John Wick, recensione: storia di un assassino

Keanu Reeves torna alla grande con un revenge movie dal sapore inconfondibilmente classico. La nostra recensione di John Wick.

John Wick, recensione: storia di un assassino
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Iosef Tarasov è un viziato giovinsignore, erede di un impero criminale, che crede di poter passare tutto il suo tempo a fare la bella vita coi soldi del padre. John Wick, invece, è un ex-killer professionista ora ritiratosi a vita privata. I due hanno in comune un rapporto di grande vicinanza con Viggo Tarasov, boss della malavita russa: Iosef ne è il figlio, John invece ne era al soldo prima di dedicarsi anima e corpo alla moglie, da poco morta per colpa di un male incurabile. Quando il primo manca di rispetto al secondo, Viggo redarguisce lo sconsiderato rampollo in modo secco: “Non è ciò che hai fatto, figliolo, ma a chi lo hai fatto”. Sebbene non sia più 'nel giro' da molti anni, difatti, John è ancora leggendario nell'ambiente e il capomafia teme una sua vendetta personale, conoscendo l'estrema pericolosità del soggetto in questione. Quello che per Iosef era solo un “innocente” capriccio diviene dunque la miccia scatenante di una caccia all'uomo senza posa, perché ora John Wick non ha più niente da perdere.

Non svegliar il Keanu che dorme

John Wick appartiene in modo inequivocabile a quel filone di revenge movie tanto di moda negli anni '70-'80 e tornato in auge negli ultimi tempi, soprattutto dopo il successo di Kill Bill, Old Boy e del cult moderno Io vi troverò, con protagonista Liam Neeson, saga che tornerà a breve anche sugli schermi italiani con il suo terzo capitolo. Recentemente abbiamo visto il bel The Equalizer - Il vendicatore di Antoine Fuqua, anche se Chad Stahelski e David Leitch, registi di questa nuova pellicola con protagonista il (ben)ritrovato Keanu Reeves, guardano chiaramente al passato, a titoli come Il giustiziere della notte o ai classici di Walter Hill (tornato al genere, recentemente, con lo stalloniano Jimmy Bobo - Bullet to the head), confezionando un'opera che va decisamente in parallelo con l'atteggiamento del suo antieroe protagonista: solido, asciutto, senza fronzoli. La vendetta si consuma implacabilmente, come da tradizione, senza lasciare nulla al caso e senza una scena fuori posto, un guizzo, un elemento di svolta. Da un lato questo è un punto a favore: tutto funziona come in un ingranaggio ben oleato e gli ottimi interpreti possono fare il loro onesto lavoro, regalandoci un'ora e mezza di sparatorie, inseguimenti e lotte serratissima e convincente. Dall'altro, tuttavia, non possiamo non notare la pressoché totale mancanza di originalità sia nelle tematiche che nella realizzazione delle coreografie o dei plot twist: gli amanti del genere vivranno un costante senso di déjà vu. Volendo fare un paragone col già citato The Equalizer vediamo come siano, nel plot, sostanzialmente quasi lo stesso film (al di là dell'atto scatenante la furia omicida) ma J.W. non abbia le gustose intuizioni che rendevano il personaggio interpretato da Denzel Washington davvero unico. Di John sappiamo tutto quel che c'è da sapere, ma è il classico antieroe anni '80/'90 “macchina da guerra” già interpretato mille volte, tra gli altri, da Arnold Schwarzenegger. Tuttavia c'è da considerare anche il valore aggiunto degli interpreti, tutti assolutamente in parte e che, pur con pochissime battute a testa, rendono perfettamente l'idea dei loro personaggi: dal borioso e pusillanime Iosef dell'Alfie Allen de Il Trono di Spade al compito boss Viggo del sempre impagabile Michael Nyqvist, fino ad arrivare a ruoli solo apparentemente marginali come quelli affidati all'ambiguo Willem Dafoe, all'inedito sguardo sadico e assassino di Adrianne Palicki e al leale John Leguizamo. E, infine, c'è lui, il mitico Keanu di Point Break e Matrix, che negli anni 2000 ha vissuto un periodo di forte depressione e ha diversi punti in comune con John Weak, al quale apporta una tristezza interiore effettivamente sentita e, speriamo, finalmente e debitamente esorcizzata.

John Wick John Wick è un onesto action movie appartenente al filone “revenge” realizzato con un occhio al passato e con discreta cura, che intrattiene a dovere e non scade mai nell'eccessivamente gratuito o nella farsa, portando con sé le riflessioni classiche del genere. Graziato da attori assolutamente in parte (Reeves è estremamente convincente nella parte del killer disperato) e adrenalinico il giusto, è sicuramente un film meritevole di visione per i fan del protagonista di Matrix o della tipologia di pellicola. L'unica pecca è la sua eccessiva “pulizia” formale, che se da un lato rende il tutto estremamente funzionale dall'altro pecca nel non voler sperimentare praticamente nulla, perdendosi un po' nella produzione di genere tra tanti titoli senza guizzo autoriale.

6.5

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