in Ma ma - Tutto andrà bene una Penélope Cruz in chiave altamente drammatica alle prese con il tumore al seno dopo essere stata abbandonata dal marito.

Recensione Ma Ma - Tutto andrà bene
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"Durante l'inverno del 2006 ho visitato il Museo di Arte di Düsseldorf e mi è rimasta impressa nella mente una scultura che ho trovato molto disturbante: Brozen frau n° 6 di Thomas Schütte. Rappresentava l'immagine di una donna scolpita nel bronzo, contorta dal dolore, mentre cercava di trasportare il peso della vita e il peso della morte che aveva dentro: questa è la genesi di Ma Ma - Tutto andrà bene. Possiamo affermare che la primissima cellula del film è fatta di bronzo".
Il cineasta spagnolo classe 1958 Julio Medem - autore, tra l'altro, della pellicola scandalo Lucía y el sexo - spiega così da dove nasce l'idea per il suo ottavo lungometraggio cinematografico, prodotto dalla stessa Penélope Cruz che ne veste anche i panni della protagonista Magda, insegnante rimasta disoccupata e recentemente abbandonata dal marito.
Ma, soprattutto, insegnante che, madre del ragazzino di dieci anni appassionato di calcio Dani alias Teo Planell, si trova ad affrontare una delle sfide più difficili dal momento in cui le viene diagnosticato un tumore al seno.

La malattia di Magda

Tumore curabile la prima volta, obbligandola all'asportazione di una delle due mammelle, ma che sembra non essere più annientabile quando si ripresenta la seconda; anticipando, oltretutto, la notizia di una sua nuova gravidanza che, di conseguenza, la spinge ad affrontare fino all'ultimo la situazione per poter dare alla luce la bambina che porta in grembo.
Perché, se da un lato l'immagine dei granchi che strisciano sulla sabbia portandosi dietro il loro bagaglio di paure ma certi di poter tornare nel mare non simboleggia altro che la fase di superamento della malattia, dall'altro il deciso approccio manifestato dalla protagonista nei confronti della drammatica circostanza si rivela allegoria di ciò che vive la Spagna nell'estate del 2012 (periodo di ambientazione della ora e cinquantuno minuti di visione): il governo che subisce forti pressioni affinché siano accettate le condizioni per un ripianamento finanziario in piena crisi economica, ma anche la vittoria dell'European Cup conseguita dalla nazionale di calcio.
E non si tratta delle uniche interessanti analogie, in quanto, tra deliri onirici sotto anestesia nel corso dell'intervento chirurgico e scelte più virtuose che azzeccate come quella di mostrare il dettaglio del cuore che batte in determinati momenti, lo spettatore non può fare a meno di notare la quasi ossessiva presenza di un bianco che sembra in un certo senso enfatizzare presagi paradisiaci.
Però, se tra i maggiori pregi dell'insieme possiamo tranquillamente annoverare le prove sfoggiate dal cast, comprendente anche il Luis Tosar di Cella 211 e Asier Etxeandia rispettivamente nel ruolo di un talent scout del Real Madrid alle prese con una tragedia familiare e del ginecologo Julián, entrambi entrati nella vita della donna, è facile intuire che il tutto rischi di risultare penalizzato da eccessivamente lenti ritmi narrativi... oltre che tirato un po' troppo per le lunghe.

Ma Ma - Tutto andrà bene La star internazionale Penélope Cruz sacrifica non poco anima e corpo nell’affrontare la tematica della malattia incarnando una figura femminile che non crede in Dio e che vi sia una vita nell’aldilà, ma crede nella vita e pensa che la cosa principale da fare sia cercare di essere il più felici possibili e incoraggiare chi le è vicino a fare lo stesso. Ma, pur godendo di un buon cast e di accortezze registiche da occhio attento e raffinato, Ma Ma - Tutto andrà bene rischia in più di un'occasione di afflosciarsi su un'eccessivamente lenta narrazione, rivelandosi oltretutto non distante nella tipologia di spettacolo da lacrima movie nostrani quali L’ultima neve di primavera e Il venditore di palloncini.

5.5

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