La ragazza del treno Recensione

Arriva al cinema La Ragazza del Treno, l'adattamento cinematografico con Emily Blunt dell'omonimo best-seller di Paula Hawkins.

La ragazza del treno Recensione
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Nell'epoca del voyeurismo, della (concessa) violazione dell'altrui privacy, del mostrare - e al contempo spiare - incessantemente solo il meglio della vita attraverso l'arma a doppio taglio dei social, non è difficile capire come il semplicistico ma catartico romanzo La Ragazza del Treno di Paula Hawkins sia diventato un best-seller da 15 milioni di lettori e, in quanto tale, opera letteraria più che degna di una trasposizione cinematografica - in sostanza un thriller "a bassa tensione" - per la quale è stato scelto un cast d'eccezione composto, tra gli altri, da Emily Blunt, Haley Bennett, Justin Theroux, Rebecca Ferguson e Luke Evans.


Le Vite degli Altri

La storia che la Hawkins racconta, e che l'omonimo film di Tate Taylor riprende, è quella di Rachel (Emily Blunt) una donna distrutta dalla fine del suo matrimonio e dall'alcool che ogni giorno sale su un treno per Manhattan, che un tempo la portava al suo perduto lavoro, col fine unico di osservare l'esistenza di Megan (Haley Bennett) e Scott (Luke Evans). Nella giovane coppia, infatti, vede tutto ciò che lei ha perso ma che ancora desidera, almeno fino a quando la protagonista non diviene testimone di una sparizione.

Nessun Mordente

Nonostante la bravura della Blunt, la fotografia patinata funzionale allo sguardo annebbiato dal dolore e dall'alcol della protagonista, La Ragazza del Treno non riesce a creare la giusta dose di tensione fondamentale per il genere thriller a cui il libro e il film appartengono. Tentando di trasporre in maniera degna il romanzo della Hawkins, il lungometraggio di Taylor si perde in una serie di flashback, che "costruiscono" il caso attraverso i ricordi di Rachel, e in un continuo insinuarsi di voci fuori campo che distraggono lo spettatore anticipando, in maniera ancor più repentina del libro, il gran finale che arriva orfano di pathos. Evidentemente ispirato nella messa in scena (dalla su citata fotografia al montaggio) a Gone Girl di David Fincher, La Ragazza del Treno non riesce ad eguagliare la trasposizione del thriller di Gillian Flynn pur nel vano tentativo di emularne il successo attraverso una rivincita delle donne (martiri) di cui il romanzo - e il film - sono fragili portavoce.

La ragazza del treno La bellezza della funzionale fotografia e la bravura di Emily Blunt che nei suoi occhi riesce ad esprimere il peso dell'esistenza della "sua" Rachel non bastano a salvare La Ragazza del Treno. Nel vano tentativo di imitare Gone Girl, il thriller di David Fincher anch'esso tratto da un omonimo Best-Seller, il film di Tate Taylor si perde nei suoi flashback stancando lo spettatore senza mai alimentarne la curiosità.

4.5

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