Recensione Il pianeta proibito

Walter Pidgeon, Leslie Nielsen e Anne Francis sono i protagonisti de Il pianeta proibito, classico vintage della sci-fi anni '50 diretto da Fred M. Wilcox che ha aperto nuove strade al genere.

Recensione Il pianeta proibito
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Nel 23esimo secolo i viaggi interstellari sono all'ordine del giorno e grazie alle nuove tecnologie l'umanità è stata in grado di scoprire molti piani simili alla Terra. La navicella C-57D è impegnata in una missione di recupero sul lontano mondo di Altair IV dove, vent'anni prima, un'altra spedizione era atterrata senza però poi dare più notizie. Poco prima di arrivare a destinazione il comandante Adams viene contattato via radio dal professore Edward Morbius, unico membro sopravvissuto del team di due decadi prima: il luminare tenta di dissuadere l'equipaggio dall'atterraggio, visto che un grande pericolo si celerebbe sul pianeta. Adams decide comunque di seguire i suoi ordini, venendo accolto all'arrivo da un avanzato prototipo di robot che lo conduce, insieme a due dei suoi uomini più fidati, all'avveniristica abitazione di Morbius. Questi rivela di essere l'unico sopravvissuto della sua squadra, i cui restanti membri sono stati uccisi da una forza di origine sconosciuta; lo scienziato comunque non è completamente solo, visto che la figlia (orfana di madre) è nata e cresciuta su Altair IV. La presenza della ragazza creerà scompiglio tra i membri dell'equipaggio (tutti di sesso maschile e in viaggio da più di un anno) mentre un nemico ben più pericoloso si aggira su quella landa aliena.

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Classico tra i classici del cinema di fantascienza, Il pianeta proibito ha gettato nuove basi per il cinema di genere a venire, influenzando l'immaginario collettivo del filone (e molte influenze sono state all'origine di Star Trek) e consegnando ai posteri una delle colonne archetipe della sci-fi adulta. La sceneggiatura di Cyril Hume, diventata nello stesso anno (1956) anche un romanzo di successo, reinterpreta con originalità l'opera shakesperiana La tempesta, riuscendo a creare personaggi affascinanti protagonisti di un contesto ricco di sfumature interpersonali, lasciando così emergere profondi istinti drammatici in una visione comunque ludica e spettacolare per i tempi. L'inserimento di una presenza femminile in un contesto unicamente maschile permette che il sotterraneo erotismo assuma maggiore valenza al fine dei risvolti tra i protagonisti, trovando nella bellezza della bionda Anne Francis un vero e proprio punto di rottura. La struttura narrativa avvince progressivamente con lo scorrere dei minuti con la creazione di una mitologia aliena usata come metafora per diatribe quanto mai umane sul libero arbitrio e sul senso più puro della conoscenza, figlie per una volta tanto di una visione globale che evita con grazie qualsiasi riferimento politico da guerra fredda. Scenograficamente maestoso, con la "visita guidata" alla struttura aliena che offre scorci e passaggi visivamente sontuosi, il film non disegna picchi tensivi che guardano all'horror, con la misteriosa creatura "villain" dell'ultima mezzora realizzata con effetti speciali ad oggi vintage ma saldamente efficaci e non priva di una certa ispirazione concettuale; lo stesso si può dire per la figura del robot Robby, diventato icona del genere e riapparso in molte altre produzioni future. Il confronto tra Leslie Nielsen (al suo esordio su grande schermo) e un interprete d'alta scuola quale Walter Pidgeon si presta inoltre ad interessanti divagazioni psicoanalitiche, capaci di nobilitare un genere fino ad allora usato prevalentemente per scopi più prettamente ludico / commerciali.

Il pianeta proibito Non sarebbe del tutto azzardato affermare che senza Il pianeta proibito la fantascienza adulta forse non esisterebbe come la conosciamo oggi. Precursore di quella sci-fi umanista sempre più sulla cresta dell'onda, il film di Fred McLeod Wilcox sfrutta alcune linee guida della Tempesta shakesperiana per costruire una vicenda capace di coniugare spettacolo e profonde riflessioni sul significato della conoscenza, imbastendo sottotrame mai banali sempre in costante bilico tra dramma e ironia. La forza tensiva di una vicenda così ricca di sfumature trova ampio risalto nelle "apparizioni" della misteriosa creatura assassina, mentre il background del pianeta e della civiltà alieni denota una cura maniacale in una costruzione narrativa dove nulla è lasciato al caso.

8.5

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