La foresta nipponica di Aokigahara , meglio conosciuta come la foresta dei suicidi, è stata in tempi recenti al centro di ben due pellicole a stelle e strisce, diametralmente opposte tra loro. Se Gus Van Sant ne ha infatti usato la triste fama per inscenarvi un dramma intimista con La foresta dei sogni (2015), tutt'altro genere è quello scelto dall'esordiente collega Jason Zada che ha scelto di usare la macabra nomea di questo luogo nei pressi del Monte Fuji per dar vita ad una storia dell'orrore in Jukai - La foresta dei suicidi. Storia che ha inizio quando la protagonista Sara (la Natalie Dormer della serie tv Game of Thrones e della saga Hunger Games) riceve una telefonata da Tokyo che le annuncia la scomparsa della gemella, lavorante come maestra d'inglese nella capitale giapponese. Le autorità infatti ritengono che la giovane insegnante sia andata a suicidarsi proprio a Aokigahara, spingendo la sorella a volare Oltreoceano alla sua ricerca. Nell'hotel nel quale alloggia per la notte la donna fa la conoscenza di Rob, un fotografo australiano residente da anni sul posto che si offre di accompagnarla insieme ad una guida locale nella sua personalissima missione.
Two sisters
È un film che convince a metà Jukai - La foresta dei suicidi, primo horror a sfruttare l'ambientazione della foresta di Aokihagara, almeno come spunto narrativo: le riprese ambientate in loco infatti sono state girate in Serbia, dato il divieto del governo giapponese di effettuarle nel luogo reale, tristemente noto per l'altissimo numero di suicidi ivi avvenuti. La sceneggiatura opta per una narrazione a lenta carburazione, con la prima parte in cui gli spaventi sono prevedibili e limitati ad un paio di scene, lasciando il resto del minutaggio all'introduzione dei personaggi e del folklore autoctono includente numerosi riferimenti alle figure degli Yurei, i tipici fantasmi della tradizione del Sol Levante. Quando il puro genere prende il sopravvento il regista dimostra di saper gestire bene la carica tensiva, sfruttando al meglio l'inquieto fascino della foresta nella quale spiriti antichi e recenti dominano il territorio, regalando una manciata di sequenze il cui terrore fa capolino guardando non poco alle classiche atmosfere da j-horror, con tanto di improvvise apparizioni a destabilizzare la sempre più scossa mente della protagonista, interpretata con efficacia dalla bella e brava Natalie Dormer di Game of Thrones (nel doppio ruolo gemellare). Certi trucchetti, soprattutto nella prima mezzora appaiono forse scontati, con tanto di luci ballerine a nascondere una presunta presenza, ma il senso di paura mantiene sempre salda la sua presa; a penalizzare purtroppo l'altrimenti riuscito risultato complessivo è un susseguirsi di colpi di scena e forzature spesso improbabili che rendono poco verosimile l'insieme del racconto, con tanto di incubi e allucinazioni a cercare sempre l'effetto sorpresa con risultati convincenti a fase alterne. Con un maggiore equilibrio Jukai - La foresta dei suicidi avrebbe potuto rivelarsi un piccolo e originale gioiellino di genere, ma gli eccessi e i difetti da opera prima sono purtroppo evidenti.
Se da un lato mantiene ciò che promette, regalando una buona dose di spaventi e offrendo un'ambientazione originale quale quella della foresta di Aokigahara (anche se sostituita per le riprese da un omologo luogo in Serbia), dall'altro ha il sapore dell'occasione mancata: Jukai - La foresta dei suicidi, esordio nel lungometraggio del regista Jason Zada, ha un accattivante spunto narrativo di partenza che si perde soprattutto nella parte finale in risvolti poco credibili. Tra rimandi ai j-horror nella gestione della tensione e nell'iconografia dei fantasmi senza pace che abitano questa vera e propria Mecca dei suicidi e uno sguardo drama-thriller nella gestione del rapporto tra i personaggi principali, i novanta minuti di visione scorrono piacevolmente mostrando però tutti i limiti di una sceneggiatura le cui ambizioni non sono state supportate dai fatti.