Recensione L'uomo che fissa le capre

Cercavano dei modi di combattere la guerra senza fare male a nessuno... solo fissando il nemico.

Recensione L'uomo che fissa le capre
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Se qualcuno venisse da voi e vi dicesse che negli anni settanta la formazione dell'austero esercito americano prevedeva un distaccamento chiamato Primo Battaglione Terra, destinato alla ricerca di metodi alternativi di non combattimento, ci credereste mai? Eppure sembra che qualcosa di vero ci sia. Dopo una terribile esperienza in Vietnam, il colonnello Jim Channon propose al Pentagono di rivoluzionare l'esercito americano, presentando il suo "Manuale del Primo Battaglione Terra": un testo con velleità new age che andava a sostituire i classici espedienti bellici di distruzione e morte con metodii più etici e pacifici. Musiche ambient per rilassare il nemico, fiori simbolo di pace e amore, manipolazioni psichiche. Per quanto bizzarro possa apparire, gli uomini scelti per questa operazione credevano davvero in tutto ciò, ed erano convinti di poter attraversare le pareti o uccidere un essere vivente solamente con la forza dello sguardo. Jon Ronson, scrittore, giornalista e regista di documentari, ha ricostruito la storia vera di queste incredibili attività e ne ha creato un libro, che ha colpito così tanto il produttore Paul Lister, da trasformare il tutto nel film L'uomo che fissa le capre.

Arruolarsi nel New Earth Army

Bob Wilton (Ewan McGregor) è un giornalista appena lasciato dalla moglie che vuole riscattare se stesso. Decide così di partire per i territori di guerra, dove incontra casualmente Lyn Cassady (Gorge Clooney), ex membro scelto dello smantellato New Earth Army, un reparto dell'esercito americano dedicato alla ricerca di metodi di combattimento psichici. Convinto che dietro tutto ciò si nasconda un ottimo scoop su cui costruirci un pezzo, Bob parte al fianco di Lyn alla ricerca di Bill Django (Jeff Bridges), suo mentore e fondatore del New Earth Army che, sotto forma di presenza extracorporea, ha chiesto il suo aiuto. La storia di un gruppo di uomini che studia la guerra psicologica, con lunghi capelli, musica psichedelica e scorte di LSD, si trasforma presto nell'avventura on the road di due uomini, entrambi persi, alla ricerca di una vera ragione per tornare a vivere, tra i quali nasce una grande amicizia.

Più strano della finzione

L'uomo che fissa le capre è l'esordio dietro la macchina da presa di Grant Heslov (sceneggiatore di Good Night and Good Luck), che per il suo primo film ha deciso di partire da un materiale piuttosto eccentrico. La storia del reparto militare, convinto di poter ammazzare un capra solo con lo sguardo, offre decisamente degli ottimi spunti narrativi, che il regista ha saputo seguire nel migliore dei modi. Accanto a momenti assolutamente esilaranti ed a limiti della realtà più verosimile, troviamo una riflessione sulla politica americana odierna e sull'organizzazione del suo orgoglio più grande, l'esercito. Una combinazione vincente che conduce ad una pellicola assolutamente brillante, piena di ritmo ed in cui si avvicendano diversi stili di commedia: dal veloce ed intuitivo slapstick al demenziale, dalla comicità più superficiale e di facile impatto a quella fatta di richiami esterni alla sceneggiatura stessa. Heslov manipola il tutto con una grande coscienza critica, dosando alla perfezione cinismo e delirante senza mai strafare con nessuno di essi. Alla fine della storia rimangono le risate, ci si sente pieni di buoni sentimenti e si ha anche materiale sul quale riflettere. Di cosa altro si può avere bisogno? Forse di un grande cast, ma anche in questo il film non delude per niente. Quando uno Jedi incontra un suo simile, lo riconosce a prima vista, ed è così che George Clooney incontra l'Obi-Wan Kenobi Ewan McGregor. Il primo è uno Jedi in quanto ex membro del "Progetto Jedi" (gli appartenenti al reparto si definivano una sorta di monaco-guerrieri con l'obiettivo di liberare la mente e trovare nuovi metodi non distruttivi per combattere le guerre), il secondo lo è solo per il passato filmografico dell'attore che lo interpreta, ma i riferimenti a questo vengono continuamente tenuti vivi durante tutta la narrazione, spostando la comicità intrinseca della storia su un piano addirittura esterno a tutto ciò che viene raccontato. Clooney, che in questo caso è anche produrre della pellicola, è perfetto nel ruolo di Lyn Cassady, riuscendo a conferire al personaggio un'autentica compostezza che lo pone a metà strada tra un pazzo ed un eletto della società, e McGregor, con il suo aspetto da bravo ragazzo dagli occhi languidi, sembra crescere insieme al suo personaggio, passando dal ruolo dello spaesato a quello dell'eroe. Ad accompagnare i due attori sulle scene ci sono Jeff Bridges (Iron Man) e Kevin Spacey (American Beauty), due personalità fisicamente all'opposto poste ad interpretare un militare hippy ed un fanatico perennemente in competizione con gli altri. Tra i quattro attori sembra essersi instaurato un' ottima alchimia professionale che traspare dallo schermo: estremamente affiatati, sempre in linea con i loro personaggi (anche quando gli stessi sembrano per sopra le righe), divertenti e divertiti, regalano alla pellicola quel fattore in più che la trasforma in puro godimento cinematografico. "No capre. No Glory"? A quanto pare la tagline del film ha proprio ragione.

L'uomo che fissa le capre L'uomo che fissa le capre è ironico, divertente, cinico e, nella sua bizzaria, perfettamente razionale. Un piacevole concentrato di caratteristiche miscelate saggiamente tra di loro che conducono ad un risultato finale assolutamente godibile. Che siate più attratti dalla stranezza della storia del battaglione psichico realmente esistito o dal modo brillante in cui essa è raccontata da Heslov, questo film vi deluderà difficilmente.

7.5

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