Recensione La Moglie del Cuoco

Dalla Francia una commedia sui 'contrasti' di una quasi amicizia tutta al femminile

Recensione La Moglie del Cuoco
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A volte la vita impone dei cambiamenti di rotta ai quali (per un motivo o per un altro) è impossibile sottrarsi. Il lavoro di Marithé (Karine Viard), impiegata in un istituto di formazione per adulti, consiste proprio nel guidare quei cambiamenti e soprattutto quelle svolte di ordine lavorativo (che poi sottendono anche un sostanziale cambiamento di vita) verso un'inversione di rotta duratura e ‘funzionale'. Un giorno a chiedere l'aiuto di Marithé sarà Carol (Emanuelle Devos); ma il suo si presenterà sin da subito come un caso particolare. Carol infatti è ricca e altolocata, ma aspira a cambiare occupazione e trovare una sua identità professionale dopo essere stata per una vita solo ed esclusivamente ‘la moglie di' Sam (Roschdy Zem) chef affermato e di grande fama che ha costruito la sua vita di coppia in funzione della sua carriera. Ma ora l'eczema di Carol e quei continui pruriti stanno lì a ricordarle quanto vivere all'ombra del marito non sia più una via percorribile. Il ruolo di Marithé sarà dunque quello di indirizzare Carol verso una strada più aderente alle sue propensioni e al suo potenziale. Un percorso che sembrerà inizialmente prendere la direzione giusta ma che imboccherà poi un bivio inaspettato quando tra le due donne comincerà a crescere un'amicizia non del tutto sincera, basata su condizionamenti esterni e non propriamente ‘legittimi'.

Quasi amiche

L'attrice (Quasi Amici, La guerra è dichiarata) e regista francese (qui alla sua quarta prova da regista) Anne Le Ny arriva nelle sale italiane con La moglie del cuoco (titolo originale On a failli être amies), commedia leggera ma dall'aura sofisticata che ruota attorno alla quasi amicizia di due donne profondamente diverse, poi avvicinate dalle evoluzioni di un imprevedibile triangolo amoroso. Due donne diversamente indipendenti che proveranno a ‘sbirciare' l'una nella vita dell'altra per individuare e forse appropriarsi di quello che manca alla propria. Due fragilità a confronto che faranno leva l'una sull'altra in un percorso di riconquista dell'autostima che seguirà itinerari diversi pur attraversando - in entrambi i casi - la stessa doppia fase di illusione e delusione rispetto al miraggio di una veloce soluzione ai propri stalli. Una commedia nel complesso non particolarmente  travolgente che trova però un suo punto di forza nel confronto di status sociale e caratteriale tra le due protagoniste (la frenetica Marithé di Karin Viard che si contrappone all'aplomb sbadatamente elitario della Carol di Emanuelle Devos) e nella verve di alcuni siparietti che sfruttano il tema della ‘infedeltà amicale' per ritrarre un mondo al femminile determinato e sfrontato al limite dell'"ethically correct". Il crescendo arrivista e sempre meno solidale di Marithé diventa infatti il mezzo con cui la commedia firmata da Le Ny porta alla luce tutta la non solidarietà femminile contrapposta alla voglia (disperata) di coronare il proprio sogno sentimentale. Mutuando in parte e coniugando al femminile il conflitto sociale ed esistenziale di Quasi Amici, Anne Le Ny realizza dunque la propria versione di Quasi amiche, dove il miraggio dell'amicizia rappresenta il campo d'azione per analizzare insoddisfazioni reali e latenti della vita che si è scelta, fatta propria. Infine, commedia di spirito che intrattiene grazie a una buona scrittura e alla simpatia delle due protagoniste, pur senza riuscire a spingersi oltre la soglia del puro divertissement filmico.

La Moglie del Cuoco Dalla Francia arriva La moglie del cuoco, una commedia tutta al femminile firmata dall’attrice e regista Ann Le Ny che analizza e decostruisce il rapporto tra donne attraverso un triangolo amoroso in qualche modo ironico e spietato. La regista francese mette infatti in scena gioie e dolori di una quasi amicizia ostacolata e infranta dagli obiettivi personali, costruendo con acume e simpatia molti dei momenti di questo scontro umano, pur senza riuscire a conferire al film un suo respiro più ampio che sia in grado di lasciare una propria traccia anche oltre i titoli di coda.

6

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