Recensione Knockout - Resa dei conti

L'action-movie secondo Soderbergh

Recensione Knockout - Resa dei conti
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"Mi era capitato di vedere due combattimenti di Gina e mi era venuto in mente che avrei potuto combinare il mio desiderio di fare un film di spionaggio realistico sfruttando le sue capacità. Mi sono chiesto ‘Perché deve sempre essere un uomo?' Ci sarà qualche altra donna oltre ad Angelina Jolie in grado di correre con una pistola in mano".
Così l'americano Steven Soderbergh, autore di Ocean's eleven (2001) e relativi seguiti, sintetizza le motivazioni che lo hanno spinto a realizzare Knockout - Resa dei conti, pellicola d'azione che vede protagonista il volto delle Arti Marziali Miste Femminili Gina Carano, specializzata nel Muay Thai e apparsa al quinto posto all'interno della classifica di Yahoo delle Dieci Donne Più Influenti del 2008.
"Personalmente, credo che si crei un maggiore livello di drammaticità e di conflitto quando la protagonista del film è una donna" prosegue il regista, "Perché qualsiasi cosa lei cerchi di ottenere ha sempre una difficoltà in più: il fatto che il mondo è in mano agli uomini. La cosa che mi piaceva di questo progetto è che oltre ad essere una storia di spie e di spionaggio, descrive anche i rapporti che la protagonista ha con i diversi personaggi maschili".

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Dalla Gina con furore

Quindi, la Carano concede anima e corpo a Mallory Kane, agile agente segreto che lavora per conto di Kenneth alias Ewan McGregor e si occupa di missioni speciali che i governi non possono autorizzare, guadagnandosi la fama di migliore nel suo campo.
Immediatamente dopo aver portato a termine l'incarico di salvare un ostaggio a Barcellona, Kenneth le assegna una missione a Dublino che, però, fallisce, spingendo la donna - che capisce di essere stata ingannata - a vendicarsi uno a uno degli uomini che l'hanno tradita.
Impresa che porta progressivamente avanti ricorrendo a tutte le sue capacità, i suoi trucchi e le sue abilità per sfuggire dalla trappola che le hanno teso, tornare negli Stati Uniti, proteggere la sua famiglia e ricambiare il favore a coloro che l'hanno ingannata.

I pugni fanno Mallory

E, trattandosi di un film di Soderbergh, è ovvio che il cast sia costituito tutt'altro che da illustri sconosciuti, in quanto abbiamo Michael"Shame"Fassbender nel ruolo di Paul, partner della donna durante la missione a Dublino, Bill Paxton nella parte di suo padre, Marine in pensione, e Channing Tatum di G.I. Joe-La nascita dei Cobra (2009) in quella di Aaron, che lavora insieme a lei nel corso della missione di salvataggio di ostaggi a Barcellona, il cui suo collegamento è rappresentato dal Rodrigo interpretato da Antonio Banderas; senza contare Michael Douglas nei panni di Coblenz, misterioso agente del governo degli Stati Uniti, e, in quelli di un personaggio marginale, addirittura Mathieu Kassovitz, regista de L'odio (1995) e Babylon A.D. (2008).
Una volta tolto lo stuolo di volti noti, però, come accade un po' in tutti i lavori soderberghiani, rimane ben poco; oltretutto, in questo caso, a penalizzare l'operazione è proprio una precisa scelta presuntuosamente autoriale del regista, il quale, come sopra accennato, sembra aver deciso di confezionare una pellicola d'azione ricorrendo in maniera esclusiva al realismo, senza effetti speciali e stunt esagerati.
Una scelta nelle intenzioni pure interessante, ma se si rimane dalle parti del mockumentary, perché, una volta trasportato evidentemente il tutto nell'ambito della pura finzione, rappresentare i numerosi scontri corpo a corpo e l'abbondanza di sequenze d'azione limitando di molto i movimenti di macchina e la dinamicità del racconto non fa altro che annullare l'adrenalina presente sulla carta.
Con la risultante di 93 fiacchi e irrilevanti minuti di visione, tanto più che basati su una sceneggiatura di Lem Dobbs - per Soderbergh già autore degli script di Delitti e segreti (1991) e L'inglese (1999) - talmente esile da necessitare proprio di un certo sfoggio di virtuosismi e stratagemmi tecnici una volta trasferita sullo schermo. Per non parlare dell'irritante finale tronco...

Knockout - Resa dei conti “Volevo rifarmi ai primi film della serie di Bond, dove il rapporto tra storia e azione è molto simile a quello del nostro film. Sai chi sono i personaggi e perché fanno quello che fanno. Da molti punti di vista siamo andati contro corrente rispetto al modo in cui vengono girati i film d’azione al giorno d’oggi. Volevo che il film fosse realistico. Non volevo che nessuno facesse niente di fisicamente impossibile. Non volevo usare una tecnologia inesistente” dichiara il regista Steven Soderbergh a proposito di questo action-movie sceneggiato dal Lem Dobbs che già gli curò gli script di Delitti e segreti (1991) e L’inglese (1999). Ma avete mai provato a immaginare come sarebbe un Transformers diretto da Ingmar Bergman? Ecco, Knockout - Resa dei conti potrebbe esserne una rappresentazione: una vicenda ricca di adrenalina e azione ma che, automaticamente, si vede uccidere il coinvolgimento e la dinamica a causa delle discutibili scelte registiche del tutto inadatte al racconto su celluloide di una storia del genere.

5

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