Recensione Indovina perché ti odio

Adam Sandler e Andy Samberg sono un padre e un figlio che non si vedono da molti anni in Indovina perché ti odio, irricevibile commedia di Sean Anders candidata a otto Razzie Awards.

Recensione Indovina perché ti odio
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Donny Berger è solo uno studente del liceo quando sale alla ribalta mediatica per aver messo incinta una sua insegnante; mentre la donna viene condannata a trent'anni di carcere, il ragazzo diventa una vera e propria celebrità del gossip e del piccolo schermo. Trent'anni dopo Danny si ritrova però sul lastrico, dovendo sborsare in breve tempo 43mila dollari al fisco. Un conduttore televisivo gli propone allora uno show incentrato sulla reunion familiare in galera, ma l'organizzazione è più difficile del previsto: la star decaduta infatti non vede il figlio Ian Solo da molti anni, e inoltre questi l'ha rinnegato cambiando il suo nome in Todd Peterson. Il ragazzo, prossimo alle nozze con la bella Jamie, riceve la visita del padre proprio durante i preparativi per il matrimonio, dando il via ad una serie di equivoci che mette a serio repentaglio la relazione con la sua futura moglie.

Son of no one

Fin dai primi minuti non si fatica a comprendere come Indovina perché ti odio (pessimo adattamento italiano del titolo originale That's my boy) abbia ricevuto la candidatura ad otto Razzie Awards, vincendo quelli per il peggior attore protagonista e la peggior sceneggiatura. Se infatti è vero che le commedie con protagonista Adam Sandler non abbiano mai brillato per finezza e originalità, in quest'occasione ci troviamo dinanzi a un pasticcio narrativo epocale, infarcito di volgarità a tutto spiano che vorrebbero scardinare con irriverenza il classico politically correct. Ed ecco così che le quasi, insostenibili, due ore di visione giocano tutto su riferimenti sessuali a iosa, battute razziste e volgarità di ogni tipo, riuscendo a provocare timide risate solo in una manciata di scene. Il numeroso cast, che vanta anche camei d'eccezione come quelli di James Caan e Susan Sarandon (probabilmente i due personaggi più riusciti dell'operazione), si barcamena così in un guazzabuglio di equivoci e doppi sensi, dando vita a figure di rara idiozia che trovano nella recitazione in continuo e forzato overacting di Sandler un elemento quantomai irritante, rendendo Donny Berger una delle figure meno riuscite della lunga carriera del comico americano. Il ritmo è sì frenetico e incessante ma soltanto nell'eterno susseguirsi di gag idiote e ben lontane dallo sfondamento del moralismo, tanto che il finale di stampo chiaramente classico, con il riavvicinamento tra padre e figlio, si piega alle mere logiche di quel buonismo commerciale tipico del genere.

Indovina perché ti odio Adam Sandler, il cui talento drammatico è emerso nel sottovalutato Reign over me (2007), soffre purtroppo da molto tempo di una vena di masochismo che lo porta ad impegnarsi in commediole più o meno stupide, toccando spesso, come in questo caso, vette di rara idiozia. Indovina perché ti odio è un film volgarmente brutto, nel quale anche il pubblico di bocca buona si farà difficilmente coinvolgere da una sequela di gag stanche e stereotipate che, nella ricerca ossessiva di battute ad effetto pseudo-oltraggiose / anti-moraliste, finisce per dimostrare tutti i limiti di una sceneggiatura povera ed elementare che neanche il numeroso cast, non privo di nomi eccellenti, riesce a risollevare.

4

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