Recensione I capolavori di Douglas Fairbanks

Cinque grandi classici del muto con il divo Douglas Fairbanks

Recensione I capolavori di Douglas Fairbanks
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DNC Entertainment prosegue nella sua opera di recupero delle perle ingiustamente accantonate della cinematografia mondiale presentando, dopo il cofanetto dedicato a Buster Keaton, un nuovo box ricco di storia ed emozioni d'altri tempi: I capolavori di Douglas Fairbanks.
Nome a tutt'oggi forse poco noto al pubblico generalista e a chi mastica solo il cinema moderno, ma Fairbanks è tra le personalità più influenti e importanti degli albori del cinema, risultando uno dei più grandi divi del cinema muto. Il protagonista dell'acclamato The Artist (probabile ricettacolo di premi Oscar alle imminenti premiazioni dell'Academy) è in gran parte modellato proprio sulla figura di Fairbanks, tanto che in una scena della pellicola di Michel Hazanavicius George Valentin rivede un film che lo vede protagonista, e quel film, sebbene digitalmente alterato dalle moderne tecnologie che hanno sostituito il volto di Fairbanks con quello di Jean Dujardin, è proprio Il segno di Zorro, uno dei titoli di punta di questa raccolta.
Fairbanks, tra l'altro, è stato uno dei fondatori dell'Academy, e il primo presidente e presentatore della cerimonia. Una carriera ventennale e intensa, dunque, chiusasi (almeno come attore) con l'avvento del sonoro, ma assolutamente da riscoprire.

Un eroe d'altri tempi

Il cofanetto proposto da DNC si compone di cinque DVD per altrettanti, storici, film, tutti in stile cappa e spada (genere nel quale Fairbanks eccelleva) tranne la commedia The nut.
Partiamo da Il segno di Zorro (The Mark of Zorro) del 1920, primo film in assoluto a narrare le gesta dell'eroe creato da Johnston McCulley nel romanzo The Curse of Capistrano, del 1919. Tornato a Los Angeles dopo aver terminato gli studi in Spagna, Don Diego Vega trova al potere il tirannico governatore Alvarado. Facendosi credere debole e pasticcione, agisce, in realtà, nei panni di Zorro, un vendicatore mascherato che combatte per la giustizia. La sua identità è conosciuta solo dal fedele servitore sordomuto Bernardo. Quasi un'ora e mezza di avventura e cavalleria, uno dei veri capostipiti del genere.

The Nut (1921): È dell'anno successivo questa commedia, nella quale appare anche un giovane Charlie Chaplin. L’eccentrico inventore Charlie Jackson cerca di interessare alcuni ricchi investitori al piano ideato dalla fidanzata per aiutare i bambini dei quartieri poveri. Durata: un'ora e un quarto.

I tre moschettieri (The Three Musketeers): Sempre nel 1921 esce questo I tre moschettieri, terzo adattamento cinematografico dell'opera di Dumas (dopo quello del 1909 e quello del 1916) in cui Fairbanks sfoggia per la prima volta i suoi distintivi baffetti. Il giovane guascone D’Artagnan arriva a Parigi per unirsi ai moschettieri del re, e viene presto preso sotto la protezione dei tre moschettieri più rispettati e temuti, e insieme lottano per salvare la Francia, nonché l’onore della regina dalle macchinazioni del potente Cardinale Richelieu. Durata: 2 ore e 21 minuti.

Robin Hood: Nel 1922 Fairbanks si cimenta, tra i primi, nell'impersonare il mitico brigante di Sherwood, in un film straordinariamente ricco e sfarzoso. Riccardo, re d’Inghilterra, parte per le Crociate in Terra Santa lasciando quale reggente, il principe John, suo fratello. Questi fin da subito si dimostra un tiranno avido e crudele, e l’unico che si opporrà al principe e allo sceriffo corrotto sarà il fuorilegge Robin Hood, insieme alla sua banda di ribelli. Durata: 2 ore e 21 minuti.

Don Q, The Son of Zorro: È il 1925 quando Fairbanks torna a cimentarsi su Zorro, interpretando Don Cesar de Vega, figlio del primo Zorro. Cesar si trova in Spagna per motivi di studio, quando s’innamora della bella Dolores, diventando al contempo amico dell’Arciduca d’Austria, anche questi in visita in Spagna. Quando l’Arciduca viene assassinato, Don Cesar viene accusato della sua morte. Durata: Un'ora e 53.

I capolavori di Douglas Fairbanks DNC Entertainment riporta sul mercato cinque titoli a dir poco storici con uno dei più amati interpreti del cinema muto. La visione risente dell'età, ma la qualità audio/video è comunque discreta. Peccato per la totale assenza di qualsivoglia contenuto speciale.

6.5

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