Recensione Into the Sun

Steven Seagal, ex-agente della CIA cresciuto in Giappone, deve fermare l'ascesa di un giovane boss della yakuza in Into the Sun, imperfetto ma godibile b-movie diretto nel 2005 da mink.

Recensione Into the Sun
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Takayama, governatore di Tokyo prossimo a proclamare nuove leggi contro l'arrivo di immigrati clandestini, viene ucciso dagli uomini di Kuroda, un giovane e ambizioso boss yakuza che, per consolidare il suo potere, non ha esitato a stringere un'alleanza con la mafia cinese. Travis Hunter, ex-agente della CIA residente fin dall'infanzia in Giappone, viene incaricato dall'FBI di indagare sul caso, con la collaborazione del più giovane e inesperto collega Sean Mac, poco avvezzo agli usi e costumi nipponici. Nel frattempo la scia di sangue che Kuroda lascia di sé si fa sempre più lunga e l'obiettivo del gangster è quello di scalare le gerarchie uccidendo amici e rivali: l'unico modo per Travis di far capo alla situazione sarà quello di stringere un'inaspettata collaborazione con degli anziani membri della yakuza, trovando inoltre un inaspettato aiuto nella donna che ama, in una bella quanto letale agente della CIA e nel tatuatore Kawamura, in cerca di vendetta per la barbara uccisione della sua famiglia.

Viaggio a Tokyo

Steven Seagal e il Giappone: un rapporto da sempre inossidabile, tanto che il corpulento attore, cintura nera 7º Dan di Aikido, è stato il primo straniero ad aprire un dojo ad Osaka. E non è un caso che Into the Sun, ambientato proprio in terra nipponica, sia uno dei titoli maggiormente salvabili dell'infelice carriera straight to video dell'ex marito di Kelly LeBrock. Merito di un'ambientazione affascinante che, pur resa a tratti in maniera sin troppo approssimativa e forzata, ci trascina nelle dinamiche yakuza in un periodo di grossi cambiamenti avvenuti realmente all'interno della stessa società criminale. Il film, pensato in origine come un remake di un classico come Yakuza (1975) di Sidney Pollack, ha dovuto cambiare la sceneggiatura in corso in seguito al rifiuto di poter utilizzare i diritti del titolo; ciò nonostante la trama, pur non scevra da personaggi inutili e situazioni improbabili, ha un discreto fascino, aumentato nella parte finale dall'entrata in scena di tenaci alleati. Proprio per questo anche le sequenze d'azione risultano più varie, e non vedono il solo Seagal protagonista: se l'interprete di Nico (1988) si affida soltanto alla tecnica visto il fisico non più atletico come un tempo, le sequenze con la spada che vedono protagonisti Juliette Marquis e Daisuke Honda risultano avvincenti e pregne di una sanguigna violenza. E se il percorso, tra morti prevedibili o meno, è destinato a compiersi in una certa prevedibilità, i novanta minuti di visione coinvolgono grazie all'equilibrata regia del britannico Christopher Morrison, qui firmatosi con lo pseudonimo di mink, capace di sfoggiare alcuni interessanti dettagli del folkore nipponico, criminale e non.

Into the Sun Se la fonte d'ispirazione originale, non replicabile per questioni di diritti, è lo Yakuza (1975) di Sidney Pollack, la sceneggiatura modificata in corsa di Into the Sun ha comunque più punti di forza che deficienze. E se Steven Seagal non può certo reggere il confronto attoriale col grande Robert Mitchum, la buona atmosfera e il variopinto contorno di villain e personaggi secondari eleva la produzione tra i tanti direct to video girati dal maestro di aikido negli anni zero, rendendola un b-movie più godibile, pur con tutti gli evidenziabili difetti, di tanti altri.

5.5

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