Recensione Jason Bourne

Diretto dal Paul Greengrass regista di The Bourne supremacy e The Bourne ultimatum, Matt Damon torna ad incarnare l'agente segreto Jason Bourne.

Recensione Jason Bourne
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Dove eravamo rimasti con la saga spionistica da grande schermo proto-007 iniziata nel 2002 da Doug Liman tramite il The Bourne identity di Doug Liman che, tratto da Un nome senza volto di Robert Ludlum, ci portò a conoscenza dell'ex agente segreto della CIA Jason Bourne, privo di memoria dopo essere stato salvato nelle acque del Mediterraneo con due proiettili conficcati nella schiena e, di conseguenza, intento a ritrovare la propria identità e coinvolto in una corsa contro il tempo braccato da pericolosi killer?
Eravamo rimasti al The Bourne legacy che, realizzato nel 2012 dal Tony Gilroy che sceneggiò l'intero franchise, fece da continuazione ai The Bourne supremacy e The Bourne ultimatum di Paul Greengrass tagliando fuori il protagonista originale dei tre lungometraggi Matt Damon e tirando in ballo il nuovo personaggio Aaron Cross, ovvero uno dei sei agenti appartenenti a un programma di nome Outcome, creato ad esclusivo appannaggio del Dipartimento della Difesa.
L'Aaron Cross che, interpretato da Jeremy Renner, curiosamente non ritroviamo, però, in questa quinta avventura bourniana, scritta dallo stesso regista Greengrass insieme al montatore Christopher Rouse e che non vuole rappresentare un reboot come potrebbe erroneamente lasciar intendere il titolo, bensì un normalissimo sequel.

Una spia non basta

Sequel che, introdotto da un veloce, breve flashback relativo a quanto visto nel terzo episodio della serie, riporta in scena il vincitore del premio Oscar per lo script di Will Hunting - Genio ribelle nel suo ruolo più famoso, qui nuovamente alle prese con verità relative al suo passato e, allo stesso tempo, costretto ad uscire dall'ombra con il fine di invischiarsi in un diabolico intrigo di spionaggio e politica.
Intrigo che porterebbe alla manipolazione del terrore e della tecnologia in un mondo dove il controllo delle informazioni dei governi e il diritto alla privacy dei singoli cittadini sono in aperto contrasto, in quanto è direttamente dalla maniera in cui, nel terzo millennio, il modo di vivere sul pianeta Terra è drammaticamente cambiato che attinge il plot.
Non a caso, mentre fa il suo ritorno anche Julia Stiles nei panni della storica collega Nicky Parsons, è nel corso di una delle tragiche rivolte attuate in Grecia a causa della crisi che, senza perdere tempo, si svolge una frenetica corsa in motocicletta atta a trasportare lo spettatore nel vivo del movimento già nel corso dei primi minuti di visione.
Anche se, in realtà, pur trovandosi dietro la macchina da presa colui che, da sempre, dimostra di non lasciare affatto a desiderare in fatto di azione in fotogrammi, il ritmo generale appare gestito discretamente lasciando il giusto e non eccessivo spazio alla spettacolarità; regalando il massimo delle emozioni da intrattenimento cinefilo durante il coinvolgentissimo inseguimento automobilistico conclusivo, tutt'altro che privo di veicoli destinati alla distruzione.
Perché, con i vincitori del premio Oscar Tommy Lee Jones e Alicia Vikander rispettivamente impegnati ad incarnare l'alto ufficiale della CIA Robert Dewey e la giovane Heather Lee, il resto viene ovviamente occupato per lo sviluppo dei personaggi e della tesissima situazione.
Quando a subentrare non è Vincent Cassel per concedere anima e corpo allo spietato assassino Asset, attivissimo semina-cadaveri che non manca neppure di scontrarsi violentemente con il combattivo Jason... al servizio di un tassello che funziona quanto basta e che, senza aggiungere nulla di particolarmente innovativo al filone, come c'era da aspettarsi si rivela poco più che un pretesto per riportare in casa ludlumiana il caro vecchio Matt.

Jason Bourne Dopo la parentesi di The Bourne legacy di Tony Gilroy, che introdusse Jeremy Renner nel ruolo di un nuovo personaggio all’interno della popolare saga spionistica il cui volto simbolo è sempre stato quello di Matt Damon, l’interprete di Sopravvissuto - The martian torna a vestire i panni di un sempre più indistruttibile Jason Bourne, alle prese con frenetiche e pericolose sequenze d’azione e quelle che potrebbero essere le tragiche conseguenze di un potere incontrollato. Al timone di regia torna il Paul Greengrass che si era occupato del secondo e terzo capitolo del franchise; quest’ultimo destinato a rimanere, finora, il più riuscito dei cinque, sebbene la nuova avventura risulti discretamente riuscita e capace di lasciare soddisfatti i fan... con tanto di finale chiaramente aperto per un sesto lungometraggio.

6.5

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