Recensione In the heat of the sun

Jiang Wen ci racconta l'adolescenza di un gruppo di giovani a Pechino durante la Rivoluzione Culturale

Recensione In the heat of the sun
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Pechino, durante la Rivoluzione Culturale. Il giovane Ma Xiaojun, soprannominato Monkey dai suoi amici, ha sempre sognato di entrare a far parte dell'esercito nazionale come suo padre. Qui è lui stesso, voce narrante, a raccontarci il diario di una sua estate dell'adolescenza, nella quale trascorreva le giornate insieme ai suoi compagni tra sporadiche risse di quartiere e sogni di grandezza. Un giorno però la sua vita cambia improvvisamente quando conosce Mi Lan, una ragazza poco più grande di lui, e dalla quale si sente immediatamente attratto, anche se lei lo ritiene soltanto come un fratello minore. Il rapporto di amicizia tra i due giovani prosegue a gonfie vele finché Monkey non decide di presentare Mi Lan ai suoi amici...Nella selezione retrospettiva della Mostra del Cinema di Venezia, che ci ripropone capolavori del passato, è stato nuovamente proiettato anche In the heat of the sun, film risalente al 1994 e diretta dal -noto ai cinefili asianofili- attore / regista Jiang Wen (Sorgo rosso e Keep cool nei panni di interprete, Let the bullets fly dietro la macchina da prese). Un'opera prima ricca e densa di significati, ambientata in un periodo cruciale della storia cinese che serve però solo di sottofondo, concentrandosi maggiormente sui malinconici ricordi del protagonista e di un'estate destinata a rimanere per sempre impressa nella sua memoria.

La politica dell'amore

A differenza quindi di capolavori come Vivere! di Zhang Yimou, che osservavano anche con certe note critiche il periodo storico nella sua completezza e crudeltà, Jiang Wen (da sempre più "fedele al regime", come dimostra anche la sua partecipazione attoriale nel celebrativo / retorico Founding of a republic) sceglie di raccontare un percorso di formazione, i malinconici ricordi di un periodo spensierato che è servito al giovane Monkey per maturare e scoprire come funziona la vita. Obiettivo perfettamente riuscito, visto che In the heat of the sun è un'opera pregna e strabordante di emozioni, romantica nella sua spontaneità, capace di mostrarci con la giusta attinenza i sogni e le speranze di un gruppo di giovani allo sbando, legati da una salda amicizia almeno finché non subentra un elemento estraneo, in questo caso una figura femminile, a incrinare lentamente ma inesorabilmente i rapporti. Un film sull'amore, libero e spensierato, non corrisposto o scambiato per affetto, che fotografa bene il disagio di una generazione cresciuta con il mito di Mao e di Stalin, con le rigide ideologie comuniste, spesso priva di un vero rapporto familiare (i genitori spesso lontani da casa impegnati in missioni di vario genere) e che trascorre gli anni più belli della propria esistenza nella spensieratezza più totale. Una perenne atmosfera crepuscolare, a sottolinearne la fine, permea tutta la narrazione grazie anche ad una fotografia perfettamente ibridata al gioco di luci,  in un costrasto di colori forti e altri più tenui, a rappresentare il coacervo di sensazioni vissute dai personaggi. Non privo di alcune brevi, ma imponenti e maestose, scene di massa a celebrare la figura del "leader maximo", In the heat of the sun può anche contare su una suggestiva ed evocativa colonna sonora di musica classica, che amplifica l'atmosfera dolceamara del racconto. Ottime le interpretazioni dei giovani attori, capaci di creare figure credibili e combattute ben studiate in fase di sceneggiatura.

In the heat of the sun Un bel racconto di formazione ambientato a Pechino durante il periodo della Rivoluzione Culturale. Se il contesto storico, pur sempre presente, è lasciato comunque in secondo piano, la narrazione si concentra soprattutto sul percorso di crescita dei personaggi, in primis del giovane Monkey e del suo amore non corrisposto per la bella Mi Lan, raccontato con un'aura romantica e dolce-amara spesso tipica delle memorie adolescenziali.

8

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