Killing Salazar, la recensione del film con Steven Seagal

Un gruppo di forze speciali deve proteggere un potente boss della droga in Killing Salazar, action b-movie con Steven Seagal e Luke Goss.

Killing Salazar, la recensione del film con Steven Seagal
Articolo a cura di

C'è una sorta di stoico masochismo nella carriera di Steven Seagal che, ormai nel bel mezzo della sessantina, continua imperterrito a girare direct-to-video in serie. Ben sei titoli solo nell'anno passato, di cui questo Killing Salazar è stato in ordine temporale il primo ad essere distribuito: ottava (su nove totali ad oggi) collaborazione tra il maestro di aikido e il regista Keoni Waxman, la pellicola è frutto di una co-produzione tra Stati Uniti e Romania dove per l'appunto è ambientata buona parte della vicenda. Vicenda che vede al centro del racconto una squadra di forze speciali della DEA con il compito di proteggere un potente signore della droga, la cui morte era stata "inscenata" in una precedente retata. Gli agenti, rifugiati in un hotel di lusso, devono però vedersela con gli ex soci del boss, desiderosi di fargliela pagare per il suo presunto tradimento e mettere le mani su un ingente patrimonio nascosto.

Trappola di piombo

Come in molte delle recenti occasioni qui Seagal si limita ad un ruolo, seppur fondamentale ai fini degli eventi, secondario in quanto a minutaggio: il corpulento attore interpreta infatti uno dei pezzi grossi della DEA impegnato ad interrogare un suo sottoposto, unico sopravvissuto al violento conflitto nell'albergo. La storia infatti è raccontata in continui flashback che cercano di far luce su quanto realmente accaduto e svelare progressivamente l'identità della presunta "talpa" in seno al team di forze speciali. Ha così luogo nei novanta minuti di visione un susseguirsi di colpi scena e inaspettati tradimenti, atti a far luce sulla verità e a generare un discreto interesse almeno dal punto di vista narrativo. Certo non si può chiedere di più a un film che si propone come il classico action/b-movie di genere, intarsiato da frequenti sparatorie e combattimenti a mani nude (con il Nostro che si impegna nel finale nella classica "lotta coi coltelli") in cui la fa da padrone il reale protagonista Luke Goss, discretamente abile in coreografie marziali rozze ma efficaci. Il problema principale di Killing Salazar (in onda alle 21.15 su CIELO) risiede però nell'assoluta mancanza di personalità stilistica, tanto che i vari risvolti e il tourbillon adrenalinico richiamano alla memoria troppe produzioni omologhe, con la lotta tra buoni e cattivi avente luogo tra le quattro mura di un hotel di lusso in cui i vari piani danno vita al consueto tour de force testosteronico.

Killing Salazar Un villain discretamente sfumato e un buon numero di colpi di scena caratterizzano i novanta minuti di Killing Salazar, action b-movie di stampo classico che ha il suo peggior difetto in un'assoluta mancanza di originalità. Diretto senza infamia e senza lode dallo "specialista" Keoni Waxman il film prova a variare l'abusata iconografia di genere con una narrazione in flashback, affidando a Steven Seagal un ruolo secondario e rendendo protagoniste le dinamiche tra i numerosi personaggi in gioco, ma in fin dei conti si risolve tutto prevedibilmente in un susseguirsi di sparatorie e scontri a mani nude visti e rivisti.

5

Quanto attendi: Killing Salazar

Hype
Hype totali: 4
45%
nd