Recensione L'erede - The Heir

Il thriller del regista italo-francese Michael Zampino

Recensione L'erede - The Heir
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Il thriller è un genere non molto sperimentato (quasi per nulla, a dire il vero) dalla cinematografia italiana coeva, che preferisce di gran lunga assestarsi sulle semplici commedie di personaggi/situazione che ben conosciamo. Va dunque accolto con un plauso, se non altro all'originalità e al coraggio di uscire dalla ‘strada maestra' (in più con un'opera prima), l'esordio alla regia dell'italo-francese Michael Zampino, già regista di cortometraggi (Antonio Marmi, Agostino, Transit, Aim High) e sceneggiatore di lungometraggi. Con il sostegno dello sceneggiatore Ugo Chiti (L'Imbalsamatore, Gomorra, Manuale d'Amore) e le partecipazioni di Alessandro Roja (il Dandi della serie Romanzo criminale), e soprattutto la viscerale Guia Jelo alla recitazione, l'opera prima di Zampino appare, pur con qualche imperfezione stilistica e di scrittura dei personaggi, apprezzabile soprattutto nell'efficace ricostruzione di una cupa atmosfera da thriller, fatta di boschi inospitali e venefiche piogge, che si aggancia al filo nero di un terrore non urlato, ma che trapela poco a poco nello sguardo sempre più folle dei ‘persecutori' e in quello sempre più annichilito del perseguitato. Un film non perfetto ma che rivela il talento ‘senza dubbio perfettibile' di Zampino.

'Difficili' eredità

In seguito alla morte del padre, Bruno (Alessandro Roja), giovane medico milanese, si reca negli Appennini per prendere visione di una vecchia villa situata nelle Marche, ricevuta in eredità dal padre. Nonostante l'evidente condizione di abbandono, la villa la villa racchiude un fascino decisamente suggestivo e Bruno decide per questo di ristrutturarla con l'intenzione di venderla al miglior offerente. Ma il suo linearissimo piano andrà a scontrarsi con le fosche intenzioni dei rozzi vicini, la signora Paola (Guia Jelo) e i suoi due figli Angela (Tresy Taddei Takimiri) e Giovanni (Davide Lorino), che si paleseranno sempre più nell'obiettivo di strappare la casa a Bruno, quale risarcimento dei molti torti subiti dal padre. Nella cupa atmosfera della location si andrà dunque delineando una realtà sempre più torbida, in cui le colpe del padre ricadranno come un macigno sul figlio, vittima (da parte degli strani vicini) di una vera e propria persecuzione e ignaro erede di un'eredità tutt'altro che desiderabile...

Tra thriller e commedia

Costruito con le atmosfere del thriller psicologico e d'ambiente (la natura selvaggia in cui si nasconde quest'isolata e contesa dimora), L'erede - The Heir è in realtà il volto nero di una commedia familiare che indaga la frequente dinamica di uomini con doppie famiglie, che diventano focolaio di invidie, gelosie ed esasperati e insanabili risentimenti qui riversati tutti sulla figura di Bruno. Il classico percorso di un figlio inconsapevolmente trovatosi a dover sanare i conti lasciati da un padre ‘degenere' che ha vissuto senza disciplina e senza tenere conto delle conseguenze delle sue azioni, malamente deflagrate dopo la sua morte. A rafforzare la transizione tra commedia e thriller intervengono però altri, energici elementi, come l'interpretazione resa da Guia Jelo, capace di trasformare la sua amante ferita in una vera e propria strega dai poteri nefasti, il contrasto creato tra la selvaggia libertà di luoghi in cui si trova la mega villa e l'inquietante claustrofobia generata dai suoi ambienti, così prossimi all'insano vicinato, e ancora, l'utilizzo ricorrente del coniglio, animale per antonomasia fifone, impaurito che ben rispecchia la parabola discendente cui dovrà sottostare Bruno, da cittadino degli agi a indifeso animale nella trappola dei suoi persecutori, che rischierà di fare la stessa, terrificante fine del coniglio fatto brutalmente fuori a inizio film dalla signora Paola, una macabra quanto realistica allusione agli sviluppi della vicenda. Buoni spunti filmici dunque, che concorrono alla creazione di un'atmosfera di suspense spezzata però, qui e là, da qualche evitabile scelta narrativa e dalla recitazione non sempre sincronica degli attori, forse dovuta a una scrittura non proprio puntualissima dei vari personaggi (in particolar modo quello di Bruno e quello del di lui fratellastro Giovanni).


L'erede - The Heir Si apre qualche tenue spiraglio verso il cinema di genere con l’opera prima del regista italo-francese Michael Zampino, che con L’erede - The Heir tenta la via del thriller, o meglio della commedia/dramma familiare dai risvolti neri. A fronte di un’atmosfera cupa molto ben veicolata e di un personaggio (quello di Paola) che spicca per espressività e intensità, manca però uno sviluppo della trama e dei personaggi tale da garantire il livello di tensione sempre sufficientemente alto. Rimane comunque un buon primo tentativo da sostenere.

6.5

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