Recensione I guerrieri della notte

Il cult movie di Walter Hill

Recensione I guerrieri della notte
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È il 1979 quando Walter Hill dirige il suo terzo film, dopo L'eroe della strada e Driver l'imprendibile, che diventa in poco tempo un vero e proprio cult generazionale. I guerrieri della notte è infatti un apologo rude e diretto sul tema delle bande giovanili che tra gli anni '70 e '80 imperversavano per le strade americane, un racconto d'azione che nasconde dietro la sua anima apparentemente ludica delle critiche molto più profonde ad un intero sistema sociale. Un racconto quasi da beat'em up che segue la fuga rocambolesca dei Guerrieri, la banda di Coney Island, conosciuta per il suo coraggio e la sua forza. I Guerrieri vengono però incolpati ingiustamente dell'omicidio di Cyrus, un carismatico leader che aveva l'obiettivo di unificare tutte le gang per ottenere così il dominio della città, ucciso in realtà a tradimento da una banda rivale, che ha scaricato la colpa proprio sui Warriors, costretti ora a scappare sia dalla polizia che da tutte le altre bande. E il ritorno a casa verso Coney Island non sarà dei più semplici.

La notte del giudizio

Tutto in una notte. Una notte che può voler dire vita o morte. Adrenalina e tensione sono i tratti predominanti di quest'opera realistica nella sua violenza (in Italia all'uscita il film venne vietato ai minori di 18 anni, nonostante di sangue se ne veda ben poco) sia fisica che verbale, con dialoghi che sembrano uscire direttamente dalla bocca dei vari "bulli" di quartiere. Tratto dal romanzo di Sol Yurick, I guerrieri della notte vive di una forza primigenia d'istinto e sudore, tra le metropolitane sporche e i quartieri degradati (la produzione pagò dei gangster affinché vegliassero sulle attrezzature), in un clima da far west che gli Stati Uniti, nonostante il progresso, non sembrano aver mai veramente dimenticato. Notevole, per quanto a tratti volutamente esasperata, la distinzione d'abbigliamento delle varie gang: chi con maglietta e cappello da baseball (con relative mazze), chi vestito da clown, o ancora i pattinatori e gli orfani, fino ad arrivare ad una banda di sole donne forse ancor più temibile di quelle maschili. E in questo inferno di colori e motivi tribali, di divise e appartenenze, il gruppo dei Guerrieri, multirazziale e legato da un solido rapporto di fratellanza nonostante non privo di contrasti interni. Un percorso a ostacoli il loro, che aumenta di "livello in livello" fino al raggiungimento della meta finale, Coney Island, luogo dove avrà luogo la vera resa dei conti. Un percorso appassionante, con alcune inevitabili perdite e soste più o meno forzate nel quale forse alcuni degli stessi Guerrieri scopriranno qualcosa di più su loro stessi e sul loro destino. Ragionato in questo caso l'inserimento di una presenza femminile, lontana dal barbie-style ma dura e tenace anch'essa, che suo malgrado diventa compagna improvvisata dei nostri eroi notturni.

"Guerrieri... giochiamo a fare la guerra?"

Un western moderno che incarna alla perfezione il cammino dei protagonisti, con un sottotesto epico che nella disparità di forze in campo può riportare alla mente sia la battaglia delle Termopili che l'Anabasi di Senofonte (citato anche in dettagli narrativi), solo che qui il campo di battaglia è rappresentato dalle metropolitane o dalle strade di periferia, e gli stessi protagonisti non sono eroi in lotta per un ideale ma soltanto ragazzi pronti a tutto pur di sopravvivere. Una caccia all'uomo senza esclusione di colpi, tra improvvisate molotov e brutali scazzottate, risse nei bagni pubblici e nei sottopassaggi, in un'ambientazione volutamente priva della luce del giorno (esclusi i minuti finali) per rappresentare proprio l'oscurità di una gererazione privata di sogni e speranze. La fotografia riesce a rendere al meglio il senso di opprimente oscurità, creando scorci suggestivi nelle sequenze all'aperto, amplificando a dismisura il senso di desolazione che proviene dalle immagini. Ad accompagnare i Guerrieri nella loro ardua fuga vi è un'efficace colonna sonora, le cui canzoni vengono spesso lanciate da una speaker radiofonica (che ha anche il compito di annunciare alle altre gang la posizione dei fuggitivi), che varia da pezzi più rockeggianti fino ad un'avvincente partitura elettro-dance a sottolineare i momenti più emotivamente intensi. Il cast, pur non contando nomi di eccessivo rilievo (quasi tutti gli interpreti dei Warriors finiranno nel dimenticatoio), riesce a rendere interpretazioni abbastanza credibili, offrendo anche una discreta varietà ai diversi personaggi. Nei panni del "villain", reale assassino di Cyrus e accusatore dei protagonisti, vi è il caratterista David Patrick Kelly (Commando, Il corvo), la cui frase pronunciata nelle fasi conclusive "Guerrieri...giochiamo a fare la guerra?" rimarrà di culto quanto il film stesso.

I guerrieri della notte Una banda di ragazzi in fuga dal Bronx a Coney Island per l'ingiusta accusa di un omicidio commesso da altri. I Guerrieri dovranno fuggire sia della polizia che dalle gang rivali in questo classico generazionale di Walter Hill, un western moderno dall'ambientazione notturna registicamente implacabile, dove ogni dettaglio è al posto giusto nel momento giusto. Non senza mancare un sottotesto sociale sulla gioventù del tempo, ormai priva di sogni e speranze per il proprio futuro.

8.5

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