Recensione Jack del Cactus

Kirk Douglas e Arnold Schwarzenegger in una commedia western completamente fuori di testa

Recensione Jack del Cactus
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Cactus Jack (Kirk Douglas) è un imbranato e attempato pistolero che durante una rapina, "tradito" dal suo cavallo, finisce in prigione. Viene liberato dal banchiere Avery Simpson (Jack Elan), che lo arruola per derubare i soldi di Parody Jones, un suo creditore. Il malloppo è però scortato da Bello Straniero (Arnold Schwarzenegger) un giovane e aitante giovanotto dal marcato accento tedesco, e dalla figlia di Jones, la bella Carina (Ann-Margret). Inizia così un lungo inseguimento che si trasforma in una vera e propria sfida tra i due uomini, sia per il denaro, che per il cuore della ragazza.Jack del Cactus è a suo modo un piccolo grande classico. E d'altronde non potrebbe essere altrimenti per un film che vede come protagonisti / antagonisti due vere e proprie icone di differenti generazioni come Kirk Douglas e Arnold Schwarzenegger, senza dimenticare la sinuosa bellezza della svedese Ann-Margret. La pellicola, datata 1979, diretta da Hal Needham (per lo più attivo in produzioni televisive), si colloca nel non sempre felice sottogenere dei western comici.

Cartoon Jack

Si ricordano sulla dita di una mano i titoli in cui la comicità e il sapore del vecchio west si trovavano ibridati in maniera indolore. Jack del Cactus non può definirsi propriamente appartenente a questa ristretta cerchia, ma ciò nonostante risulta molto meno presuntuoso e arrogante di altri progetti similari. Il merito principale del film, va ammesso, fortemente imperfetto, è quello di puntare a spron batutto sulla strada della parodia più colorita e cartoonesca, tanto che in più di un'occasione torneranno alla mente le divertenti avventure animate di Wile E. Coyote e Beep Beep. La lotta a distanza tra i personaggi di Jack e Bello Straniero è infatti costituita da un susseguirsi di gag a ripetizione che ricordano a più riprese gli strampalati tentativi del povero coyote di catturare l'imprendibile pennuto, risultando seppur talvolta un po' forzate, comunque piacevoli in un'ottica di puro intrattenimento ludico. In questo caso impossibile non rimarcare la gustosa "caratterizzazione" del cavallo del protagonista, sempre pronto a mettere i bastoni tra le ruote al suo padrone e centro focale di alcune delle sequenze più divertenti di tutto il film. Lo stesso finale è pregno di una pazzia ancor più inaspettata, e osservare un attore di livello assoluto, nonché eroe di tante avventure (western e non), come Douglas Sr. in tale pazzia filmica fa più che sorridere. Il buon Kirk se la cava comunque sempre bene grazie anche a un po' di mestiere, e anche il personaggio di Schwarzy (qui tre anni prima di Conan il Barbaro, film che lo lanciò ad Hollywood), pur se spaesato e autocitazionista, genera simpatia. Come detto non tutto è perfetto, lo svolgimento risente di una certa monotonia e gli amanti del western classico potrebbero storcere il naso, ma per una serata di disimpegno Jack del Cactus si fa guardare con un certo piacere.
Sorprendente la qualità audio/video del dvd: nonostante il film si porti sulle spalle più di trent'anni di 'carriera', porge il fianco a qualche granulosità solo nelle scene più scure, ma generalmente il piacere della visione è notevole, accompagnato anche da un chiarissimo audio che, nonostante sia mono, fa ottimamente il suo dovere.
Peccato solo che l'unico contenuto extra contenuto nel disco sia il trailer (in lingua originale con eventuali sottotitoli) di Cat Ballou con Jane Fonda (3 minuti e mezzo circa).
Nota curiosa a margine: il dvd vanta una scelta enorme di sottotitoli, in ben 21 lingue!

Jack del Cactus Prendete il western e la commedia parodistica, Kirk Douglas e Arnold Schwarzenegger, una bellezza sinuosa come Ann-Mairgret, un cavallo impazzito e reminiscenze da Wyle E. Coyote e Beep Beep, metteteli in un frullatore e potrete bervi un bel Cactus Jack. Un film completamente fuori di capoccia, che miscela l'ambientazione del vecchio west con situazioni da cartoni animato, che pur nei suoi difetti è giustamente assunto a titolo di cult. E senza neanche sentire troppo il peso degli anni.

6

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