Recensione Kill Command

Un gruppo di soldati scelti, accompagnato da una ragazza ibrido umano-androide, deve affrontare un gruppo di robot fuori controllo in Kill Command, avvincente esordio di Steven Gomez.

Recensione Kill Command
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In un prossimo futuro, forse alle porte di un nuovo conflitto globale, un gruppo di soldati comandati dall'esperto Capitano Burkes viene mandato su un'isola sperduta dove risiede una struttura apposita per le esercitazioni di guerra. Al team di militari si aggrega anche la bionda Mills, una ragazza ibrido uomo-macchina: grazie a degli impianti tecnologici nel suo cervello, la ragazza è in grado di scannerizzare e analizzare con la vista pressoché ogni cosa. Giunti sul posto i marines prendono confidenza con l'enorme foresta attinente la base, imbattendosi in numerosi droni di controllo; poco dopo però il team viene assalito da un gruppo di avveniristici robot che, contro ogni direttiva di comando, comincia a uccidere i soldati uno dopo l'altro. Solo la collaborazione tra Burkes e Mills (che sembra nascondere ben più di qualche segreto) potrà garantire qualche speranza di salvezza.

Fino all'ultimo uomo

Dopo una gavetta di dieci anni come addetto agli effetti visivi di produzioni a basso e medio budget, Steven Gomez decide di esordire dietro la macchina da presa adattando una sua stessa sceneggiatura e realizzando un sano e diretto action/sci-fi di serie b. Kill Command è un film onesto che sfrutta la semplice, ma non priva di colpi di scena, struttura narrativa per accompagnarci in novanta minuti di pura azione semi-futuristica, inscenando una guerriglia senza esclusione di colpi tra i protagonisti umani ed un vero e proprio esercito di robot fuori controllo. In una trama che segue la classica serie di eventi che ha fatto la fortuna di Alien (1979) e Predator (1987), col progressivo assottigliamento dei "buoni" destinati a cadere, l'uno dopo l'altro, sotto i colpi degli infallibili nemici, l'ambientazione sfrutta al meglio il contesto naturalistico che domina due terzi della visione, lasciando il gran finale ad un vero e proprio assedio in casermoni disabitati che tanto richiamano le zone dei conflitti odierni. Il regista dimostra che anche con pochi mezzi è possibile realizzare un'opera compiuta e l'ottima resa degli effetti speciali, che in certi passaggi utilizza per i movimenti degli automi dei trucchi memori di Robocop (1987) e Terminator (1984) garantendo un sano sapore ottantiano, va di pari passo con le interpretazioni di un cast multietnico azzeccato, nel quale spiccano le figure di Mills (una splendida e bionda Vanessa Kirby) e del cecchino dall'occhio tecnologico, capace di sparare a colpo sicuro anche senza inquadrare direttamente l'obiettivo. Alcuni passaggi possono risultare vagamente monotoni e forzati, ma il sapore generale che si respira è quello di un sano e piacevole artigianato di genere che diverte con giusto brio.

Kill Command Un gruppo di militari impegnati in una semplice esercitazione si trova ad affrontare un esercito di robot impazziti in Kill Command, genuino e piacevole esordio di Steven Gomez. Il debuttante regista sfrutta tutta la sua passata esperienza nel campo degli effetti speciali per realizzare con un budget ridotto un'efficace resa dei temibili automi, dimostrandosi abile anche in fase di sceneggiatura: pur riciclando infatti il classico topos narrativo del gatto e del topo, le sorprese non mancano e anche le caratterizzazioni dei personaggi denotano una certa cura. Non tutto alla fine è chiarito, e l'epilogo lascia le porte aperte a nuove domande, ma i novanta minuti di visione scorrono lisci come l'olio garantendo un grezzo e avvincente intrattenimento di genere.

6.5

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