Recensione La spada della vendetta

Un guerriero solitario in cerca di vendetta nell'Inghilterra del 1089 è il protagonista di La spada della vendetta, anonimo action b-movie medievale diretto dall'esordiente Jim Weedon.

Recensione La spada della vendetta
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"Dopo la battaglia di Hastings nel 1066 Guglielmo il Conquistatore mandò l'esercito nel nord dell'Inghilterra per una campagna di devastazioni, conosciute come lo Strazio. Il più temuto condottiero di Re Guglielmo, Earl Durant, massacrò centomila sassoni, lasciando il paese disperato e devastato. Durant ora governa il Nord con i suoi figli Lord Artus e Lord Romain. Coloro che sono sopravvissuti vivono in perenne paura."

Action medievale che segue la scia del successo de Il trono di spade, La spada della vendetta vede come protagonista un anti-eroe solitario, chiamato inizialmente come "lo straniero". Dopo aver ucciso alcuni uomini del crudele barone Durant l'uomo si unisce ad un movimento di sassoni ribelli, diventandone l'indiscusso leader e conquistando l'affetto e il rispetto delle tenace guerriera Anna. La vendetta del nobile non tarderà ad arrivare, dando il via ad una vera e propria battaglia all'ultimo sangue.

Lama smussata

I produttori sono gli stessi del recente Hammer of the Gods (2013) ed in parte si vede: il budget limitato infatti risalta subito all'occhio, collocando la produzione nel copioso filone pseudo-fantasy ormai esploso sul piccolo e sul grande schermo. Il problema maggiore de La spada della vendetta risiede però in uno script sin troppo approssimativo, incapace di dipingere personaggi memorabili con i quali empatizzare e sciorinando nei suoi 90 minuti scarsi di visione un susseguirsi di situazioni poco credibili, con un epilogo inconcludente e totalmente privo di pathos. Il regista Jim Weedon, al suo esordio dietro la macchina da presa, ambisce a realizzare un'opera dal marchio simil-autoriale, un po' sulla scia dello splendido Valhalla Rising - Regno di sangue (2009) di Nicolas Winding Refn, ma fallisce miseramente. La fotografia satura tendente a una colorazione fredda e impersonale fa da anonimo sfondo ad una narrazione in cui sono gli scontri belligeri a farla da padrone, purtroppo svuotati di qualsiasi enfasi e girati in modo spesso confusionario, facendo collassare del tutto l'impatto action del racconto, sminuito maggiormente da un eccessivo uso del rallenty nelle scene più concitate. Anche la colonna sonora, tra synth e partiture elettroniche, non trova mai il giusto mood epico e gli interpreti, tra cui spiccano Stanley Weber de I Borgia e l'Annabelle Lewis di Annabelle, non fanno che peggiorare le cose con prove di una straniante sottrazione che non raggiungono mai il necessario carisma.

La spada della vendetta Un paio di sequenze suggestive nella battaglia finale non bastano a giustificare 80 minuti di nulla: La spada della vendetta vorrebbe essere un epico action in costume, revenge-movie ai tempi del medioevo, ma soffre di una narrazione insulsa che sminuisce il già scarso carisma dei personaggi. Situazioni improbabili e una violenza secca e costante permeano l'anonima visione, con una discreta fotografia tendente al grigio a cercare di creare un'atmosfera di tetra disperazione e spingere il racconto su livelli più alti, ma la regia dell'esordiente Weedon si perde in ambizioni non realizzate.

4.5

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