Recensione Il mistero della pietra magica

Rodriguez, grazie ad una pietra magica, regredisce fino alle scuole elementari

Recensione Il mistero della pietra magica
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Robert Rodriguez dev'essere venuto dal futuro, facendoci solo credere di essere nato nel '68. Magari questo moderno Peter Pan della cinematografia è frutto di avanzatissima tecnica genetica, con cui gli sono stati impiantati, come un novello Frankenstein del ventiduesimo secolo, i geni dei registi più eclettici della storia del cinema, da Tarantino a Burton, da Spielberg a Romero. Col risultato, però, di un mix decisamente troppo azzardato di componenti. Il buon Robert passa tranquillamente dall'horror al fanta-thriller alla commediola per ragazzini di età prescolare, spiazzando sempre tutti per le sue idee, spesso visionarie e personalissime interpretazioni dello stile dei suoi registi preferiti.
Eccoci ora proporre questo nuovo Shorts (che con non poca ironia vanta un titolo italiano tutt'altro che corto: Il mistero della Pietra Magica), film decisamente dedicato a un pubblico infantile.

Potere all'immaginazione

Immaginate un mondo simile al nostro. Solo, un mondo dove, nonostante il rigoglioso verde che la circonda, la comunità di Black Falls è letteralmente schiava inconsapevole della comodità della Black Box, scatoletta multi uso in grado di risolvere tutti i più comuni problemi tecnici della vita. L'infernale aggeggio, ideato, creato e commercializzato dall'omonima multinazionale guidata con coerente (ma anche bizzarro) pugno di ferro da Mr.Black (James Spader), secondo le idee del suo ideatore ha ora bisogno di un upgrade definitivo, in grado di spazzar via la concorrenza una volta per tutte. Spinge così i team creativi della sua azienda ad una ricerca-lotta fratricida per chi riuscirà nell'impresa, con promozioni in premio per i vincitori e il licenziamento in tronco per i fallimentari. Toby Thompson (Jimmy Bennet) si ritrova, senza saperlo, in mezzo ai due fuochi, essendo figlio dei responsabili dei due team creativi...comunque andrà la sfida, la sua famiglia ne passerà di tutti i colori!
Ma per Toby, tutto questo non è un problema grosso quanto il fatto che non riesca a farsi dei veri amici...se escludiamo il geniale quanto germofobico Nose Noseworthy (Jake Short) e i fratelli combina guai Loogie (Trevor Gagnon), Lug (Rebel Rodriguez), e Laser Short (Leo Howard). Oltretutto, il povero Toe si ritrova a dover fare giornalmente i conti con gli irriverenti commenti della sorella maggiore Stacey (Kat Dennings) e soprattutto con le angherie dei fratelli Black, Helvetica (Jolie Vanier) e Cole (Devon Gearhart). Ma la scoperta, da parte dei fratelli Short, di una pietra magica in grado di esaudire ogni desiderio si esprima cambierà per sempre la vita di tutti gli abitanti di Black Falls: ognuno cercherà di utilizzarla per i propri fini, riuscendo a creare, naturalmente, una marea di guai a cui solo i piccoli potranno rimediare.

Shorts, o della totale regressione all'infanzia di Rodriguez

Il mistero della Pietra Magica non è certo il primo film per ragazzi di Rodriguez: ricordiamo, in proposito, la fortunata serie dei tre Spy Kids e Le avventure di Shark Boy e Lava Girl.
Quello che stupisce, in Shorts, sono principalmente due cose, e riguardano entrambe Rodriguez e la sua bizzarra idea di cinema. Una è l'essersi superato, in quanto a poliedricità, in fase di realizzazione. Rodriguez ci ha abituato a farci vedere più e più volte il suo nome nei titoli di coda, non solo in quanto regista, ma anche in qualità di montatore, direttore della fotografia, compositore delle musiche etc. Ebbene, guardando i credits alla fine del film, viene da chiedersi come non gli sia venuta l'idea di realizzare i titoli di coda più corti della storia del cinema, con i nomi degli attori a fianco dei personaggi interpretati e un serafico “tutto il resto: Robert Rodriguez” a seguire.
Scherzi a parte, quello che ci preme sottolineare, al di là dell'ottimo pluri-lavoro realizzato dal punto di vista tecnico (escludendo il pessimo espediente della narrazione “a saltare” che riesce a confondere anche gli spettatori adulti, figuriamoci dunque quelli più piccini), è la tematica e l'approccio utilizzato da Rodriguez per questa pellicola, che non è altro che un pout-purri di quanto abbiamo visto negli ultimi trent'anni del genere, senza un solo spunto particolarmente interessante o originale. Sembra un lavoro realizzato a tavolino, inserendo tutti gli elementi che da sempre entusiasmano il pubblico infantile e che da sempre sono stati inseriti nella letteratura pedagogica prima, e nella cinematografia per ragazzi dopo.
Adulti svagati e sconsiderati, fratelli tiranni alle prese con strane turbe adolescenziali al di là da venire, mostri, alieni, insetti, caccole giganti, poteri magici, e rivalità che diventano grandi amicizie. Il tutto in un mondo fantastico dove ogni cosa è possibile. Non che ci sia niente di male nel realizzare un film utilizzando questi elementi, ma... Rodriguez sembra essere tornato indietro rispetto ai tecnologici e moderni Spy Kids, in un mondo tutto suo che non appartiene più a nessuno, e che sembrerebbe troppo fiabesco anche al Willy Wonka di Gene Wilder. Anche la Black Box è poco più di un pretesto, e agli occhi di un adulto è quasi altrettanto magica della pietra spaziale del titolo.

Shorts Shorts, in sostanza, è un film che non ha niente di attuale. Rodriguez potrebbe aver trovato un copione di Spielberg rimasto in un cassetto per gli ultimi venticinque, trent'anni e averlo girato oggi senza aver cambiato una virgola dello script originale. Con la differenza che film così smaccatamente fantasiosi e scriteriati non li digeriscono più neanche i bimbi più piccoli al giorno d'oggi, abituati a trame molto più complesse grazie a videogiochi, libri e fumetti decisamente più moderni. Seriamente, dubitiamo che un pargolo che abbia già imparato a scrivere e far di conto possa non trovare vagamente noiosa l'ultima creatura di Mr. Rodriguez. La quale, inoltre, vanta degli effetti grafici tristemente poveri, e dei personaggi estremamente stereotipati, al di là della bravura dimostrata dagli attori, in special modo da quelli più giovani.

5

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