Recensione La morte ti fa bella

Robert Zemeckis dirige Bruce Willis, Meryl Streep, Goldie Hawn e Isabella Rossellini in una scontata ma divertente commedia nera incentrata sull'ossessione per l'eterna giovinezza.

Recensione La morte ti fa bella
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Il sogno dell'eterna giovinezza accomuna da anni sia i comuni mortali che, soprattutto, le star di Hollywood. Non si contano infatti casi più o meno recenti di attrici rovinate dal botox e dagli effetti indeseriderati di lifting aggressivi. Forse in molti alla sua uscita nel 1992 non ne hanno letto la critica sottotraccia, ma in La morte ti fa bella il geniale Robert Zemeckis (a due anni dall'ultimo capitolo di Ritorno al futuro) ha sicuramente pensato alla situazione già allora contemporanea. Vincitrice del premio Oscar per gli eccezionali effetti speciali della Industrial Light & Magic di George Lucas, questa commedia nera diventata pure da noi un piccolo cult, anche televisivo, poteva inoltre vantare un quartetto di interpreti di prima grandezza che vedeva un Bruce Willis "capellone" beato tra le donne, e che donne: Meryl Streep, Goldie Hawn e la nostra Isabella Rossellini.

Chi bella vuole apparire...

Nel 1978 Helen presenta al suo attuale fidanzato Ernest, un rispettato chirurgo, l'ex compagna di scuola Madeline, attrice e cantante di musical. L'uomo rimane subito attratto dall'amica della sua compagna e, dopo un breve periodo, decide di lasciare Helen e convolare a nozze con Madeline. Sette anni dopo Helen si trova in un forte stato di depressione, è visibilmente ingrassata di almeno mezzo quintale ed è ricoverata in una casa di cura per malati mentali, dove progetta un piano di vendetta per la donna che gli ha rubato il fidanzato. Passano ancora sette anni, e in un periodo in cui il matrimonio tra Ernest e Madeline è in forte crisi (lui è alcolizzato, lei ha diversi amanti più giovani ed è ossessionata dalla paura di invecchiare), Helen rispunta nella loro vita: miracolosamente ora la donna è in splendida forma e sembra dimostrare molti anni in meno rispetto all'età reale. E mentre Helen cerca di riconquistare Ernest, Madeline viene a conoscenza di una potenziale cura per ringiovanire...

La dolce ala della giovinezza

A tratti ripetitivo, ma comunque non privo di un macabro sense of wonder da sempre nelle corde di Zemeckis. La morte ti fa bella è una commedia nera del fantastico che guarda anche a generi classici come il noir sfruttando nel migliore dei modi la gustosa alchimia tra gli interpreti e le potenzialità degli effetti speciali. Una farsa del grottesco per grandi e bambini smaliziati, non priva di qualche platonico sussulto erotico (incarnato soprattutto dalla splendida silhouette della Rossellini) e di una cattiveria tutta al femminile nell'accesa rivalità tra le due donne protagoniste, vipere avversarie in un primo momento e poi inaspettate alleate contro il maschio, succube ma non troppo. Il tutto virato ad un divertimeno facile (ma non per questo meno efficace) che mette in secondo piano le caratterizzazioni dei personaggi, semplici macchiette alle quali comunque giova il simpatico magnetismo dei bravi interpreti. Un kitsch allegro e moderato senza troppi pensieri che svolge il suo compitino di puro intrattenimento senza colpo ferire.

La morte ti fa bella "L'uomo è mortale a causa dei suoi timori e immortale a causa dei suoi desideri." decantava Pitagora e, con i giusti accorgimenti e le dovute proporzioni, l'ha detto anche Robert Zemeckis nel suo La morte ti fa bella. L'ossessione per l'eterna giovinezza è lo sfondo, farsescamente sagace sul moderno culto dei lifting e similia, di questa commedia nera narrativamente elementare ma non priva di divertimento, con il vantaggio di poter contare su un poker di bravi interpreti e sugli ottimi effetti speciali della Industrial Light & Magic.

7

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