Recensione Il Segnato

Lo spin-off della saga horror creata da Oren Peli

Recensione Il Segnato
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Dunque, dove eravamo rimasti?
Eravamo rimasti al Paranormal activity 4 (2012) che, diretto dagli stessi Henry Joost e Ariel Schulman già responsabili della riuscita escursione negli anni Ottanta di Paranormal activity 3 (2011), si ricollegava brevemente al finale del brutto Paranormal activity 2 (2010) di Tod Williams per poi spostarsi al 2011 e tirare in ballo una nuova famiglia in un'altra abitazione differente dal capostipite di Oren Peli, ma che si trovava ugualmente ad avere a che fare con strani fenomeni dopo aver deciso di prendere con sé un piccolo vicino di casa la cui madre era finita in ospedale.
Un tassello che, tempestato di webcam, fotocamere dei telefoni cellulari e perfino un particolare sensore a infrarossi in aggiunta alle classiche apparecchiature di videoregistrazione, si rivelò, insieme al precedente, il più riuscito del franchise; grazie soprattutto alla volontà di aumentare situazioni spaventose e cadaveri sparsi per distaccarsi sempre più dai connotati di falso resoconto di una tragedia avvenuta alla The Blair witch project - Il mistero della strega di Blair, i cui derivati, proprio come esso, sono soliti interrompersi sul più bello dopo aver tenuto continuamente lo spettatore sulle spine.

Attività paranormali in spin-off

Un tassello al termine dei cui titoli di coda (almeno nella versione proiettata nelle sale cinematografiche) venne posta una sequenza volta ad anticipare questo Il segnato che, a firma del Christopher Landon sceneggiatore dei tre sequel dell'originale, non vuole essere il quinto capitolo della serie, bensì il suo spin-off.
Infatti, ambientato nel 2012 in una comunità latina degli Stati Uniti, introduce il personaggio del giovane Jesse, che, incarnato dall'esordiente Andrew Jacobs, si ritrova un misterioso morso sul braccio dopo aver tentato di indagare insieme ad alcuni amici sulla morte di una donna avvenuta nel vicino appartamento.
Un misterioso morso che segna soltanto l'inizio delle strane attività paranormali che cominciano a tormentarlo e a prendere progressivamente possesso del suo corpo; mentre, al di là dei propri familiari, è il migliore amico Hector alias Jorge Diaz a tentare di aiutarlo a sfuggire alla terribile maledizione.
Per fortuna, però, a differenza dei primi due noiosissimi episodi, ancora una volta l'insieme non si limita ad essere costituito da riprese di camere fisse ad alta definizione installate per immortalare cosa avviene in casa quando tutti dormono (e in quei casi si trattava sempre di porte che si aprivano da sole ed impronte che comparivano sul pavimento), ma sfrutta, al contrario, una soggettiva in continuo movimento un po' come accaduto nell'altamente superiore Chronicle (2012) di Josh Trank.
Pellicola, quest'ultima, richiamata alla memoria anche dalle situazioni in cui il protagonista tende a manifestare tanto particolari quanto pericolosi poteri, complice un maggiore sfoggio di effetti visivi rispetto agli altri film della saga.
Saga di cui, grazie anche a una inedita spruzzata di ironia (sarebbe sufficiente citare il grottesco intervento armato), si mostra l'appuntamento più movimentato e divertente, pur non essendo propriamente il migliore.

Il Segnato Mentre Toshizaku Nagae diresse nel 2010 Paranormal activity - Tokyo night, imitazione dagli occhi a mandorla del Paranormal activity firmato nel 2007 da Oren Peli, Christopher Landon, sceneggiatore del secondo, terzo e quarto capitolo della serie, ne realizza questo spin-off ufficiale che, ambientato in una comunità latina degli Stati Uniti, non sembra celare più di tanto un certo discorso relativo al tutt’altro che facile passaggio all’età adulta. Una metafora di cui poco ci importa, considerando che, una volta seduti in sala, riusciamo perfino a non badare all’esilissimo script dinanzi a quello che non è certo il miglior tassello del franchise, ma che si rivela tranquillamente quello maggiormente volto al facile intrattenimento, complice l’aumento dell’azione e degli effetti visivi... in mezzo alla sufficiente dose di spaventi, ovviamente.

6

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