Il seme della follia, la recensione del cult horror di John Carpenter

L'horror cult di John Carpenter sospeso tra realtà e fantasia, la nostra recensione completa.

Il seme della follia, la recensione del cult horror di John Carpenter
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Nel 1994 John Carpenter dirige l'ennesimo cult di una carriera infarcita di successi, purtroppo areanatasi all'inizio del nuovo millennio con soltanto due lavori dietro la macchina da presa, l'improbabile Fantasmi da Marte e il più ragionato, ma lontano dai fasti passati, The Ward - Il reparto risalente al 2010. Terzo capitolo della trilogia (a livello tematico) dell'Apocalisse (i cui precedenti episodi sono il remake de La cosa e Il signore del male), Il seme della follia viene riproposto in tv spesso in seconda serata, scelta giustificata in parte dal divieto ai minori di 14 anni affibbiato al film dalla censura italiana. La storia vede per protagonista l'investigatore privato John Trent, uno dei più quotati sulla piazza, che viene ingaggiato da Harglow, leader di una nota casa editrice, per ritrovare Sutter Cane, un famosissimo scrittore di libri horror di successo i cui libri sono in grado di penetrare a fondo nella psiche dei lettori più deboli. Convinto che la scomparsa dell'autore sia solo una trovata pubblicitaria, John accetta l'incarico e tramite le copertine dei romanzi scopre che Cane potrebbe essersi rifugiato nella fittizia cittadina di Hobb's End. Accompagnato dalla bella segretaria di Harglow, John giunge infine sul luogo, scoprendo ben presto che realtà e finzione cominciano a fondersi in un gioco molto pericoloso, facendo ben presto crollare le sue certezze e mettendolo dinanzi a eventi soprannaturali che potrebbero cambiare per sempre il destino dell'umanità.

"Non stiamo vivendo in un romanzo di Sutter Cane... non è la realtà, non è la realtà"

Fortemente influenzato da tematiche lovecraftiane e con un omaggio citazionista al Re del Brivido odierno, Stephen King ("incarnato" nella figura di Sutter Cane), Il seme della follia è un horror di altissima scuola, in cui la narrazione vive di pari passo con l'atmosfera, strette in una costante e sotterranea inquietudine pronta ad esplodere veemente in momenti di puro e fascinoso terrore. Un'opera dalla quale molti registi contemporanei dovrebbero prender nota, capace di tenere incollati allo schermo senza un attimo di tregua, potendo contare inoltre su una mirabile sceneggiatura curata da Michael de Luca (Nightmare 6 - La fine, Dredd la legge sono io), in grado di tenere alta la curiosità sino alla fine e ribaltare i presupposti con una parte finale entusiasmante che trova nell'epilogo un lampo di rara genialità. La storia è raccontata attraverso un lungo flashback del protagonista, all'inizio recluso in un manicomio in seguito alla follia che lo ha colpito dopo gli eventi vissuti, e riesce a regalare sorprese in serie, in un continuo crescendo di suspence. Realtà e fantasia si intrecciano avviluppandosi come mostruosi amanti in cerca di risposte, con un mirato ed efficace uso degli effetti speciali (realizzati dalla Industrial Light & Magic) e di suggestive scenografie, accompagnati da una colonna sonora di grande effetto. E' un orrore che rimane perlopiù nascosto, lasciandolo suggerire e venire a galla solo in alcune sequenze clou il cui impatto assume perciò ancor maggior spessore. Un apologo sulla scrittura, non privo di un velato ma incisivo attacco alla religione e alla credulità delle persone, che ammalia nei suoi moti apocalittici e gioca intelligentemente con lo spettatore e col cinema stesso, come è reso palese dagli ultimi secondi di visione. Il cast, che può contare sulla presenza in un piccolo ruolo dell'immenso Charlton Heston (è il capo della casa editrice) e di un mefistofelico Jurgen Prochnow (U-boot 96, Il paziente inglese), vale soprattutto per la straordinaria prova di Sam Neill (Jurassic Park, Punto di non ritorno), da sempre a suo agio in questo tipo di ruoli (vedasi anche un altro cult come Possession).

Il seme della follia Tra i migliori horror degli anni '90, Il seme della follia è un'opera che vive soprattutto d'atmosfera, sospesa in un limbo tra realtà e fantasia in grado di non dare certezze e di mantenere alto l'interesse fino ai titoli di coda, preceduti da un epilogo geniale in grado di spiazzare ed affascinare al contempo. Lo spettatore accompagna in questo viaggio nell'orrore, più suggerito che mostrato, uno straordinario Sam Neill, perfetto interprete di questo grande film firmato John Carpenter.

8.5

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