Recensione L'armata delle tenebre

L'esilarante e iconica avventura di Ash contro l'esercito dei morti

Recensione L'armata delle tenebre
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Laddove "finisce" La casa 2 ha inizio L'armata delle tenebre. Reduce dal successo straordinario, soprattutto di pubblico, dei due capitoli della saga "domestica", Sam Raimi e Bruce Campbell decidono di riportare nelle sale il personaggio di Ash, diventato di vero e proprio culto in ogni angolo del globo, trasportandolo però in un'ambientazione del tutto nuova e ponendosi come visione ancor più incentrata sulla comicità (lo splatter, seppur non del tutto assente, è quasi sempre cartoonesco) rispetto agli illustri precedenti, un vero e proprio tripudio slapstick in grado di soddisfare grandi e piccini.  Una sfida in parte rischiosa, costata 11 milioni di dollari (a differenza dei 3.5 de La casa 2 e dei 350.000 dollari del capostipite), che però si può dire del tutto vinta da parte dei due storici amici, e di cui è stato confermato, con data ancora da definire, un attesissimo sequel. Scritta da Raimi assieme al fratello Ivan (che appare anche in un breve cameo, così come l'altro fratello Ted), la sceneggiatura de L'armata delle tenebre proietta Ash, sopravvissuto "soltanto" con la perdita di una mano alle vicende della precedente pellicola, indietro nel tempo nel tredicesimo secolo, ove vi giunge tramite una sorta di portale dimensionale. Qui viene catturato dai cavalieri di Lord Arthur, che lo credono una spia dell'esercito nemico. Il fucile e la motosega gli vengono sottratti, e Ash viene condannato a morte. Gettato in un pozzo in cui vive una creatura demoniaca, Ash viene salvato dall'intervento del mago di corte che crede che lui sia l'Eletto annunciato dalla Profezia, l'eroe che potrà sconfiggere l'esercito dei morti. Sfortunatamente per Ash, l'unico modo di tornare a casa coincide con l'improba missione propostagli dal Mago, quella di ritrovare il Necronomicon e riportare così la pace nel regno. Costretto dagli eventi, e in parte anche a causa del suo innamoramento nei confronti di una bella dama di corte, Ash sarà costretto nuovamente a combattere il Male.

"Dammi un po' di zucchero, baby"

Un fantasy delirante spruzzato di una sana e contagiosa dose di horror umoristico. L'armata delle tenebre è un continuo susseguirsi di gag visivamente geniali che si intersecano a meraviglia in una storia dal sapore classico e certamente non originalissimo, ma capace proprio nelle sue invenzioni visive e fantastiche di garantire una dose di assoluto e incontenibile divertimento. Il demenziale nella sua carica più genuina, che reinventa gli archetipi classici di un genere rimodernandolo ai gusti delle generazioni contemporanee, è il mezzo con cui Raimi da sfogo a tutto il suo amore per il cinema, permettendo di inserire in questo roboante meltin'pot citazioni a non finire di capolavori del passato. Dalla frase chiave di Ultimatum alla terra (1951), Klaatu, Barada, Nikto!, che Ash deve pronunciare prima di prendere il libro magico ma si dimentica dando il via a un siparietto verbale di rara efficacia, sino alla sequenza dell'armata di scheletri che omaggia Renny Harryhausen, mago degli effetti speciali, autore dell'iconica sequenza de Gli argonauti (1963). Anamorfia ispirata e di raro fascino che esplode soprattutto nella concitata battaglia finale, vero e proprio tripudio effettistico che si adatta al mood farsesco dell'intera operazione, e che vede Ash lottare nuovamente col suo fido fucile e la new-entry di una mano metallica a sostituire la tanto amata moto-sega delle precedenti (dis)avventure. L'ambientazione medievale è ricreata più che discretamente, sia per quanto riguarda il reparto costumistico che per quello scenografico (ottima la resa in campo largo del castello), e le numerose sequenze "in esterni" che vedono Ash andare alla ricerca del libro ricreano il giusto senso di spaesamento, tra cimiteri abbandonati e vecchi mulini sede di potenziali pericoli. Bruce Campbell, attore purtroppo sempre sottostimato dal cinema di serie A, dimostra ancora una volta tutte le sue formidabili doti istrioniche e il suo volto di gomma è il mezzo perfetto per aumentare a dismisura la comicità del racconto.

L'armata delle tenebre L'armata delle tenebre più che un vero e proprio sequel de La casa appare più come uno spin-off, riprendendo in parte le atmosfere già umoristiche del secondo capitolo ma amplificandole a dismisura in un tripudio slapstick cui giova e non poco l'insolita ambientazione fantasy medievale. Tra gustose citazioni ed effetti speciali di buona qualità, Raimi riesce a "riplasmare" la sua saga trovando nuovamente in Bruce Campbell il protagonista perfetto, tra battute e mimiche di rara ispirazione. E mentre tutti aspettiamo l'annunciato ritorno di Ash, l'occasione per riguardare un cult del genere è sempre imperdibile.

9

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