Recensione Il buio nell'anima

Cosa accadrebbe se il giustiziere della notte fosse una bella donna?

Recensione Il buio nell'anima
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Erica Bane (Foster) è una presentatrice radiofonica che vive e lavora a New York, città che ama percorrere a piedi per scoprirne scorci, storie dimenticate e piccoli grandi segreti. Una sera, però, durante una romantica passeggiata notturna a Central Park, lei ed il suo ragazzo saranno brutalmente aggrediti da una banda di teppistelli. Il bilancio è tragico: Erica resterà in coma per tre settimane mentre il suo amato chirurgo non ce la farà.Al risveglio la protagonista si scontrerà con l'immobilismo delle istituzioni e con una città che credeva di conoscere ma che ora le appare fredda, malvagia e terribilmente buia; acquisterà così una pistola da un delinquente messicano e sceglierà la strada della giustizia personale.

Il Buio nell'Anima è un thriller dall'impianto classico, senza particolari virtuosismi registici e che ricicla abbastanza bene l'abusato cliché del vigilante, ridisegnato qui in salsa femminile. L'intera opera si basa sull'ottima interpretazione della Foster che, con il suo indiscutibile talento drammatico, costruisce una protagonista tormentata e carismatica costantemente in preda a dubbi ed incertezze, ma al tempo stesso in grado di uccidere a sangue freddo usando un tubo d'acciaio. Erica, sembra volerci dire il film, non è malvagia ma, semplicemente, si trova a dover fare i conti con un mondo che le ha voltato le spalle, lasciandola affogare in una spirale di dolore e paura. E New York, la grande mela, con le sue strade, i suoi angoli nascosti e le lunghe notti illuminate solo dalle auto e da fiochi lampioni è la metafora perfetta di un mondo che ha perso di vista non solo la legalità ma anche quel senso di compassione che credevamo condiviso da tutti. La protagonista, dunque, con la sua spietata determinazione nell'ammazzare "i cattivi" rappresenta tutti noi e l'atavica tendenza dell'essere umano alla vendetta, intesa come unico palliativo per un dolore esistenziale troppo grande da sopportare.

Tuttavia, nonostante l'indubbio fascino del personaggio principale e della storyline, Il Buio nell'Anima non è un film riuscito. Se, come abbiamo detto, la regia non fa gridare al miracolo, nemmeno i comprimari sono all'altezza della Foster e si trovano, loro malgrado, davanti ad un confronto impari che li fa sembrare macchiette prive di spessore e personalità. Anche la sceneggiatura arranca, trascinandosi in maniera sempre più stanca e forzata fino ad una chiusura parossistica e poco indovinata, che distrugge completamente il messaggio che fino ad allora il film era riuscito a trasmettere.Ci troviamo dunque davanti ad un prodotto che si lascia guardare solo grazie alla bravura di Jodie Foster ma che crolla sotto il peso di ambizioni forse troppo grandi o troppo confuse. Per quanto riguarda il resto, rimangono solo alcuni scorci suggestivi della città e una superficiale critica alla società americana. Troppo poco per un film con pretese d'autore.

Il buio nell'anima Il Buio nell’Anima è un prodotto tradizionale, girato con tutti i crismi, banale sia nei temi trattati che nello svolgimento della vicenda. Di sicuro non siamo davanti ad un film che sarà annoverato fra i migliori nel suo genere, ma la presenza dell’ex agente Starling e l’ambientazione romantica della grande mela riescono a strappare la sufficienza. Con esame a Settembre, però!

6

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