Recensione Il codice Da Vinci - Il Film

Dal libro scandalo/rivelazione del 2003 al film insipido del 2006

Recensione Il codice Da Vinci - Il Film
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Tanto tempo fa c'era il cinema, figlio del teatro e della fotografia, arte nuova, creatrice di magia. Poi a qualcuno venne in mente di unire arte ad arte e di trarre film da testi letterari. Ma fin dai primordi fu palese ai cineasti che l'opera di raccontare con immagini ciò che a parole era reso su carta era ardua. Ma partiamo con ordine.

Del Codice Da Vinci si è detto tutto ed il contrario di tutto. L'opera di Dan Brown, super best seller da 40 milioni di copie vendute e 44 traduzioni, ha creato scompiglio nel mondo letterario-storico-religioso imponendosi all'attenzione del pubblico (tramite spunti reali, fantasie e temi non eccessivamente originali) come prodotto ben lontano dall'eccellenza in termini letterari, che vede nella propria tesi anticlericale e complottista il motivo della propria fama.

Dal libro al grande schermo

Parigi. Louvre. Jacques Saunière, curatore del museo più conosciuto al mondo, viene ucciso nella Grande Galleria. La macchina infernale si mette in moto. Il vecchiardo si fa trovare ricoperto di strani segni e nella posizione dell'uomo di Vitruvio, deciso a lasciare una pista non troppo chiara (fin troppo fantasiosa, in effetti) per far capire alla nipote crittologa Sophie Neveu-Audrey Tautou (con la quale aveva interrotto i rapporti anni prima) e allo studioso di iconologia religiosa Robert Langdon-Tom Hanks, chi sia stato ad ucciderlo e, soprattutto, a far trovar loro la soluzione ad uno dei grandi quesiti della storia: la collocazione attuale del Santo Graal (sempre che il Santo Graal esista e sia effettivamente quello che tutti noi immaginiamo essere, cosa che si rivelerà essere niente affatto scontata).
La caccia al tesoro comincerà come detto nel Louvre, dove l'anziano curatore ha lasciato diversi indizi sfruttando la propria (e della nipote) conoscenza delle maggiori opere del buon Leonardo e addurrà prove sull'esistenza della fantomatica setta del Priorato di Sion, si sposterà poi nella vecchia Inghilterra introducendo a forza il povero Isacco Newton nella sopracitata setta, per poi tornare alla Lingua D'Oca.

Nel frattempo la storia si svolge lenta e pedante, con un Tom Hanks che si muove svogliatamente seguendo la bella Audrey, scappando da un albino monaco assassino guidato dall'Opus Dei e da Alfred-Otto Octavius-Molina, dalla polizia di Jean Reno e dalla voglia di azione dello spettatore senza mai suscitare nient'altro che qualche sbadiglio, forse qualche non voluta risata.
E mentre tutto sembra correre al rallentatore e i personaggi si muovono come pedine sul tabellone del gioco dell'oca, il tempo si dilata, il plot non coinvolge e non attira l'attenzione se non di sfuggita.
Questa vacuità del film va forse ricercata nell'asciutta e poco sentita regia di Ron Howard (già autore di film dannatamente belli come A Beautiful Mind e Cinderella Man) deciso a riportare del libro solo la componente di giallo di discreta fattura, evitando di mettere l'accento su quello che probabilmente nelle intenzioni dell'autore doveva rappresentare un forte scossone per le fondamenta di quella liturgia cattolica che sin dagli albori ha relegato la donna ad un ruolo di quantomeno relativa importanza.

L'edizione in DVD

Sony Pictures Home Entertrainment al momento ha rilasciato due diverse edizioni per Il Codice da Vinci, l'edizione normale - oggetto di questa recensione - e la Extended Cut (è prevista inoltre una edizione per collezionisti). La differenza tra le due versioni risiede in una durata maggiore della pellicola nel secondo rispetto al primo (170' contro 143' della versione cinematografica), e per la presenza di un secondo DVD interamente dedicato agli inserti speciali, i quali mancano completamente nell'edizione a singolo disco.

Come di consueto, partiamo con l'analisi del comparto video. Quasi sufficiente, colpa anche del basso bitrate medio (4.99Mbit/s) necessario vista la lunghezza del film. Il livello del dettaglio lascia un po a desiderare, restituendo delle immagini poco "sharpen", con i primi piani quasi mai nettamente distanziati dallo sfondo, mostrando, pertanto, una immagine poco tridimensionale. La fotografia della pellicola è molto scura, dove le scene al chiuso in penombra sono molto frequenti, cosa queste che avrebbe richiesto un maggiore sforzo in fase di compressione, che, ovviamente, non abbiamo avuto: proprio durante queste sequenze è possibile notare, aldilà del nero che spesso affoga i dettagli, tantissimi artefatti conditi da evidenti blocking sugli sfondi. Come se ciò non bastasse, va aggiunto un persistente rumore video sempre nelle scene scure. Le cose cambiano nelle scene all'aperto, soprattutto di giorno, dove è possibile - finalmente - ammirare un video pulito e una buona resa cromatica.

Decisamente meglio l'audio (anche perchè fare peggio della traccia video sarebbe stato molto difficile). Due sono le tracce (e le lingue) a disposizione, entrambe in Dolby Digital 5.1, una lingua inglese e l'altra in lingua italiana. C'è da dire che nel complesso la traccia italiana, molto simile alla controparte in lingua inglese, è risultata, grazie alla buona colonna sonora che accompagna tutto il film, coinvolgente e piacevole. I dialoghi sono nella norma, la risposta del subwoofer molto buona, anche se a volte un po eccessiva; la resa dei canali surround si integrano perfettamente con i restanti diffusori, restituendo una buona spazialità.

Nulla da dire sugli extra perchè, come dicevamo, nell'edizione a singolo disco, oggetto di questa recensione, non sono presenti.

Il codice da Vinci Come descrivere questo film se non come scialba opera commerciale? In tutta sincerità, è forse un’impresa superiore alle capacità dell’uomo medio. Questo è un film programmato a tavolino, senza alcun piglio artistico, vacuo di significati, figlio della tipica corrente economica legata al cinema odierno. E se malgrado questo ogni tanto sulle pellicole si annidino piccole perle, nel caso in questione non c'è nulla di più che una storia presa da un libro, riportata svogliatamente e senza troppe pretese, venduta per cento volte il vero valore. E c'è chi ancora crede che questo cinema abbia da dire qualcosa...

5.5

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