Recensione Insomnia

Il film di Christopher Nolan meno conosciuto, ma che non ha nulla da invidiare alla sua produzione successiva

Recensione Insomnia
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Nightmute, Alaska: un luogo fantasmatico immerso in una luce perenne, scenario di un’estate ghiacciata in cui il sole non tramonta mai, rifrangendo i propri raggi sul biancore accecante della neve; d’altra parte il bianco, così come il suo estremo opposto, il nero, è per tradizione (anche cinematografica) un simbolo cromatico della morte. È il “sole di mezzanotte”, fenomeno che si verifica in prossimità del Circolo Polare Artico, a tenere sveglio il detective della polizia di Los Angeles Will Dormer, impersonato da un eccellente Al Pacino nel terzo lungometraggio diretto da Christopher Nolan: Insomnia, ovvero l’insonnia che affligge il detective Dormer, espressione di un tormento incalzante, dell’impossibilità di mettere a tacere le voci della propria coscienza. Inviato in Alaska per investigare sul brutale omicidio di una ragazza di diciassette anni, Kay Connell (Crystal Lowe), Dormer è un uomo sull’orlo del baratro, consapevole dei rischi di un’indagine degli Affari Interni che minaccia di concludere in maniera ignominiosa la sua carriera nella polizia.

NEGLI ABISSI DELL’ANIMO UMANO

Questo cupo film giallo, nel quale è possibile rintracciare echi e suggestioni della letteratura di Fëdor Dostoevskij e Friedrich Dürrenmatt, rappresenta la prima importante produzione hollywoodiana per il regista britannico Christopher Nolan, all’epoca appena 31enne ma già al centro dell’interesse di critica e pubblico grazie al folgorante exploit del suo film precedente, il cult Memento. Per Insomnia, Nolan si affida a un solido script della sceneggiatrice Hillary Seitz, basato sull’omonimo film norvegese di cinque anni prima, con protagonista Stellan Skarsgård. Dopo le ardite sperimentazioni, stilistiche e in primo luogo narrative, di Following e Memento, qui Nolan adotta un approccio più tradizionale, rendendolo però funzionalissimo rispetto alla materia di riferimento, e rifugge le tentazioni di manierismo e i cliché del poliziesco per sviluppare invece una disincantata riflessione di carattere morale, che procede di pari passo con l’indagine del detective Dormer. Un’indagine nella quale si ritrovano coinvolti anche il partner di Dormer, il detective Hap Eckhart (Martin Donovan); una giovane ufficiale della polizia locale, Ellie Burr (Hilary Swank); e Walter Finch (Robin Williams), solitario scrittore di romanzi gialli, con il quale Dormer intraprenderà un pericoloso gioco del gatto con il topo.

PRIMA DEL CAVALIERE OSCURO

In Insomnia, infatti, è già possibile rintracciare un motivo che, di lì a qualche anno, si rivelerà uno dei fulcri dell’opera di Nolan: lo sfibrante dualismo fra una coppia di antagonisti (Angier e Borden in The Prestige, Batman e Joker ne Il cavaliere oscuro) come proiezione, sul piano della fabula, di un conflitto tutto interiore attraverso il quale il protagonista si trova a dover fare i conti con se stesso, con gli spettri di un passato irrisolto (il Leonard di Memento, Batman / Bruce Wayne, Dom Cobb in Inception) e con i dilemmi etici che arrivano a mettere in discussione il suo stesso status di “eroe”. In tale prospettiva, Nolan oltrepassa la consueta dialettica fra poliziotto e criminale, trascinando lo spettatore in quella “zona grigia” in cui i personaggi sono costretti a confrontarsi con le proprie responsabilità morali e con un senso di colpa che, in un’analisi ad ampio raggio del macrotesto nolaniano, appare come una caratteristica quasi endemica dei vari protagonisti della filmografia del cineasta londinese. Un cineasta che, con Insomnia, non soltanto ci regala una delle migliori performance della “maturità” di Al Pacino, perfetto nel far emergere l’anima dolente del suo ambiguo detective, ma confeziona uno dei più magistrali ed inquietanti thriller del decennio (un’inquietudine, si badi bene, che non è soltanto sinonimo di suspense, ma di una tensione assai più profonda). Gli stupefacenti cimenti di The Prestige e della trilogia de Il cavaliere oscuro, del resto, erano appena dietro l’angolo...

Insomnia Reduce dal successo di The Prestige, il giovane regista Christopher Nolan continua la propria rivisitazione degli stilemi del thriller con Insomnia, remake datato 2002 di un omonimo thriller norvegese, con protagonista un superbo Al Pacino al fianco di Robin Williams e Hilary Swank: un gioco fra il gatto e il topo che si risolve in un poliziesco fascinoso e densissimo, caratterizzato da echi quasi dürrenmattiani e percorso da una fortissima tensione morale.

8

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