Recensione In the Deep

Due sorelle in vacanza in Messico finiscono imprigionate sul fondale marino in una gabbia di metallo in In the Deep, efficace ed intenso shark-movie.

Recensione In the Deep
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Lisa e Kate sono due affiatatissime sorelle che si trovano in vacanza in Messico soprattutto per dimenticare la recente fine del rapporto della prima con lo storico fidanzato. In una serata di festa le giovani conoscono due coetanei del luogo che le propongono di partecipare il giorno seguente ad un'escursione marina alla ricerca di squali. Nonostante le reticenze di Lisa il viaggio ha comunque inizio a bordo di un'antiquata imbarcazione di proprietà dell'esperto capitano Taylor, sulla quale avrà anche luogo un'immersione a cinque metri di profondità all'interno di una gabbia di metallo per poter osservare da vicino i pescecani. Quando viene il turno delle sorelle tutto sembra inizialmente procedere per il meglio, ma dopo alcuni minuti il cavo di metallo che reggeva la struttura cede e le due malcapitate finiscono per trovarsi sul fondale marino a quasi cinquanta metri di profondità, con l'impossibilità di uscire per il pericolo degli assalti dei predatori e la quantità di ossigeno che si affievolisce col passare dei minuti.

In fondo al mar...

E' ancora freschissima la trasmissione americana su Syfy del recentissimo scult Sharknado 4: The 4th Awakens (2016), mentre il pubblico italiano potrà godere tra pochi giorni al cinema dell'assai sorprendente Paradise Beach: Dentro l'incubo (2016), tutto a questo a confermare come gli shark-movie non vadano mai in vacanza, nemmeno d'estate. Altro epigono uscito da pochi giorni, direttamente per il mercato home video d'Oltreoceano (nonostante batta bandiera britannica), è In the Deep, film che curiosamente ha "rubato" il titolo originale inizialmente pensato, e poi bocciato in favore di The Swallows, per quello con protagonista la bella Blake Lively, con il quale mantiene però un'impronta realistica dal punto di vista narrativo. Con i fratelli Weinstein che figurano tra i produttori, e un cast comprendente Matthew Modine nei panni di "guest star" e le belle Mandy Moore e Claire Holt (preparatesi ai rispettivi ruoli con un lungo corso di immersioni prima delle riprese), i novanta minuti di visione seguono un'atmosfera claustrofobica e fortemente drammatica che, pur in maniera diversa, non può che riportare alla mente il mood ansiogeno di un piccolo cult di qualche anno fa come Open Water (2003). Questa volta la storia non è basata su un fatto realmente accaduto, ma la verosimiglianza della messa in scena riesce comunque a generare la corretta dose di tensione emotiva, pur non schivando alcune forzature di sorta che rendono l'incubo vissuto dalle due malcapitate un vero e proprio concentrato di sfighe assortite. Forzature che ad ogni modo sono utili a stemperare un certo alone di monotonia che si cominciava a respirare non appena queste finiscono "disperse" sul fondo marino: l'espediente, credibile, delle scorte limitate di ossigeno contribuisce ad accentuare la suspense della vicenda e le improvvise apparizioni dei predatori (sia veri che "ricreati" nelle sequenze più estreme) riescono ad infondere un empatico terrore, reso più palpabile dalle assai convincenti performance delle due interpreti. Il regista Johannes Roberts, già autore del godibile The other side of the door (2016) è abile nel gestire il forte taglio introspettivo insito nel rapporto tra le consanguinee, il cui rapporto diverrà ancora più solido di prima proprio nel momento di maggiore pericolo e il colpo di scena finale rende ancora più profondamente amaro questa esasperante ricerca di salvezza.

In the Deep Ambientato per la quasi totalità sui fondali oceanici (non a caso è anche conosciuto con il titolo 47 metres down), In the Deep trova una chiave di lettura più convincente del solito per raccontarci l'ennesima storia avente come "villain" dei feroci squali. Con un forte impatto claustrofobico dato dalla potenzialmente rassicurante prigionia della gabbia di metallo contenente le due protagoniste e una corsa contro il tempo esasperata dalle limitate scorte di ossigeno, i novanta minuti di visione compensano un saltuario senso di monotonia con una dose tensiva drammatica a tratti estrema e opprimente, cui le interpretazioni di Mandy Moore e Claire Holt donano ancora maggior impatto emotivo. Le belle riprese acquatiche e i sporadici assalti dei predatori chiudono il cerchio di di uno shark-movie più intelligente della media.

6.5

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