Recensione L'arca di Noè

Preparatevi a un diluvio di risate!

Recensione L'arca di Noè
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Un viaggio partito male...

Già era orribile usare come promoter del film il calciatore Rino Gattuso, annunciato tra i doppiatori del film. Ancora più subdola e furba la mossa, considerando che a conti fatti il centrocampista del Milan e della nazionale non risulta prestare la voce a nessun animale o personaggio presente nella pellicola. Non partiva insomma con un buon biglietto da visita questa produzione italo argentina (produce Roberto di Girolamo, alla sua prima "escursione"  nel paese sudamericano), diretta da Juan Pablo Buscarini, al suo terzo lungometraggio animato. L'arca di Noè (titolo originale El Arca) si distacca molto dal classico stile dei cartoon d'ultima generazione, lasciando largo spazio alla CG solo in alcune scene ad ampio raggio, realizzata appena discretamente, e affidandosi per il resto a un tratto classico, fortemente caricaturale e ancor più sincero nella sua estrema rozzezza. Ma vediamo in cosa cambia questa nuova versione della sacra rappresentazione...

...proseguito meglio...

Quando Dio decide di punire il mondo con il diluvio universale, decide di lasciare una possibilità all'umanità. Trova così l'uomo più meritevole di tutti, Noè, e gli affida una sacra e ardua missione: costruire un'enorme arca dove condurre in salvo la sua famiglia (la moglie, i tre figli e le loro compagne) e tutta la razza animale, recuperando una coppia di ogni specie. Il vecchio e barbuto Noè invia così una combattiva colomba ad avvisare tutti gli altri animali, comandati in principio dal vanitoso e bambinesco leone Katanga, legittimo erede al trono di Re della foresta, accompagnato nel viaggio dalla più volitiva e combattiva leonessa Karaley, segretamente innamorata di lui. Ma un rivale attraverso l'inganno decide di soffiare il trono, e prepara così un piano diabolico: è la tigre Tartaro, che con l'aiuto della Pantera Caterina e di altri spietati compagni, metterà tutti contro Katanga. Nel frattempo due odiosi "strozzini", nemici di Noè, si imbarcano di nascosto sull'Arca per scampare alla morte.

...e finito bene!

Per fortuna del pubblico, di piccini e non, la trama è incentrata più sui vari rapporti tra gli animali che sulla figura di Noè, che risulta il personaggio più antipatico di tutto il film, con la sua famiglia a fargli concorrenza. A cominciare da una caratterizzazione fin troppo beota, sia per ciò che riguarda il carattere che lo stile grafico, i personaggi umani sono sicuramente i meno riusciti, salvati solo in parte da Farlok ed Arzilla, i due perfidi mercanti rivali di Noè, che con la loro sfortuna (da insegnamento moralistico), regalano gag alquanto divertenti. Divertimento invece che è quasi sempre presente quando i fatti sono incentrati sull'imbranato re Katanga e la sua intraprendente compagna Karalei, capaci anche nei dialoghi di regalare verve e simpatia. Il tratto farsesco, a tratti frastornante e decisamente "estremo" donato a certe specie, è davvero gustoso e seppur non facendo gridare al miracolo per "character design", risulta comunque originale e in grado di far sorridere i più piccoli e non. Questo è uno dei più grandi meriti della pellicola, che indirizzata sicuramente a un pubblico di giovanissimi, riesce a essere godibile anche per una platea più matura. Basti notare la "cover" animalesca di "I wil survive", nella quale tutti gli animali si scatenano in una folle danza, o lo stesso folkloristico ballo conclusivo. Senza fare gridare al miracolo in nessuno dei suoi comparti, tecnici e non, l'arca di Noè svolge più che degnamente il suo compito, e si prende anche qualche licenza un pò irriverente verso la religione cristiana, soprattutto con gustosi siparietti tra Dio stesso (rappresentato, farsescamente, come un bonaccione di grosse dimensioni) e il suo aiutante. Ed è in questo un altro grande merito del film, mai scadere in facili moralismi, prevedibili in partenza visto il tema trattato, ma fortunatamente scampati: intendiamoci, il lieto fine è scontato, ma vi si arriva con un percorso di formazione, umana e "animale", mai tedioso e poco bambinesco. Pieno di citazioni, dalle succitate canzoni alla danza tipica degli All Blacks prima delle partite, fino a rimandi cinefili come nella scena di combattimento tra Katanga e il suo rivale con un infinitesimale, ma azzeccato, rimando a Rocky. Senza l'ambizione di gareggiare con suoi colleghi ben più blasonati, e finanziati da ben altri budget, il cartoon di Buscarini si crea uno spazio tutto suo, creando e plasmando una storia per tutti, e evitando di cadere nelle trappole del genere. Non sarà forse ricordato negli anni a venire, e non si può certo definire un capolavoro, ma L'arca di Noè nella sua semplicità si rivela genuino e onesto, e pur soffrendo di qualche pecca, garantisce novanta minuti di simpatia e spensieratezza.

L'arca di Noè Forse avrà aumentato il target di pubblico, ma il trailer del film con tanto di Gattuso "presentatore" (e per altro nemmeno presente tra i doppiatori), ha poco o nulla a che fare con la realtà della pellicola, la quale si rivela una simpatica sorpresa. Pur essendo limitata tecnicamente, sopperisce alle carenze con un ottima caratterizzazione dei personaggi animali, che fa da contraltare a quella pessima di Noè e famiglia. Per fortuna quest'ultimi si vedono per poco sullo schermo, e il resto è lasciato alle divertenti diatribe animalesce, con svariate citazioni musicali e non a garantire una buona varietà. Non è un nuovo masterpiece dell'animazione, ma è comunque un prodotto diverso e originale e, una volta tanto, non banale.

6

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