Recensione Il Pap'occhio

Recensione del dvd 01 del cult-movie diretto da Renzo Arbore

Recensione Il Pap'occhio
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Girato nel 1980 a Roma e nella Reggia di Caserta, dove fu battuto il primo ciak in aprile, Il Pap'occhio segnò l'esordio dietro la macchina da presa per Renzo Arbore, il quale coinvolse come interpreti tutti coloro che avevano partecipato a L'altra domenica, il celebre programma tv ideato e condotto dal popolare showman nella fascia pomeridiana di Raidue tra il 1976 e il 1979.
L'assurda vicenda alla base del lungometraggio parte dal momento in cui il Papa - con le fattezze del compianto Manfred Freyberger - decide di dar vita all'emittente Tele Vaticano, affidandone l'inaugurazione, con uno spettacolo leggero in mondovisione, proprio ad Arbore e alla sua compagnia di comici e musicisti.
Distribuito nei cinema sempre nel 1980, a settembre, il film, a poche settimane di distanza, fu sequestrato con l'accusa di vilipendio della religione cattolica in tutto il territorio nazionale, ma, nonostante la sua breve permanenza nelle sale, gli incassi furono ugualmente notevoli e gli valsero a fine stagione il quinto posto in classifica e il prestigioso e ambito "Biglietto" d'oro attribuito annualmente dagli esercenti; oltre a far ottenere il plauso della critica e di autorevoli registi come Federico Fellini e Mario Monicelli ad Arbore, il quale ricorda: "Fino al 1980 nessun autore aveva mai dato vita nel Paese che ospita la chiesa Cattolica ad un film che, stravolgendo un antico adagio, in qualche modo ‘lasciasse stare i fanti e scherzasse proprio con i santi'. Per la verità, Il Pap'occhio non è stato neanche seguito da altri film consimili e rimane quindi un curioso documento di come si possa, quando c'è la ‘grazia' (non necessariamente divina), divertirsi e divertirsi senza mai offendere con quello che avevo definito ‘il catechismo imparato quando frequentavo l'oratorio'".


Curiosità e fasi principali di intervento del restauro

Rigenerazione lavaggio negativo in solvente 35/16 mm.
Telecinema Spirit con Pandora Telecinema da negativo 16 mm e Color Correction.
Pulizia digitale con interventi di restauro e rimozione digitale della sporcizia residua.
Restauro digitale del suono.

Il dvd

Reso pressoché irreperibile, sebbene la Corte d'Appello di Roma avesse archiviato la denuncia per vilipendio nel 1982, Il Pap'occhio fu relegato in una sorta di limbo, trasformandosi con il tempo in un vero e proprio cult-movie e venendo rieditato prima nel 1985, poi, con qualche scena in meno, da Giovanni Di Clemente nel solo 1998.
E, restaurata e rimasterizzata, è quest'ultima la versione che, in occasione del trentennale della pellicola, 01 distribution lancia per la prima volta in supporto digitale, permettendo finalmente di visionarla almeno a coloro che non ebbero modo di farlo all'epoca.
Certo, sono assenti la sequenza in cui abbiamo una sorta di parodia di Un uomo e una donna di Claude Lelouch ambientata nei giardini vaticani e alcuni passaggi del lungo monologo attuato davanti al Giudizio universale da un giovane Roberto Benigni, qui neo-Giuda intento a vendere il suo amico Arbore, per trenta denari, a un cardinale che cerca di boicottare lo spettacolo. Però, ci viene finalmente fornita l'occasione di assistere - con buona qualità audiovisiva - a quello che potremmo tranquillamente annoverare tra i più assurdi ed anarchici prodotti di celluloide partoriti nello stivale tricolore, debitore in maniera evidente proprio nei confronti di un certo cinema surreale divulgato dal succitato Fellini.
Oltretutto, ancor più interessante del film, il quale non risparmia neppure associazioni verbali tra Craxi e Buddha e, accanto a Diego Abatantuono, Milly Carlucci nei panni di una suora, le Sorelle Bandiera impegnate in immancabile esibizione del loro hit Fatti più in là e Mariangela Melato - all'epoca compagna di Arbore - presente in un'apparizione, vede coinvolto perfino Martin Scorsese nel ruolo di un regista televisivo, risulta lo speciale Quel Pap'occhio di 30 anni fa, unico contenuto extra del disco.
Si tratta di un inedito documentario - a cura di Fabrizio Corallo per la regia di Luca Nannini - nei cui 70 minuti di durata Renzo Arbore racconta la nascita e la lavorazione di quella che definisce "un'innocente marachella", rievocando lo spirito allegro con cui Il Pap'occhio è stato scritto e girato e il clima del set costantemente festoso, tra aneddoti sulle riprese, sugli interpreti, le location utilizzate e le reazioni dell'epoca.

Il Pap'occhio In occasione del suo trentennale, Il Pap’occhio di Renzo Arbore, ritirato dalle sale ai tempi della sua uscita, nel 1980, ma trasformatosi presto in un vero e proprio cult-movie, rivive oggi in edizione restaurata e rimasterizzata grazie a 01 distribution, anche se in una versione non proprio integrale. Motivo d’interesse del dvd è anche il contenuto extra Quel Pap’occhio di 30 anni fa, con divertite testimonianze del direttore della fotografia Luciano Tovoli, del giornalista Michele Serra e degli attori, da Isabella Rossellini alle Sorelle Bandiera, passando per Luciano De Crescenzo e Mariangela Melato.

6.5

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