Recensione I love Radio Rock

Una commedia rocckeggiante da non perdere.

Recensione I love Radio Rock
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Comicità britannica

E' il rock che entra dentro le vene... Quell'iniezione di adrenalina che scatena gli arti trasformando qualsiasi ambiente - che sia lavorativo o casalingo - in una pista da ballo e il soggetto in questione in un completo idiota. Impossibile resistergli. That's all Rock! David Bowie direbbe: "Let's Dance".
Richard Curtis è il Re Mida delle commedie sentimental-brit. Iniziò nel 2003 con Love Actually - sua sceneggiatura e regia - e continuò come sceneggiatore contribuendo al successo di tre pellicole fondamentali: Notting Hill, Quattro matrimoni e un funerale e Il diario di Bridget Jones.
Con The Boat That Rocked torna dietro la macchina da presa e aggiunge al suo già ottimo curriculum un film effervescente, il cui spirito comico si incastra in un periodo storico di profondi cambiamenti e ribaltamenti, sia politici che musicali. Curtis non si prefigge un solo obbiettivo: esalta, pone diverse riflessioni e intrattiene con una classe e uno stile che pochi registi possono vantare, in un equilibrio emotivo praticamente perfetto.

Onda Rock: La storia di una radio in alto mare

Nel 1966, nell'epoca d'oro del pop britannico, il rock veniva bistrattato un po' da tutte le grosse emittenti radiofoniche - la BBC trasmetteva solo 2 ore di rock and roll alla settimana. Ma in quel periodo a North Sea, a quattro miglia lontano dalla costa, dei “pirati musicali” trasmettevano senza sosta musica rock 24 ore su 24.
Oltre 25 milioni di persone si sintetizzavano a qualsiasi ora del giorno per ascoltare le sensuali voci dei dj e ballare senza sosta. Per l'opinione pubblica erano dei miti, per il governo: una minaccia. Sulla terraferma infatti, l'establishment politico - nella figura del Ministro Dormandy (Kenneth Branagh) - è determinato a fermarli a qualsiasi costo. I pirati devono così decidere se fuggire o sfidare la legge e pagarne le conseguenze. In questo clima di grande caos sociale, Carl (Tom Sturridge) - un ragazzo appena maggiorenne espulso da scuola - viene spedito nella nave dalla sua ricca madre, con la speranza che intraprenda la strada giusta e capisca cosa fare della sua vita.

“Se Dio fosse un dj, sarebbe alla console di Radio rock”

Riprendendo, in linea di principio, quanto fatto nelle sue opere più famose, Richard Curtis ne amplifica le tematiche e i punti di appiglio con la realtà di allora, collegandoli genuinamente ai principi di oggi: libertà contro sopraffazione, sesso contro perdita di ideali; contrasti politici e sociali concentrati in un ambiente quasi claustrofobico, dove al di là della prua si scorge il nulla o, a seconda di chi osserva, un mare di infinite possibilità. Tutti i personaggi descritti da Curtis sono fondamentalmente delle persone libere (“I Feel Free” di Cream), che non temono neppure il significato della parola “assoggettamento”. A pagarne le conseguenze è un divertente Kenneth Branagh, qui più intransigente e cattivo che mai, incapace, nonostante la sua posizione politica, di imporre le sue scelte.
Come in “I'm Alive” dei The Hollies, si percepisce vitalità, vigore ed euforia, soprattutto quando la sceneggiatura sfrutta le particolarità emotive dei personaggi - magistralmente interpretati da un cast di prima qualità, in cui non primeggia il singolo individuo, ma il gruppo per intero - per creare un mosaico di sottoculture di pensiero colorato e variopinto.
Il regista non si limita ad incollare al girato una colonna sonora da urlo - con classici quali "Little Saint Nick" dei Beach Boys o la melodica “The End of the World” di Skeeter Davis - poichè la applica alla storia, così da divenire una perfetta estensione della stessa.
I love Radio Rock è un film per chi ama la musica, visceralmente. Per chi si esalta ascoltando Jimi Hendrix o “My Generation” degli Who. Descrive con vigore un pensiero (di ribellione) facendo leva su un climax impareggiabile: si vive letteralmente il momento storico con la mente rivolta indietro e lo sguardo in avanti, tra reminiscenze, ricordi e una voglia incredibile di imbracciare una chitarra e improvvisare un assolo. Ma non è solo un tributo al genere musicale, poichè i continui cambi di registro lo rendono fresco e appetibile a tutti i palati - nonostante alcune esagerazione. Dopotutto è una commedia che eccede laddove possibile, ma anche tanto brillante quando riesce a prendersi poco sul serio e parallelamente sviluppare concetti profondi. Una vera iniezione di positività. Grintoso e travolgente.

Soundtrack

La colonna sonora si compone di 2 CD:

CD1

1. Duffy - Stay With Me Baby
2. The Kinks - All Day And All Of The Night
3. The Turtles - Elenore
4. Beach Boys - Wouldn’t It Be Nice
5. John Fred And Playboys - Judy In Disguise
6. Martha Reeves & The Vandellas - Dancing In The Street
7. Smokey Robinson - Ooh Baby Baby
8. Herb Alpert - This Guy’s In Love
9. Tommy James - Crimson & Clover
10. Jeff Beck - Hi Ho Silver Lining
11. The Who - I Can See For Miles
12. The Troggs - With A Girl Like You
13. Boxtops - Letter
14. The Hollies - I’m Alive
15. Chris Andrews - Yesterday Man
16. Paul Jones - I’ve Been A Bad Bad Boy
17. Tremeloes - Silence Is Golden
18. Skeeter Davis - End Of The World

CD2

1. The Who - My Generation
2. Cream - I Feel Free
3. Jimi Hendrix - The Wind Cries Mary
4. Procul Harem - A Whiter Shade Of Pale
5. Otis Redding - These Arms Of Mine
6. Junior Walker - Cleo’s Mood
7. Supremes - The Happening
8. The Turtles - She’d Rather Be With Me
9. Easybeats - Friday On My Mind
10. The Bystanders - 98.6
11. The Kinks - Sunny Afternoon
12. Cat Stevens - Father And Son
13. Moody Blues - Nights In White Satin
14. Dusty Springfield - You Don’t Have To Say You Love Me
15. Lorraine Ellison - Stay With Me
16. The McCoys - Hang On Sloopy
17. The Isley Brothers - This Old Heart of Mine
18. David Bowie - Let’s Dance

I love Radio Rock Il Richard Curtis delle commedie romantiche ha per un momento abbandonato il genere che lo ha reso famoso per raccogliere una nuova sfida: raccontare la storia (vera) della nave che nel 1966 rocckeggiava senza sosta al largo della Gran Bretagna. Il suo film non è soltanto un inno al rock e alla forza trainante del popolo unito contro lo Stato infastidito dalla libertà, ma è soprattutto una commedia dirompente, energizzante come un drink ghiacciato e scatenato tanto quanto “All day and all of the night” dei Kinks - primo antipasto di una ricca e gustosa colonna sonora. I love Radio Rock è, senza troppi giri di parole, una delle commedie positive meglio dirette, scritte, montate e interpretate degli ultimi anni. Per noi, insomma, è già Cult.

8

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