Recensione Lake Placid

Bill Pullman, Bridget Fonda, Brendan Gleeson e Oliver Platt si trovano a dare la caccia ad un gigantesco coccodrillo lacustre in Lake Placid, innocua e divertente comedy-horror di Steve Miner.

Recensione Lake Placid
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In un lago nei pressi della contea di Aroostook County, in Maine, un sub viene brutalmente ucciso da una creatura acquatica ancora da identificare. Sul posto viene mandata la paleontologa Kelly Scott che si troverà a collaborare inizialmente con l'ufficiale Fish & Game Jack Wells e lo sceriffo Hank Keough, poi raggiunti dall'eccentrico Hector Cyr, specializzato in studi sui coccodrilli. L'animale che infesta le acque locali si rivela infatti essere proprio un gigantesco diapside, giunto fin lì per cause ancora sconosciute. A dispetto dei continui contrasti e battibecchi tra i membri della squadra atta ad indagare, tra chi vorrebbe eliminare la minaccia e chi catturarla in quanto esemplare raro della specie, i nostri cercheranno di porre fine alla scia di morte che nel frattempo il rettile continua imperterrito a rendere più sanguinosa.

Il mistero del lago

Tornato "alla ribalta" nei primi mesi di quest'anno per la trasmissione su SyFy Channel dell'improbabile crossover con la saga di Anaconda (nell'ancora inedito da noi Lake Placid vs. Anaconda), Lake Placid ha ottenuto agli albori del nuovo millennio un discreto successo di pubblico, tale da generare tre pessimi sequel realizzati direttamente per il mercato home video. Ma l'originale, diretto da uno specialista dell'horror quale Steve Miner, autore tra gli altri di L'assassino ti siede accanto (1981) e del terzo capitolo della saga di Venerdì 13 alias Week-end di terrore (1982), è proprio per via di un'impostazione volutamente farsesca un film piacevole da guardare, divenuto a suo modo un piccolo cult. Più commedia che horror, nonostante sequenze che omaggiano Lo squalo (1975) spielberghiano con tanto di riprese sott'acqua in soggettiva dal punto di vista del coccodrillo, il film è giocato perlopiù su una serie di gag e battute che vedono protagonista un cast variegato e discretamente in palla, costruito con personaggi dal carattere assai incompatibile alle prese con una battuta di caccia che si rivelerà ben presto più ardua del previsto, trasformando i presunti predatori in facili prede. Con il personaggio della vecchietta, aggiornamento in versione animalara di una qualsiasi signora omicidi, a regalare i momenti più ilari, gli ottanta minuti di visione scorrono con la giusta dose di divertimento senza pretese ma, proprio per questo, più genuino delle aspettative e saldamente ancorato ad una verve gradevolmente autoironica, soprattutto per ciò che concerne la figura del bizzarro e fanatico professore interpretato da uno strabordante Oliver Platt, il più in forma di un roster che conta comunque le consone performance di Bill Pullman, Bridget Fonda e Brendan Gleeson. Gli effetti speciali per la realizzazione del lucertolone, curati dallo Stan Winston Studios, non fanno gridare al miracolo ma si fanno apprezzare per un gusto retrò di discreto impatto, confermando il sapore paradossalmente pseudo-nostalgico dell'operazione.

Lake Placid Più (auto)ironia che tensione negli ottanta minuti e rotti di Lake Placid, horror-comedy che garantisce quanto promette: una sana dose di puro divertimento di genere, improbabile e grezzo quanto basta e con un cast di facce giuste al posto giusto. Steve Miner dirige col pilota automatico una sceneggiatura elementare che rispetta tutti i canoni del filone virandoli in una chiave parodica che può far storcere il naso ai puristi ma contribuisce alla riuscita di un prodotto di puro intrattenimento ideale per una serata a base di birra e patatine.

6

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