Recensione I Pinguini di Madagascar

Carini, coccolosi e... irresistibili. Arrivano al cinema I Pinguini di Madagascar!

Recensione I Pinguini di Madagascar
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Sin dal primo capitolo del franchise di Madagascar, l’attenzione degli spettatori di tutto il mondo si è concentrata su quattro piccoli, carini, coccolosi e assolutamente impertinenti personaggi: i Pinguini. Sfruttando al massimo l’influenza che hanno sugli esseri umani, che non riescono a resistere alla loro apparenza tenera, i quattro si sono cacciati in ogni tipo di guaio, creando siparietti esilaranti all’interno delle diverse narrazioni di Madagascar, fino a diventare il punto di forza della serie stessa. Era inevitabile quindi che, dopo un loro esordio da protagonisti sul piccolo schermo, Skipper, Rico, Kowalski e Soldato approdassero al cinema con un film tutto loro. Cosa combineranno questa volta? I Pinguini di Madagascar promette di unire al classico divertente caos, generalmente prodotto in automatico dai quattro, un’appassionante avventura alla 007 e un commovente sguardo a come tutto è cominciato! Stiamo dicendo che non saranno solo carini e coccolosi ma anche cucciolosi? Esattamente!

Il passato che ritorna

Skipper, Kowalski e Rico non sono mai stati dei pinguini come tutti gli altri: è proprio questa loro propensione al non seguire le regole che li porta a incrociare la strada del piccolo Soldato, con il quale formano subito una strampalata famiglia. Quando inizia il racconto del film, la maggior parte delle vicende narrate nei tre Madagascar sono già avvenute e, di conseguenza, il gruppo dei Pinguini è già ampiamente affiatato e impostato su un certo modus operandi. Lo dimostra la missione segreta che stanno per intraprendere: intrufolarsi in uno dei posti più sorvegliati del mondo per festeggiare il compleanno di Soldato. Ma qualcuno li sta osservando da (neanche troppo) lontano e da tanto tempo, pronto ormai a esigere la sua vendetta...

Non solo carini!

Una delle cose più interessanti di questo I Pinguini di Madagascar è la possibilità di intrufolarsi nel passato di quelli che sono riconosciuti, a tutti gli effetti, come dei personaggi iconici. Come sono diventati gli anomali esseri che oggi tutti conosciamo? Quale mistero si nasconde dietro la loro formazione? Cosa li ha portati ad allontanarsi così tanto dalla loro terra natia e, soprattutto, dai tipici comportamenti della loro razza? Come hanno fatto, quattro caratteri così diversi tra loro, a finire insieme in una stessa squadra? Skipper è il più temerario: dai suoi pretende disciplina, lealtà, obbedienza e ordine, ma a nessuno di loro chiederebbe mai di fare nulla che anche lui non sia in grado di fare. Kowalski è il cervello dell’operazione, colui al quale rivolgersi quando c’è bisogno di una soluzione rapida ed efficace. Rico... bhè lui adora far saltare in aria le cose. Però, se controllato è un’arma superefficace, basta non lasciarlo a se stesso. E poi c’è Soldato, si potrebbe dire la mascotte del gruppo, che ha il cuore più grande di tutti. E I Pinguini di Madagascar, fondamentalmente, è la sua storia: di come si senta sempre l’ultima ruota del carro, del desiderio di avere un ruolo ben definito nel gruppo ed essere riconosciuto dagli altri come un membro valente e coraggioso e non solo carino e coccoloso. Concetto che, oltre a essere ripetuto all'infinito durante tutto il film, diviene anche il fulcro dell’intera avventura dei Pinguini.
In questo nuovo progetto, i nostri quattro atipici eroi vengono portati a scontrarsi con due realtà completamente diverse da loro: da un lato abbiamo il classico cattivo, che vuole distruggerli e, addirittura, cambiare e monopolizzare il mondo intero; dall’altro abbiamo il Vento del Nord, società capeggiata da un lupo dal nome Classificato (e dalla osannata voce, in originale, di Benedict Cumberbatch) con lo scopo di aiutare gli animali in difficoltà, che li crede incapaci di risolvere una qualsiasi problematica, figuriamoci un caso di ricerca criminale! Gli intenti e i modi di agire agli antipodi portano alla creazioni di situazioni surreali ed esilaranti, nelle quali le caratterizzazioni tipiche dei Pinguini vengono valorizzate al massimo. Certo, sulla lunga durata non si può prendere che il ritmo narrativo mantenga sempre elevati standard e spesso, purtroppo, la narrazione segue una linea d’azione più commerciale e banale, ma nel complesso I Pinguini di Madagascar si conferma come un buon prodotto studiato, prima di tutto, per intrattenere un determinato tipo di pubblico. La comunicazione semplice, immediata, fatta di vibranti colori e mimica accentuata è perfetta per fare breccia nella soglia di attenzione del target più giovane, senza però dimenticarsi mai di strizzare l’occhio ai più scaltri accompagnatori.

I Pinguini di MadagascarI Pinguini sono impegnati al 100% nella loro missione e credono di fare sempre la cosa giusta e, anche se alla fine si rivela sbagliata, per loro non ha importanza. Faranno qualcos’altro e sempre con la stessa convinzione. I Pinguini non si lasciano mai scoraggiare da quello che pensano gli altri; il loro atteggiamento dimostra che chiunque può diventare un eroe, che qualsiasi cosa è possibile quando c’è una forte determinazione”. E questo, fondamentalmente, è il motivo per il quale tutti quanti amiamo così tanto questi personaggi. I Pinguini di Madagascar dimostra che Skipper, Kowalski, Rico e Soldato possono essere portatori di risate e, allo stesso tempo, messaggi positivi per il loro pubblico più giovane, senza annoiarli con troppo complesse morali. Ma, su un piano narrativo, mostra anche i limiti ritmici di questi adorabili personaggi, più a loro agio all’interno di siparietti dai tempi limitati. Riescono a dare il massimo quando concentrati, ma anche sui tempi lunghi riservano qualche momento davvero geniale.

6

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