La terza avventura di Iron Man 3 in Blu-ray, la recensione

Ecco la nostra opinione supplementare sul nuovo film Marvel Studios, Iron Man 3, appena approdato in Home Video e in HD.

La terza avventura di Iron Man 3 in Blu-ray, la recensione
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Ed eccoci arrivati ad Iron Man 3: atteso terzo capitolo delle avventure dell'eroe in armatura dei fumetti Marvel. Ma anche atteso 'sequel' dell'acclamato e apprezzatissimo film corale, The Avengers. Ma anche attesissimo punto di partenza della Fase Due dell'Universo Cinematografico Marvel. Insomma, è innegabile che Iron Man 3 avesse "tutti gli occhi puntati addosso" per tanti, troppi motivi e che le attese di fan e non fossero alle stelle. Un'hype pazzesco costruito intorno a trailer e spot sempre più accattivanti ed incentrati sul personaggio del Mandarino, villain storico dei fumetti dell'eroe in armatura, l'arcinemico per antonomasia, la sua nemesi, quel che Green Goblin è per Spider-Man e Joker per Batman. Tutto frullato bene bene con una delle saghe più recenti e amate: Extremis. "Ci sono tanti personaggi" aveva spiegato Shane Black, il regista e co-sceneggiatore del film "ma non faremo uno Spider-Man 3": promessa mantenuta? Avrete probabilmente già letto la nostra prima recensione, quella spoiler free.
Quella che segue è la mia personale recensione. Una recensione con spoilers (perché ormai il film è nelle sale e se volete un parere sul film "senza rischi" avete comunque l'altra da poter consultare... ma è sempre giusto avvisare!), una recensione, dicevamo, da parte di un'accanito lettore di fumetti Marvel. Ora indossate la vostra armatura: si parte!

Da 'Daredevil: Rinascita'...

Dagli eventi di The Avengers è passato un po' di tempo e il nostro caro Tony Stark (Robert Downey Jr.) passa sempre più tempo 'in cantina' ad assemblare e costruire più armature possibili e trovare nuovi ingegnosi modi per indossarle. E' un Tony che soffre, ha attacchi di panico, non riesce più a stare al di fuori della sua armatura a causa proprio di Chitauri, Loki e portali per altre dimensioni. Quel portale in cui, per poco, non ci rimase secco: è pur normale, dunque, se hai attacchi di panico, no? Come anticipato dal presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, era proprio Iron Man quello che avrebbe avuto più problemi post-Vendicatori: lui è umano, ha solo un'armatura e ha combattuto uomini in armatura; in poco tempo si è ritrovato in mezzo a giganti verdi, alieni, dei, supersoldati superpotenziati e portali. Avrebbe mandato fuori di testa chiunque. Questi attacchi e paure, ovviamente, hanno delle conseguenze piuttosto gravi: il suo rapporto con l'amata Pepper (Gwyneth Paltrow) inizia ad avere dei problemi ma, soprattutto, gli fa minacciare in diretta tv il pericoloso terrorista noto come Mandarino (Ben Kingsley). Risultato? Il Mandarino gli fa saltare in aria la villa e lui, con un prototipo di armatura ormai non funzionante, si ritrova a molti chilometri da casa, senza nessuno, a dover fronteggiare i suoi demoni e rinascere...Questo è tutto un 'pretesto' per permettere al suo alter ego, Tony, di passare almeno 3/4 di film senza armatura (ma guarda un po'...) e dover trovare soluzioni sempre più ingegnose per battere i nemici che, via via, incontra sul suo cammino. Tutto questo potrebbe portare alla memoria gli eventi de Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno in cui Bruce Wayne indossava il costume solo per 2/4 di film ma è uno stratagemma usato tantissimo nei cinefumetti. Citiamo almeno Spider-Man 2 o, persino, Ghost Rider - Spirito di vendetta: le dinamiche sono diverse, ovviamente, ma tutte permettono di esplorare più l'alter ego umano piuttosto che 'la maschera'. Ed è un'espediente usato anche tanto nei fumetti: Frank Miller lo aveva fatto tanti tanti anni fa con Daredevil: Rinascita. E un po' di Daredevil: Rinascita, almeno a mio parere, c'è: lì Kingpin distruggeva la vita di Matt Murdock, facendogli saltare in aria la casa e lasciandolo morire, e Matt doveva 'rinascere' nuovamente per potersi riprendere la vita che gli aveva strappato via. Degli eventi piuttosto simili, con tutte le differenze del caso.

...ad 'Arma Letale'

A tanti chilometri di distanza da casa, Tony, aiutato dal piccolo Harley (Ty Simpkins), scopre il complotto (chiamiamolo cosi) dietro Extremis, una tecnologia in grado di far ricrescere arti ed 'aggiustare il corpo umano' ma anche di potenziarlo e dare poteri eccezionali. Creata da Maya Hansen (Rebecca Hall), la tecnologia è ora in mano ad Aldrich Killian (Guy Pearce) dell'A.I.M. che la usa per potenziare soldati ed usarli per i propri scopi, portando ad attentati in cui perdono la vita numerose vittime (il suo amico Happy, interpretato da Jon Favreau, entra in coma per un'attentato). Stark capisce cosi che Extremis e Mandarino sono collegati e decide di indagare, con l'aiuto del suo eterno amico Rhodey (Don Cheadle) che, per una serie di eventi, si ritrova anche lui senza l'armatura di Iron Patriot. E da qui ha inizio un vero e proprio buddy movie, tanto caro al Black sceneggiatore (ma anche regista). Un sequel di Arma Letale in cui poliziotto razionale (Danny Glover-Don Cheadle) deve far coppia con una 'testa calda' (Mel Gibson-Robert Downey Jr.)... che poi era la stessa cosa che accadeva in Kiss Kiss Bang Bang (Val Kilmer come Cheadle e Downey Jr come... Downey Jr.!). Tutto sempre per permettere all'eroe protagonista di passare più tempo possibile senza armatura, metterlo con le spalle al muro, e fargli trovare metodi sempre più originali per uscire dalla situazione di pericolo. E perché no, aiutarlo anche a superare gli attacchi di panico.Tutto in funzione di un'esplosivo finale in cui Stark si vede costretto a chiamare un mucchio di armature da lui progettate nel corso del tempo (alcune chiamate per nome) e farle scontrare con i soldati Extremis che sono talmente potenti che riescono a lanciarsi su armature, strappargli elmetti e fare salti che manco Captain America due minuti dopo aver acquisito i poteri sarebbe riuscito a fare. Ed ovviamente permette al nostro di dover affrontare il villain finale senza armatura. Il tutto tra gag, risate e battute, incredibilmente.

Camei & Citazioni

Oltre a Stan Lee (che appare nel consueto cameo), possiamo notare anche il cameo del Dr. Yinsen, proprio ad inizio film. Chi è? L'uomo che aiutò Stark a costruire la Mark I durante la sua prigionia in Afghanitan! Citata anche la Oracle e i vari Avengers (Thor su tutti).

Shane Black Style

Da come ho impostato la recensione, fin'ora, potrebbe sembrare che il film non mi sia piaciuto e che stia trovando dei modi sempre più originali, un po' come farebbe Tony nel film, per distruggerlo. In realtà è il contrario. Il film mi è piaciuto parecchio. E' nettamente superiore ad Iron Man 2, forse meno bello di The Avengers, al pari (?) del primo Iron Man. E sebbene sia un grande fan del fumetto originale e ci siano delle sorprese che dovrebbero farmi imbestialire, posso affermare di non esser rimasto deluso. Purtroppo se non si conosce Shane Black (qui autore della sceneggiatura insieme a Drew Pearce) non si può apprezzare pienamente il film. Perché questo non è Iron Man, non è nemmeno l'Iron Man dei Marvel Studios, questo è l'Iron Man secondo Shane Black. Come promesso tempo fa da Feige, i film post-The Avengers sarebbero stati più audaci, si sarebbero presi una bella dose di rischi e avrebbero lasciato carta bianca al regista di turno. Ed è cosi. E' chiaro a metà film, quando scopri cosa Black ha ideato per il Mandarino. Uno studio come la Marvel non avrebbe mai permesso uno stravolgimento cosi enorme di uno dei personaggi più iconici del fumetto, portandosi dietro tutti i commenti negativi e le 'minacce' dei fan (che si stanno rincorrendo in queste ore), ma, lasciando carta bianca a Black, come promesso, si è presa la sua dose di rischi. E la dose di rischi non si limita solo a questo: visivamente parlando, il film è il più violento tra quelli Marvel Studios. C'è più sangue, ci sono tanti morti, persone perforate nello stomaco, gente sfigurata, senza arti, un protagonista che uccide gente con armi da fuoco manco fosse il Punitore il giorno del suo compleanno. E, dulcis in fundo, una velata (ma non troppo) presa in giro al patriottismo americano che porta il Presidente di turno a ricolorare l'armatura grigia-nera di War Machine con i colori della bandiera americana e cercare, in tutti i modi, di salvare la situazione senza l'ausilio di supereroi. Insomma un film sullo stile di Shane Black con tanto di auto-citazioni (l'ambientazione Natalizia, un must dei suoi film), idee geniali, sorprese, dialoghi brillanti e scelte audaci. Stiamo pur sempre parlando di una persona che ha fatto di un'idea apparentemente stupida (la bomba nella tazza del cesso in Arma Letale II) una delle scene cult del cinema di genere. E non è poco.

In Downey Jr. (and Guy Pearce) We Trust

Ed è ovvio che molto della riuscita del film sia dovuto agli attori protagonisti. Robert Downey Jr. gigioneggia come al solito e, rispetto ai precedenti film, qui dà la sua performance migliore. Gwyneth Paltrow, scritta in maniera 'insopportabile' negli altri film, qui, grazie ad un copione decente, riesce ad essere brava e carismatica; ottima la prova di Guy Pearce, villain con i fiocchi che risulta, a mio parere, il migliore del cast. Senza infamia e senza lode Don Cheadle come Rhodey che recita da copione senza particolari guizzi e Rebecca Hall, bellissima, ma con un personaggio che potevano sfruttare di più. Il resto è più o meno sulla media: ottima la performance del bravo James Badge Dale, quella di Jon Favreau che ha finalmente un'arco narrativo con un senso, credibile William Sadler, brava Stephanie Szostak nelle poche scene che ha. La critica americana ha applaudito Ben Kingsley, io un po' meno. Ottimo, teatrale (ricordatevi di questa parola: teatrale), geniale ma, in confronto a Pearce, sparisce. Ovviamente l'ho visto doppiato e ho capito che, guardandolo in originale, cambierò opinione (forse mi sbaglio ma credo faccia uso di due impostazioni di voce diverse nel corso del film, e se confermato è incredibile!). 

...e dopo i titoli di coda

Non uscite dalla sala appena finito il film! Come accade in tutti i film Marvel Studios, c'è una scena dopo i titoli di coda. Questa volta non anticipa nulla sui film futuri né porta avanti 'la trama' ma è una scenetta ironica che vede un cameo eccellente di un collega Vendicatore!

Iron Man 3 E' il capitolo che dividerà di più i fan ma è anche quello scritto meglio, recitato meglio e diretto con mano più ferma. Shane Black si riconferma un regista e uno sceneggiatore geniale, capace di mixare vari generi (buddy action movie, film d'azione pieno di effetti visivi, commedia), supportato da un cast niente male. E' il più audace dei tre, si prende una buona dose di rischi, compreso il farsi insultare facilmente dai fan di vecchia data dei fumetti per alcune sorprese e svolte inaspettate. E' ancora lontano dall'essere un film perfetto ma è un'ottima partenza per la Fase Due dell'Universo Cinematografico Marvel.

8

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