Recensione Love, Marilyn - I diari segreti

La diva per eccellenza come non è stata mai raccontata prima

Recensione Love, Marilyn - I diari segreti
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Se qualcuno vi avesse chiesto come era, chi era Marilyn Monroe, cosa avreste risposto?
A cinquant'anni dalla tragica scomparsa di colei che si trasformò in breve tempo in un vero e proprio mito del firmamento hollywoodiano, attingendo da scritti, diari e lettere inedite, sotto la regia della candidata all'Oscar Liz Garbus ci rispondono, in ordine alfabetico, F. Murray Abraham, Elizabeth Banks, Adrien Brody, Ellen Burstyn, Glenn Close, Hope Davis, Viola Davis, Jennifer Ehle, Ben Foster, Paul Giamatti, Jack Huston, Stephen Lang, Lindsay Lohan, Janet McTeer, Jeremy Piven, Oliver Platt, David Strathairm, Lili Taylor, Uma Thurman, Marisa Tomei ed Evan Rachel Wood.
Un cast d'eccezione impegnato a darle voce e cui si aggiungono, quasi sempre grazie a filmati di repertorio, le testimonianze di personalità cinematografiche del calibro di Jack Lemmon, Lee Strasberg, che cambiò la sua vita più di chiunque altro, Susan Strasberg, i suoi biografi Lois Banner e Donald Spoto, il suo agente Jay Kanter, il "brutto" di Sergio Leone Eli Wallach, il grande Billy Wilder, che ebbe modo di dirigerla in Quando la moglie è in vacanza (1955) e A qualcuno piace caldo (1959), e John Huston, che firmò, tra l'altro, Gli spostati (1961), suo ultimo film.

C’era una volta Norma Jeane Baker

E, mentre viene raccontato di come il potente capo della Twentieth Century-Fox Darryl Zanuck la considerasse soltanto una bambola senza cervello e tutta sesso, è anche una anziana Jane Russell a prendere la parola nel corso della quasi ora e cinquanta di visione volta a svelare chi si nascondeva dietro l'immagine pubblica, disinvolta e sfrontata del sex symbol che, all'anagrafe Norma Jeane Baker, sapeva sia quando indossare la maschera di Marilyn Monroe per un suo fine, sia quando poteva toglierla.
Un sex symbol che, trascorsi gli anni dell'infanzia tra famiglie adottive ed orfanotrofi, in quanto senza genitori, fu un po' come una moderna Cenerentola andata al ballo insieme al principe, ma con risvolti drammatici.
Un sex symbol che il regista Joshua Logan considerava una fusione tra Greta Garbo e Charlie Chaplin e che portò con se un certo senso di insicurezza per l'intera carriera da star, dei cui inizi racconta l'attore Ben Lyon.
Man mano, quindi, che prende forma uno sguardo segreto e inedito, un viaggio intimo alla scoperta di una bambina dal cuore buono distrutta da Hollywood, la quale non solo affermava che essere felici è difficile quasi quanto essere una brava attrice, ma anche che - come riferito dall'amica Amy Greene - aveva sposato il giocatore di baseball Joe DiMaggio, conservatore italiano completamente diverso da lei, soltanto perché a letto era pazzesco.
Del resto, parliamo di una figura femminile che, pur cercandolo per tutta la vita e definendolo una delle cose più importanti che ci succedono, non credeva che il vero amore fosse possibile e, anzi, considerava il lavoro proprio una forma d'amore.
Una figura femminile per la quale il sesso era come un gelato e di cui Hugh Hefner, nel lontano 1953, sfruttò il suo scandaloso nudo sulla sua rivista Playboy senza mai pagarla.
Una figura femminile, dunque, soffocata - come spesso avviene in questi casi - dallo stesso successo che l'ha portata all'attenzione di tutti e che, da sempre sofferente d'insonnia, iniziò la sua vera dipendenza da sonniferi dopo aver sposato il drammaturgo e scrittore Arthur Miller, anch'egli qui presente tramite vecchi filmati.

Love, Marilyn - I diari segreti Sfruttando un cast di volti noti impegnati a ripetere i passaggi di scritti, diari e lettere inedite della mitica protagonista di Niagara (1953), Liz Garbus - candidata al premio Oscar con The farm: Angola, USA (1998) - concretizza sullo schermo una lettera d’amore da Marilyn a Marilyn. Nulla di particolarmente eccezionale dal punto di vista registico, ma, senza dubbio, un documento filmico imperdibile non solo per gli estimatori della diva per eccellenza, ma anche per coloro che desiderano venire a conoscenza del suo lato meno esposto, appartenente alla sfera privata.

6.5

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