Recensione L'avvocato del diavolo

Il thriller sovrannaturale con Keanu Reeves, Charlize Theron ed Al Pacino

Recensione L'avvocato del diavolo
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In origine tratto dall'omonimo romanzo di Andrew Neiderman, L'avvocato del diavolo prende in realtà spunto anche da altri (più o meno) classici della letteratura, in particolare dal capolavoro Paradiso perduto di John Milton, che guarda caso è anche il nome del personaggio interpretato da Al Pacino. Accolto abbastanza positivamente da pubblico e critica (pur con alcune voci fuori dal coro), il film è diretto dall'onesto Taylor Hackford (Rapimento e riscatto, Ufficiale e gentiluomo) e vede come protagonista Keanu Reeves, ai tempi già famoso ma ancora privo della consacrazione di Matrix, uscito due anni dopo. Ottimo il cast che, oltre agli appena citati Reeves e Pacino, annovera nomi del calibro di Charlize Theron (al primo vero ruolo importante della sua carriera), Connie Nielsen (Il gladiatore, Nymphomaniac), Jeffrey Jones (Amadeus, Ed Wood) e Craig T. Nelson (Poltergeist, Urla del silenzio).

The Devil's Advocate

Kevin Lomax è un giovane avvocato di successo, famoso per non aver mai perso una causa. Dopo aver ottenuto l'assoluzione di un professore accusato di molestie sessuali nei confronti di un'alunna, Lomax viene contattato dal potente studio legale Milton, con sede a New York, che ha intenzione di assumerlo. Giunto nella Grande Mela in compagnia della moglie Mary Ann, Lomax conosce il proprietario dello studio, John Milton, che lo prende sotto la sua ala protettiva. Ma dopo qualche tempo, a causa del troppo lavoro e dell'attrazione per un'altra donna, il rapporto di Lomax con sua moglie comincia ad incrinarsi, provocando nella compagna una progressiva fobia che la porta a soffrire di inquietanti allucinazioni. Ben presto anche Kevin, che nel frattempo deve difendere un potente magnate accusato di un triplo omicio, comincia a sospettare che Milton nasconda qualche segreto...

The Devil inside

Con un finale che rimescola le carte in tavola (ma neanche troppo, visto il beffardo epilogo) e che lascia diversi dubbi su possibile realtà o assurda immaginazione (o viceversa), L'avvocato del diavolo è un'opera ambiziosa che non ha paura di osare, scadendo a volte in passi falsi, ma comunque sempre conscia delle sue enormi potenzialità. Una messa in scena sontuosa che fa da sfondo ad un racconto conturbante ed enigmatico, che vola alto nei suoi momenti più grandi e che soffre soltanto di uno sviluppo "incerto" con un'anima divisa tra il drama horror e il legal thriller, recuperando comunque in omogeneità grazie ad uno sviluppo ben congegnato. Se infatti la parte procedurale si mantiene su un livello d'originalità appena sufficiente, è nelle sue contaminazioni sovrannaturali che il film trova il suo maggior punto di fascino, con effetti speciali dosati e di ottima fattura che riescono a generare una crescente inquietudine sino all'incombente tragedia. Vengono tirati in ballo in più occasioni l'etica e il libero arbitrio (da applausi il discorso pronunciato negli ultimi minuti da Milton), e la religione viene furbescamente messa alla berlina in un confronto Bene-Male dove non è così scontato decretare il vincitore. Gli istinti più deplorevoli trovano ben presto sfogo nel cuore di Lomax, incapace di controllare il decadimento suo e di chi gli sta intorno, condannandolo infine all'unica scelta possibile (ma sarà tutta verità o solo finzione?). Critica non troppo velata al mestiere dell'avvocato (che, metaforicamente, rappresenta l'ego assoluto dell'essere umano), dove si è sempre pronti a mettere i propri interessi dinanzi a tutto, anche se questo può spesso significare il dolore degli innocenti. Non privo di un sottile ma incisivo erotismo (e con la Theron e la Nielsen lo sguardo maschile non può certo lamentarsi), L'avvocato del diavolo è ricco di scene madri intense e registicamente eleganti, che si affidano ad un cast preparato (comprimari inclusi), in cui regna incontrastato l'istrionismo di un diabolico Al Pacino, tra i Diavoli più convincenti del Cinema recente. E sui titoli di coda non poteva certo mancare la canzone di un gruppo con una certa "simpatia diavolesca" come i Rolling Stones...

L'avvocato del diavolo Il diavolo esiste veramente o è soltanto dentro di noi? Domanda non così scontata in questo bel thriller drammatico dalla contaminazioni legal e horror diretto nel 1997 da Taylor Hackford. Una messa in scena di gran classe e una storia, pur non priva di sbavature, appassionante e ricca di spunti di riflessione (con tanto di finale enigmatico) che tengono alta l'attenzione per oltre due ore. Reeves e la Theron se la cavano più che discretamente in un cast dove svetta incontrastato un luciferino Al Pacino.

7.5

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