Recensione Il ventaglio bianco

Jackie Chan, alla sua seconda prova dietro la macchina da presa, è il protagonista de Il ventaglio bianco, commedia avventurosa registicamente grezza ma ricca di sequenze memorabili.

Recensione Il ventaglio bianco
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Dragon e Tiger sono due fratelli orfani cresciuti in una scuola di arti marziali. Quando il secondo, dopo aver tradito i suoi compagni e il maestro favorendo un team rivale durante la competizione della danza dei leoni, viene cacciato, Dragon decide di mettersi alla sua ricerca. Ma Tiger ha favorito l'evasione di un pericoloso criminale e Dragon viene scambiato per lui a causa del ventaglio bianco che entrambi usavano durante i combattimenti: l'unico modo per salvare il fratello e far trionfare la giustizia sarà quello di catturare il ricercato.

Seconda regia di Jackie Chan dopo l'esordio dietro la macchina da presa con The Fearless Hyena (1979), Il ventaglio bianco pur risultando un'opera acerba in molti versanti è un titolo importante nella filmografia, attoriale e non, dell'action star cinese: qui come non mai infatti prende definitivamente vita l'inimitabile mix di comicità slapstick e arti marziali che lo ha consacrato a divo internazionale ed eroe di grandi e piccini.

The Young Master

Una sceneggiatura ingenua ed improbabile ma ricca di un divertimento genuino caratterizza i cento minuti di visione (la durata originale raggiungeva le tre ore), pregna dei classici stilemi del cinema di JC. Dopo lo sfavillante inizio ricco di una poesia visiva affascinante nella lunga sequenza della danza dei leoni, con i personaggi a dar vita magnificamente ad uno dei più bei spettacoli del folklore cinese, la narrazione segue le canoniche vie di genere con una particolare predisposizione per le scene di combattimento, vero e proprio fiore all'occhiello dell'operazione: l'attore-regista utilizza al meglio ogni singolo elemento (dalle gonne delle signore al ventaglio del titolo) per regalare coreografie ricche di stile ed inventiva, sempre pronte a sorprendere e a regalare risate a scena aperta: il lungo scontro nella piazza del mercato, con Dragon "travestito" e torero improvvisato, è una delle miglior pagine di genere degli interi anni '80. Come detto in precedenza non tutto funziona al meglio, e le ambizioni di partenza a tratti sembrano figlie di un'eccessiva esasperazione, come ben dimostrato dal lunghissimo scontro finale, modellato su quello di un altro cult come Drunken Master ma privo della stessa forza primigenia e di una colonna sonora ad hoc ad accompagnarlo. La leggerezza del racconto e la simpatia degli interpreti riescono comunque a non far pesare troppo le negligenze di un film imperfetto ma fondamentale nell'evoluzione del filone e nella maturità registica dell'oggi sessantunenne interprete.

Il ventaglio bianco Commedia avventurosa nella quale le coreografie trovano nel regista/protagonista il perfetto veicolo di simpatia e bravura, Il ventaglio bianco soffre di alcune ingenuità ma è al contempo titolo importante nell'evoluzione stilistica di Jackie Chan, qui in grado di inventarsi sequenze a tratti geniali nella loro poliedricità marziale, monotona soltanto nell'inutilmente lungo combattimento finale.

7

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