Recensione La maschera di Zorro

Riscopriamo insieme il divertente ritorno dell'eroe mascherato nella ispirata versione diretta da Martin Campbell, con protagonisti Antonio Banderas, Anthony Hopkins e Catherine Zeta-Jones.

Recensione La maschera di Zorro
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Aggiornare il mito di Zorro non era certo un'impresa semplice: l'iconico personaggio creato nel 1919 dallo scrittore di riviste pulp Johnston McCulley è entrato da quasi un secolo nell'immaginario collettivo, avvantaggiato anche dalle oltre cinquanta diverse incursioni su piccolo e grande schermo. Nel 1998, a ventitré anni dall'ultima versione del giustiziere mascherato diretta dal nostro Duccio Tessari e con protagonista Alain Delon, Steven Spielberg decide di riportare in voga il personaggio producendo un nuovo film e affidandone la regia al bondiano Martin Campbell (GoldenEye, Casino Royale). Per rompere in parte con gli schemi passati e svecchiare la formula, La maschera di Zorro vede per la prima volta un interprete spagnolo nei panni dell'intrepido eroe, nella fattispecie un sex-symbol come Antonio Banderas, affiancato da altre star hollywoodiane quali Sir Anthony Hopkins e un'ancora poco conosciuta Catherine Zeta-Jones, che grazie al ruolo di Elena si è guadagnata fama internazionale.

Passaggio di consegne

Nel 1822, mentre la California è prossima a passare sotto il controllo messicano, il nobile Diego de la Vega combatte, nascosto sotto La maschera di Zorro, le ingiustizie perpetrate dal crudele governatore Rafael Montero. Ma l'identità del giustiziere viene scoperta e Montero uccide la moglie e rapisce la figlia di pochi mesi di Diego, condannando quest'ultimo al carcere a vita. Vent'anni più tardi, saputo del ritorno del suo aguzzino in California, un De la Vega ormai vecchio e stanco fugge dal carcere e per completare la sua vendetta decide di addestrare alla scherma e alle buone maniere il bandito Alejandro (il cui fratello è stato da poco ucciso proprio da un militare agli ordini di Montero) trasformandolo in un nuovo Zorro. E mentre il Paese è scosso dai soprusi nei confronti della povera gente, Alejandro e De la Vega metteranno i bastoni tra le ruote ai nobili, imbattendosi anche nella bella e combattiva Elena, la bambina rapita da Montero vent'anni prima.

Z come Zorro

Tanto cinema classico ibridato con soluzioni moderne per due ore che riportano alla mente i gloriosi film di cappa e spada della Hollywood che fu. Martin Campbell non ha paura di osare realizzando una perfetta macchina spettacolare che riporta in auge quel cinema d'avventura giocoso e trascinante poco utilizzato nell'ultimo trentennio. Avvincente e divertente, pregno di un'ispirata ironia per grandi e piccini, La maschera di Zorro si rivolge ad istinti citazionisti che guardano sia alla saga bondiana che al mondo dei (cine)fumetti (la "tana" del primo Zorro è un chiaro omaggio alla bat-caverna), e ancora ai romanzi immortali (Il conte di Montecristo) e alle pellicole con Errol Flynn. Le due ore di visione scorrono in un lampo, puntando su un ritmo forsennato che si prende una piacevole pausa soltanto nella parte in cui Alejandro deve fingersi un uomo dai nobili natali per ingannare i cattivi della situazione, e conducendoci verso un finale al fulmicotone, pirotecnico mix di duelli all'arma bianca ed esplosioni. La sceneggiatura, che modifica in buona parte sia la genesi ma soprattutto l'ambientazione geo-politica della vicenda, sfrutta l'essenza da romanzo d'appendice mixandola coi blockbuster allora contemporanei,  e senza dimenticare una non retorica parvenza di critica sociale,  dà vita ad un ibrido divertito e brioso che si regge saldamente sull'ottima componente tecnica. Grazie anche al merito di coreografi e controfigure le sequenze di pura azione rimangono sempre avvincenti e originali, trovando nel già accennato sprint umoristico una vera e propria marcia in più. Al resto pensa il cast, e se la bravura di Hopkins non è certo più una sorpresa, il magnetismo di Banderas e la bellezza della Zeta-Jones completano nel migliore dei modi un tipo di cinema sì recente ma che è sempre più raro vedere sugli schermi odierni.

La maschera di Zorro Avventura e ironia in un cappa e spada che miscela classico e moderno con un perfetto equilibrio. La maschera di Zorro trascina per oltre due ore grazie ad un equilibrato mix delle sua varie anime, sorrette da una sceneggiatura curata ad hoc e un senso dello spettacolo che emerge prepotente in più occasioni nell'ispirata regia di Martin Campbell, bravo e fortunato nella gestione di un trio di protagonisti nati per i rispettivi ruoli.

8

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