Recensione Irina Palm

...la migliore mano destra di Londra...

Recensione Irina Palm
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Intro

Reduce dalla nomination per l'Orso d'Oro 2007 e dai complimenti sia del pubblico in sala che della stessa critica - cosa più unica che rara - giunge nelle sale italiane Irina Palm, pellicola diretta dal tedesco Sam Garbarski, al suo secondo lungometraggio dopo Les Tango des Rashevski. Il regista ha utilizzato un tono fra il dramma e la commedia, con una consistente spruzzata di humour grottesco, sfornando una critica al moralismo bigotto delle middle-class ed insieme un inno all'amore materno: una pellicola coraggiosa e provocatoria realizzata con penuria di mezzi tecnici.


La Trama

Maggie - Marianne Faithfull (già vista in Intimacy e Marie Antoniette) - è una vedova cinquantenne, ordinaria e pacifica, che ogni giorno si reca all'ospedale per visitare il nipote gravemente ammalato. Nonostante abbia venduto casa e nonostante i tanti prestiti richiesti, la situazione del piccolo non fa che peggiorare, ma quando tutto sembra perduto si profila la possibilità di una cura sperimentale in Australia. Sia il figlio di Maggie, Tom (Kevin Bishop), che la nuora (Siobhan Hewlett), sono già sommersi dai debiti e si rendono conto che il viaggio è impossibile. La disperazione aumenta quando vengono rifiutate le nuove richieste di prestito alla banca ed il tempo stringe: bisogna muoversi entro 6 settimane, altrimenti sarà troppo tardi. Garbarski segue Maggie nella sua ricerca di lavoro: ma le agenzie di collocamento le rispondono che una casalinga senza alcuna esperienza lavorativa non ha nessuna speranza. Fin quando, semi coperta da una saracinesca, non nota una offerta di lavoro per fare la hostess in un club sexy a Soho. La Faithfull rende alla perfezione l'ingenuità e l'estraneità ad un certo mondo - lei che trascorre i pomeriggi a spettegolare e a giocare a canasta sempre con le stesse amiche - e si sconvolge quando il proprietario del club, Miki (Miki Manojlovic), le dice chiaramente cosa vuol dire fare la hostess. Sdegnata, sta per andare via ma lui nota le sue mani, curate e morbide, e le offre di farle fruttare lì dentro. Lei rifiuta e fugge via ma il pensiero la tormenta, perché la paga sarebbe stata davvero alta. Questo dilemma morale è il perno del film: può una vedova rispettabile, di un paesino della provincia, lavorare in un club (seppure per una nobilissima causa), dove dovrebbe soddisfare i clienti nascosta dietro un muro? Dilemma che viene superato brillantemente, almeno da Maggie, tanto brava - ne è sorpresa anche lei - che il proprietario licenzia l'altra ragazza e le dà un nome d'arte: Irina Palm. Ma ogni scelta comporta terribili conseguenze ed i segreti, in un paesino, difficilmente restano tali.


Il cast e le note tecniche

Mezzi modesti per Garbarski che gira questo film con un tono delicato, riuscendo a narrare la malattia del nipotino senza dilungarsi in tecnicismi - basta un bambino su un letto d'ospedale per ispirare la giusta tristezza e la necessaria gravità. Dal dramma iniziale, il regista vira spesso sulla commedia-grottesca, perfetta per rendere lo shock di Maggie/Irina nel dover imparare un mestiere così particolare. La Faithfull, che ha ricevuto la nomination per gli European Film Award insieme a Manojlovic, è davvero brava nel caratterizzare questo personaggio e la sua maturazione. Manojlovic - che ha al suo attivo una filmografia monumentale in produzioni jugoslave - è un contrasto perfetto per Maggie/Irina: col suo fare spietato e affaristico la turba e la affascina. Il resto del cast ha un ruolo marginale, ma vale la pena segnalare la nuora, Sarah (Hewlett), che avrà un ruolo importante nella vicenda.


Irina Palm Un film coraggioso e provocatorio che ha ottenuto grandi consensi a Berlino 2007. Girato con mezzi esigui, come si può notare da una fotografia ridotta all'essenziale, Irina Palm ha il pregio di affrontare un tema delicato senza scivolare nella volgarità, anche grazie ad una ottima coppia di protagonisti.

6.5

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