Recensione Il piccolo Nicolas e i suoi genitori

Il piccolo Gian Burrasca d'Oltralpe è pronto a conquistare l'Italia.

Recensione Il piccolo Nicolas e i suoi genitori
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"Buongiorno, mi chiamo Nicolas e ho otto anni. Vivo in Francia con i miei genitori e ho una banda di amici fortissimi: Alceste, Rufus, Clotaire, Eudes, Agnan, Geoffroy e Joachim. E poi ci sono i miei genitori. La mamma è la più bella del mondo e papà mi dice sempre ‘Nicolas non ti sposare mai'. La mia vita con loro è perfetta e non voglio che cambi nulla..."
Il piccolo Nicolas e la sua banda di amici sono già un fenomeno editoriale per l'infanzia in diversi paesi d'Europa, dalla Francia, terra in cui è nato, alla Germania, ed hanno riscosso parecchio successo anche oltre oceano. Nato come protagonista di alcune strisce umoristiche di un settimanale belga, questo moderno Gian Burrasca è frutto della collaborazione tra Jean-Jacques Sempè, considerato da quarant'anni uno dei più grandi disegnatori francesi, ed il compianto Renè Goscinny, creatore di Asterix. Trasformatosi poi in un libro, adesso il Piccolo Nicolas ha abbandonato le sue fattezze fumettistiche ed è divenuto un bambino vero, pronto a vivacizzare lo schermo cinematografico con il suo particolare modo di osservare il mondo.

Operazione Pollicino

Nicolas (Maxime Godart) è un bambino di otto anni con una vita apparentemente perfetta: due genitori amorevoli, una maestra gentile e premurosa, una banda di amici sempre pronti all'azione. È così felice che vorrebbe non cambiasse mai nulla...nemmeno crescere. Un giorno, a scuola, la maestra (Sandrine Kiberlain) racconta loro la storia di Pollicino, abbandonato nel bosco dai genitori. Poi arriva il suo amico Joachim a complicare le cose: ha avuto un fratellino ed ora la sua vita si trasformerà in un incubo. Tutto sembra essere cominciato quando suo padre è divenuto più gentile con la mamma e ha portato fuori la spazzatura senza lamentarsi. Quando Nicolas si trova ad assistere ad una scena identica in casa sua e viene invitato dai suoi genitori a fare una gita nel bosco, il suo mondo perfetto viene irrimediabilmente minacciato dall'idea di un fittizio fratellino. L'intera banda di amici si mette in moto per sistemare questo inconveniente a tutti i costi, non importa quanto possa essere pericoloso.

Dalle strisce al film

Il piccolo Nicolas e i suoi genitori è il primo adattamento cinematografico di una delle esperienze letterarie dedicate all'infanzia più apprezzate degli ultimi 50 anni. Nato come un anonimo disegno per delle strip umoristiche, il bambino si è lentamente trasformato in un'icona, in un mezzo privilegiato di insegnamento ed intrattenimento. Primo esempio della letteratura moderna in cui il mondo è visto attraverso gli occhi innocenti e schietti di un bambino, Il piccolo Nicolas è riuscito fino ad ora ad entusiasmare i più piccoli, ma anche i loro genitori che in quella particolare visione si possono facilmente e comicamente riconoscere. Trasportarlo dal disegno essenziale e minimalista alla pellicola cinematografica era però un esperimento che rischiava di trasformarsi in catastrofe, dati i cambiamenti necessari ad attuare una rivoluzione del genere: per prima cosa Nicolas doveva assumere dei tratti ben delineati, delle fattezze umane fino a quel momento sconosciute; inoltre bisognava creare un filo conduttore unitario che permettesse al giovane protagonista di uscire dal suo perenne stadio episodico. Fortunatamente il progetto è finito nelle mani di Laurent Tirard, sceneggiatore e regista, che è riuscito a dare una dimensione unica e visionaria alle fantastiche avvenute di Nicolas, stravolgendole nella narrazione ma mantenendone intatta l'atmosfera che lo ha reso un successo.

Il magico mondo dell'infanzia

Il piccolo Nicolas e i suoi genitori potrebbe essere definito tranquillamente una favola: atemporale, positivo, divertente, ricco di imprevisti che conducono ad un lieto fine. Inoltre, nonostante i chiari riferimento ad un mondo reale, sembra essere ambientato in un mondo immaginario, specchio della fantasia dei suoi giovani protagonisti. "Nel Piccolo Nicolas tutto doveva concorrere alla dimensione irrealistica del progetto. È un film che confessa apertamente di non essere sul piano della realtà. Siamo in una fiaba. Le scene, le inquadrature, i costumi, il suono raccontano una storia molto costruita. Per questo ho voluto girare in un teatro di posa, avere una casa che avesse il sapore di uno studio cinematografico, fare un film che assomigliasse ai film hollywoodiani degli anni '50. Se avessi avuto i mezzi avrei ricostruito tutte le strade in studio. Abbiamo cercato di creare un mondo immaginario, fittizio, totalmente idealizzato, con il profumo del passato, il passato della nostra infanzia". Una scelta davvero funzionale quella di Tirard, che per questo film costruisce un mondo a misura di bambino, che è una gioia anche per gli adulti. Colorato e divertente, è talmente finto da sembrare vero, coerente con un mondo a metà strada tra la realtà e l'immaginazione, in cui i problemi si risolvono con un sorriso o una pozione magica. La narrazione procede veloce e divertente, contornando il problema principale della presupposta nascita del fratellino di Nicolas di altre vicende collaterali: l'insoddisfazione di una madre che agogna l'affermazione personale, la lotta continua del padre per ricevere una promozione, l'apparente impossibilità da parte della scuola di gestire i propri scolari. Tutta la vicenda sembra essere divisa su due diversi livelli di lettura non troppo distanti tra loro. I personaggi sono sempre diretti e ordinati, ma percepiamo i loro difetti, le loro frustrazioni, i loro disagi. Ma quando si racconta questa storia ad un bambino, lui non percepisce assolutamente tutto quello che può trovarci un adulto, a riprova della ricchezza e dell'intelligenza di quest'opera. Merito dell'ottima riuscita del progetto non va solo ad un regista appassionato e sensibile come Laurent Tirard, ma anche ad un cast di attori bravissimi che hanno aggiunto ulteriore spessore ai personaggi: Valèrie Lemercier infonde un pizzico di follia e aria squisitamente anni '50 alla madre di Nicolas, salvandola da un destino scialbo e prevedibile; Kad Merard interpreta alla perfezione il tipo normale, un po' debole e ambizioso, ma dotato di fantasia e autentica tenerezza; Sandrine Kiberlain, con i suoi grandi occhi azzurri, è il ritratto della maestra perfetta, una seconda mamma per tutti i bambini. Ma Il piccolo Nicolas è innanzi tutto un film di bambini, e sono proprio i piccoli protagonisti, tra i quali capeggia Maxime Godart, a tenere vivo il ritmo narrativo, con la loro spumeggiante semplicità, irriverenza e quel modo del tutto naturale di interagire con la macchina da presa.

Il piccolo Nicolas e i suoi genitori Divertente, fantasioso, spensierato, magico: Il piccolo Nicolas e i suoi genitori è un film che riesce a convincere ed appassionare chiunque, dal bambino più piccolo all'adulto più vissuto, offrendo ad entrambi diversi livelli di lettura e di fascino. Ricreando un atmosfera patinata, quasi plastificata, e riempiendola di situazioni surreali ma non del tutto incredibili per un mondo creato dai bambini, il film racconta la sua storia in maniera impeccabile e rende giustizia alle avvenute disegnate del suo piccolo protagonista, tanto celebri ed apprezzate in tutto il mondo.

7.5

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