Recensione io e lei

Margherita Buy e Sabrina Ferilli protagoniste sincere di un rapporto di coppia bello ma complesso, ostacolato dalle insicurezze e dalle mille correnti pregiudiziali che attraversano le nostre società. Un film 'generoso' ed emotivamente equilibrato.

Recensione io e lei
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Federica (Margherita Buy) fa l'architetto, ha alle spalle un matrimonio fallito e un figlio oramai grande. È una donna realizzata, sebbene ancora vittima delle proprie insicurezze. Marina (Sabrina Ferilli) è invece quella che si definisce ‘una tipa tosta', con le idee ben chiare in testa e una grande determinazione sempre pronta a supportarle. Conosciutesi oltre il giro di boa delle rispettive esistenze, la loro relazione è stata un punto di svolta nella vita di entrambe. Tanto da aver dato vita alla condivisione particolare di un rapporto speciale. Io e lei, per l'appunto. Eppure, se l'intimità e la tenera, ironica quotidianità che oramai da anni contraddistinguono il loro rapporto, rappresentano per Marina un porto sicuro al quale tornare, aggrapparsi, quegli stessi elementi ancora creano invece a Federica un senso di imbarazzo, disagio, impedendo alla donna di vivere appieno la propria vita e - vita di coppia. L'improvvisa chance per Marina di tornare a recitare sarà poi la scusa, l'appiglio inconscio scelto da Federica per far venire a galla i propri turbamenti e sancire così l'inizio di una crisi di coppia dagli esiti assai imprevedibili.

Ritratti di coppia

Maria Sole Tognazzi (classe 1971, ultimogenita del celebre attore Ugo Tognazzi) firma con io e lei (il titolo è volutamente tutto in minuscolo) il suo quarto lungometraggio, ultimo in ordine cronologico dopo Passato Prossimo (2003), L'uomo che ama (2008), e Viaggio sola (2013). Ancora una volta a fare da motore al film della regista romana sono la dimensione urbana, le atmosfere, le sensazioni che qui vengono osservate e circoscritte all'interno di un rapporto di coppia tutto al femminile, attorno al quale ruota però una variegata compagnia di personaggi diversi, caratterizzazioni delle nostra società ‘volatile'. Nell'estemporaneità di un rapporto di coppia in crisi, ostacolato dagli alti e bassi di pregiudizi e contaminazioni provenienti dall'esterno, da schemi e paletti societari, e nelle interpretazioni imperfette ma sincere delle due protagoniste, la Tognazzi rintraccia una veracità emotiva cristallina, in grado di parlare di uno o molti rapporti di coppia, ad di là della connotazione sessuale degli stessi. Io e lei mette infatti in scena due personalità femminili a confronto, analizzate nella consuetudine di quello sguardo attento, acuto che spesso appartiene all'universo delle donne. Quella capacità di scorgere un malessere, una bugia, un pensiero distante frugando nei piccoli dettagli del quotidiano. In questo gioco di sguardi e rimandi, lacrime e risate, crisi emotive e sessuali, io e lei ha dunque il grande pregio di mantenere la coerenza delle propria dimensione. Non è un film che scalpita per essere più di quello che è, ed è proprio grazie a questa caratteristica che i difetti e le imperfezioni confluiscono vivacemente in un'opera di modesta ampiezza narrativa, ma spiccatamente sincero. Al di là delle (piuttosto sterili) critiche ‘politiche' e ‘sociali' mosse in via pregiudiziale al film e alla regista, resta il fatto che la Tognazzi (come del resto l'esiguo gruppetto di giovani donne registe del nostro panorama italiano) tenta su grande schermo di filtrare il mondo attraverso il proprio occhio femminile, trasponendolo in un cinema forse imperfetto, ma assai più veritiero di tanti altri. E in quest'opera di traduzione, io e lei vanta il pregio di generare un sorriso sincero, per la sua contagiosa capacità di rappresentare gli alti e bassi dello stare insieme tout court, infine un io sistematicamente declinato ai tanti lei, lui, divenuti ogni giorno parte delle nostre vite pratiche ed emotive.

io e lei Al suo quarto lungometraggio Maria Sole Tognazzi racconta la storia semplice, tenera e amara, di due donne legate da un sentimento sincero ma ancora recalcitrante ad essere etichettato. La dimensione urbana di un rapporto al femminile che la Tognazzi inquadra in maniera leggera, cristallina, portando a galla tutte le idiosincrasie di uno stare insieme inscritto nelle ossessioni di una società sempre troppo schematica, pregiudiziale. Un film tutto sommato 'piccolo' che però sin dal titolo vanta il pregio di restare fedele al suo io (e lei).

7

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