Recensione Lo squalo 4 - La vendetta

Joseph Sargent dirige l'ultimo capitolo della saga creata da Steven Spielberg, riuscendo a battere il record di bruttezza del precedente con una storia ridicola e priva di tensione.

Recensione Lo squalo 4 - La vendetta
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Definitiva pietra tombale della saga creata da Steven Spielberg, Lo squalo 4 - La vendetta riuscì a far peggio del precedente capitolo trovando un "posto di disonore" in molte delle classifiche concernenti i film più brutti della storia del cinema. Diretto dal regista italoamericano Joseph Sargent, pur autore in passato di ottimi titoli come Il colpo della metropolitana e McArthur il generale ribelle, il film ignora completamente gli eventi de Lo Squalo 3 riportando inoltre davanti alla macchina da presa, dopo otto anni di assenza dal grande schermo, l'attrice Lorraine Gary che aveva già interpretato il personaggio di Ellen Brody nelle prime due pellicole. In un cast che vede volti nuovi (in ruoli vecchi) abbastanza anonimi, spicca la presenza nei panni di guest star di sir Michael Caine.

Amori e vendette

Ellen Brody, rimasta vedova dopo l'infarto di cui è rimasto vittima lo sceriffo Martin, vive ad Amity col figlio minore Sean, che ha seguito le orme del padre diventando un agente di polizia. Durante una serata di servizio nel periodo natalizio, il ragazzo è intento a riparare una boa danneggiata quando viene assalito da un enorme squalo bianco che lo uccide. Per cercare di dimenticare la tragica perdita, Ellen parte per un periodo di vacanza alle Bahamas con il figlio maggiore Michael e la sua famiglia: nel posto paradisiaco la donna sembra ritrovare la giusta serenità dopo aver conosciuto il simpatico pilota di aeroplani Oagie. Nel frattempo Michael, che sta conducendo con il suo team delle ricerche scientifiche proprio nelle attistanti acque oceaniche, finisce per imbattersi nuovamente nello squalo che ha ucciso il fratello...

Acqua da tutte le parti

Pur con le dovute proporzioni, per certi versi la qualità della sceneggiatura di Lo squalo 4 - La vendetta è assimilabile alle recente trilogia di Sharknado made in Asylum. L'incipit da cui tutto parte e che si svilupperà poi nella storia deriva infatti da una sorta di vendetta - resa dei conti che lo squalo decide di mettere in atto nei confronti della famiglia Brody, vero obiettivo del pescenane tale da fargli percorrere una distanza di migliaia di km acquatici in pochi giorni, impossibile nella realtà. E se già qui si toccano i picchi del ridicolo involontario, le reazioni dei protagonisti umani non sono da meno: Ellen è quasi in una sorta di contatto telepatico col pesciolone, mentre Martin incurante di quanto successo in precedenza agli altri membri della sua famiglia dedice di seguire egli stesso l'enorme creatura marina a rischio della vita. Il tutto in una gestione del ritmo insopportabile, che relega in secondo piano le sequenze tipicamente horror / thriller (discreta comunque la resa dei modellini del "mostro", ben più credibili che nello scorso episodio) in favore di sottotrame romantiche stucchevoli e prevedibili, nelle quali anche un grande attore come Caine, che comunque gigioneggia divertito, è ben più che sprecato.

Lo squalo 4 - La vendetta Al peggio non c'è mai fine, e Lo squalo 4 - La vendetta ce lo conferma nuovamente, riuscendo a far peggio del suo già pessimo predecessore. Su una trama ridicola e ben oltre la soglia dell'improbabile, che regala caratterizzazioni psicologiche senza senso, il regista Joseph Sargent ci mette del suo per abbassare notevolmente la qualità complessiva con una messa in scena anonima che si concentra più su dinamiche sentimentali / familiari che sul puro entertainment di genere. E meno male che gli scarsi incassi ("appena" 50 milioni, bruscolini rispetto al passato) hanno bloccato sul nascere la realizzazione di altri sequel.

3.5

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